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lunedì 23 gennaio 2012

Il pescatore di favole - Antonio Montefusco

Oggi, 30 dicembre 2012, aggiungo  il secondo volume pubblicato da Antonio Montefusco. Sarebbe un bene leggere entrambi i libri intitolati Il Pescatore di Favole (Poesie e Racconti) perché si integrano come fluidi pensieri annotati da qualche parte, e poi trasferiti intatti, mantenendo così una immediatezza  ed una sincerità veramente singolari. Antonio è amaro, non si concede nulla, interpreta ciò che lo circonda quasi con cinismo: e poi, inaspettata come una fucilata, spunta l'emozione del ricordo di Sic, che tutti condivideranno essendo un personaggio universale. O l'emozione del ricordo di Mario, che pochi capiranno, tranne noi che lo abbiamo conosciuto veramente, ma non importa, perché tutti abbiamo un Mario da qualche parte nel cuore. Bravo Antonio! Hai ancora mille cose da raccontare!


DIALOGO

E' un giorno in cui parlo alla vita. Mi racconta di sé, mi parla di questo giorno così importante, di come ogni anno sia un giorno diverso da un numero che è sempre uguale. Per alcuni è un giorno qualunque, per altri è il giorno dei giorni, come ci suggerisce una canzone. Mi racconta di sé, delle aspettative, dei tanti propositi che si sprecano sotto ad un abete illuminato. Parla come quest'oggi, scambiamoci opinioni, scambiamoci piccole stille di vita. E' un giorno che non si lamenta. E' un evento che attende le parole e i propositi migliori. E' una tradizione che cambia ma viene tramandata di generazione in generazione. Per alcuni questo sarà il primo Natale, per altri sarà un po' come gli altri, per alcuni un giorno di diversità. Parla con me, fallo schiettamente, sussurrami le note, dimmi che ci sarai. Dialoga, dimmi che mi guarderai dall'alto senza pretese. Raccontami di te, di noi, di loro, raccomandami prima dell'ultimo viaggio, suggeriscimi la vita, suggeriscimi quel che rimane di questo cammino. Sulla mappa che gira tra le mani, cerco un dialogo che mi rimanga dentro e mi apra nuovi orizzonti. Mi racconta di sé, le aspettative sono in sala d'attesa vicino ad un posacenere ancora vuoto, ma ingrigito da chi l'ha abitato precedentemente.



VOLTI  VUOTI
Parole da vedere,
volti scuri
uccisi
dall'essere
bigotti,
gli estremi
di una vita,
gli estremi
di un conto
da saldare
le amare
passioni,
la riconoscenza
non c'è.
Parole da vedere
da vendere
da soppesare.
Vuoti istanti,
le magie
non fanno miracoli.
Crocifissi.

Avrei potuto sceglierne altre venti, ma ho preferito questa semplice, terribile, immediata fotografia. Forse presa sotto i portici, forse rubata ad una strada qualunque piena di gente qualunque che va chissà dove. Forse in chiesa, così per abitudine. Forse incontro ad una vecchiaia deserta. Ognuno da solo, ognuno prigioniero di mura invisibili, ognuno solo con se stesso. Grande libro, grande, piacevolissima sorpresa.

9 commenti:

  1. Che bella! Non conosco l'autore, ma questa poesia mi muove dentro qualcosa di triste e colpevole tenerezza, come il rimandare la visita ai nonni, o non avere tempo per qualcuno molto solo. Come guardare gli altri, ma senza vederli. Come sapere che aspettano, e non andare mai.

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  2. Questa poesia ci costringe a guardarci dentro, per trovare un'assonanza riconoscibile. Chi ci vede i credenti, chi gli anziani. Io ci vedo esseri marginali e invisibili, vittime di quell'egoismo che va tanto di moda.

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  3. Se una poesia arriva a pescare nel nostro immaginario, ciò comporta una traduzione personale, certo, ma questo è un grande pregio.

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  4. io invece vedo solo la desolazione di certe persone, schiave di preconcetti e pregiudizi, che non hanno saputo volare fuori da antiche catene ed essere libere. Libere di amare, libere di sognare, libere di vivere. Bella poesia, davvero.

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  5. insomma prigioniere di se stesse... sono d'accordo.

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  6. Non conosco l'autore, e nemmeno la poesia, ma l'ho letta, e mi piace. Mi dà un senso di soffocamento, di disperazione, di nulla, del nulla che avvelena l'esistenza nella consapevolezza di essere inadeguati al mondo.

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  7. Anche questa poesia è molto bella come tante altre
    "L'arcobaleno
    confonde
    la diversità,
    l'arcobaleno
    è un gioco di luci
    è un'orgia di colori.
    L'arcobaleno
    si incunea
    fra le nuvole
    le aggiusta
    le pizzica
    le fa impazzire.
    L'arcobaleno
    è un barlume
    di speranza
    davanti agli occhi."
    Antonio Montefusco

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  8. Sono di Castel Guelfo e ho letto il libro di articoli di Montefusco, che è un giornalista abbastanza bravo, ma come scrittore deve ancora impararne di cose! Non ho capito dove vuole andare a parare, cosa vuole dimostrare.

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  9. Antonio M. Grazie a tutti per aver speso parte del loro tempo. Anonimo, i miei libri non vogliono arrivare o parare da nessuna parte, sono solo una mia testimonianza e null'altro, grazie per avermi letto.

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