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giovedì 15 dicembre 2011

Le notti bianche - Fëdor Dostoevskij



(Белые ночи - 1848)

"Voi mi dovete perdonare se parlo così: io sono una ragazza semplice, ho veduto ancora poche cose al mondo e, talvolta, magari, non so parlare", aggiunse con voce tremante per non so quale nascosto sentimento sforzandosi intanto di sorridere " ma vorrei soltanto dirvi che vi sono grata, che anch'io sento tutto questo..."


Maria Schell e Marcello Mastroianni nel film di Visconti (1957)

Immagino la sceneggiatura, immagino i dialoghi nella solitudine invernale di una città innevata. Immagino l'impiegato e Nastenka, immagino le loro confidenze, come solo due sconosciuti possono fare. Immagino un sogno diventare quasi realtà, e il sogno svanire come solo un sogno può fare. Rimane San Pietroburgo, solitaria come sempre. Immagino Luchino Visconti girare un film, e farne un capolavoro.


Fëdor Dostoevskij - Russia 1821-1881

16 commenti:

  1. bellissimo, brava. Mi piace molto questa associazione libro-film che fai spesso, soprattutto coi film in bianco/nero. ciao Marco

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  2. tanti anni fa ho visto questo film, ma il libro confesso non l'ho letto, ricordo la panchina fissa, e le orme nella neve, Mastroianni e la ragazza sfuggente. E'ora, ho deciso, compro il libro.
    evvai Joele

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  3. La neve, le strade, la panchina, come altre volte il film,che ho visto, mi prepara al libro, che non ho letto, e penso che anche in questo caso ne sarà valsa la pena se lo comprerò e lo leggerò. Stai diventando pericolosa per le mie tasche! Alud

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  4. Questo libro è bellissimo, come direi tutti quelli di Dostoevskij. E'bello lui, perso nei suoi sogni, è bella lei, evanescente. E' amaro quello che lascia: un sogno infranto.

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  5. Un testo in cui, fra gli anfratti delle righe, penetra, a scogliere la neve, il tepore di discrete candide suggestioni. Imperdibile.
    Dario

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  6. L'ho trovato delicatissimo e struggente. Come una lieve speranza troppo bella per avverarsi, un'illusione troppo preziosa per essere trattenuta.

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  7. Ci sono sogni che rasentano la realtà, o meglio, la possibilità di avverarsi. Sono lì a portata di mano, basterebbe un attimo, e invece si dissolvono, lasciando il rimpianto di avere visto com'è fatta la felicità, e di non essere riusciti ad afferrarla.

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  8. «Io sono un sognatore; ho vissuto così poco la vita reale che attimi come questi non posso non ripeterli nei sogni. Vi sognerò per tutta la notte, per tutta la settimana, per tutto l’anno. Senz’altro domani ritornerò qui, proprio qui, in questo luogo, e proprio a quest’ora, e sarò felice ricordando l’accaduto».

    Fëdor Dostoevskij, “Le notti bianche”

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  9. complimenti, purtroppo non ho un contributo mio da dare, nè parole nè citazioni, ma vi sono molto grata per questa rilettura dei libri classici che di solito mi mettono tanta soggezione, Voi me li fate amare.

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  10. Lo leggo oggi. Intanto metto l'incipit, che promette bene:

    "Era una notte meravigliosa, una notte come forse ce ne possono essere soltanto quando siamo giovani, amabile lettore. Il cielo era così pieno di stelle, così luminoso che, gettandovi uno sguardo, senza volerlo si era costretti a domandare a se stessi: è mai possibile che sotto un cielo simile possa vivere ogni sorta di gente collerica e capricciosa? Anche questa è una domanda da giovani, amabile lettore, molto da giovani, ma voglia il Signore mandarvela il più sovente possibile nell’anima! … Parlando d’ogni sorta di signori capricciosi e collerici, non ho potuto fare a meno di rammentare anche la mia saggia condotta in tutta quella giornata."
    (Le notti bianche, F. Dostoewskij)

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    1. La bottega di Hamlin20/05/15, 07:06

      altra traduzione:

      «Era una notte incantevole, una di quelle notti che succedono solo se si è giovani, gentile lettore. Il cielo era stellato, sfavillante, tanto che, dopo averlo contemplato, ci si chiedeva involontariamente se sotto un cielo simile potessero vivere uomini irascibili e irosi.»

      Il consiglio di lettura della serata è lo splendido "Le notti bianche", di Fëdor Dostoevskij.

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  11. "Io vorrei farti dormire, ma… come i personaggi delle favole, che dormono per svegliarsi solo il giorno in cui saranno felici. Ma succederà così anche a te. Un giorno tu ti sveglierai e vedrai una bella giornata. Ci sarà il sole, e tutto sarà nuovo, cambiato, limpido. Quello che prima ti sembrava impossibile diventerà semplice, normale. Non ci credi? Io sono sicuro. E presto. Anche domani. Guarda, Natalia, il cielo! È una meraviglia!"

    -Le notti bianche, F. Dostoevskij

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  12. "Io vorrei farti dormire, ma come i personaggi delle favole, che dormono per svegliarsi solo il giorno in cui saranno felici. Ma succederà così anche a te.
    Un giorno tu ti sveglierai e vedrai una bella giornata. Ci sarà il sole, e tutto sarà nuovo, cambiato, limpido. Quello che prima ti sembrava impossibile diventerà semplice, normale. Non ci credi? Io sono sicuro.
    E presto. Anche domani."

    Fedor Dostoevskij, Le notti bianche

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  13. "Esistono a Pietroburgo, Nasten’ka, alcuni strani angolini, anche se voi non li conoscete. In quei posti sembra che non arrivi quel sole che brilla per tutti gli abitanti di Pietroburgo, ma un altro sole, quasi ordinato appositamente per quegli angolini, e risplende di una luce diversa, particolare. In quegli angolini, cara Nasten’ka, sembra svolgersi una vita diversa, che non somiglia affatto a quella che ribolle intorno a noi, una vita come potrebbe svolgersi nel trentesimo regno di fiaba e non da noi, nella nostra epoca così seria e così dura. Ecco questa vita è un miscuglio di elementi puramente fantastici, ardentemente ideali e, ahimè, Nasten’ka, di elementi banalmente prosaici e abitudinari, per non dire inverosimilmente volgari.
    Sentirete che in questi angolini vivono degli uomini strani, dei sognatori. Il sognatore, se serve una definizione precisa, non è un uomo ma, sapete, una specie di essere neutro. Si stabilisce prevalentemente in un angolino inaccessibile, come se volesse nascondersi perfino dalla luce del giorno, e ogni volta che si addentra nel suo angolino, vi aderisce come la chiocciola al guscio, e diventa simile a quell'animale divertente chiamato tartaruga, che è nello stesso tempo un animale e una casa. Perché pensate che egli ami tanto le sue quattro pareti, dipinte immancabilmente di verde, affumicate, tetre, annerite all'inverosimile?"

    Fedor Dostoevskij, Le notti bianche

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  14. «Io vorrei farti dormire, ma… come i personaggi delle favole, che dormono per svegliarsi solo il giorno in cui saranno felici. Ma succederà così anche a te. Un giorno tu ti sveglierai e vedrai una bella giornata. Ci sarà il sole, e tutto sarà nuovo, cambiato, limpido. Quello che prima ti sembrava impossibile diventerà semplice, normale. Non ci credi? Io sono sicuro. E presto. Anche domani. Guarda, Natalia, il cielo! È una meraviglia!».

    Fëdor Dostoevskij, "Le notti bianche".

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  15. Invano il sognatore rovista nei suoi vecchi sogni, come fra la cenere, cercandovi una piccola scintilla per soffiarci sopra e riscaldare con il fuoco rinnovato il proprio cuore freddo, e far risorgere ciò che prima gli era così caro, che commuoveva la sua anima, che gli faceva ribollire il sangue, fino a strappargli le lacrime dagli occhi, così ingannandolo meravigliosamente.
    (Fëdor Dostoevskij, “Le notti bianche”)

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