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sabato 31 marzo 2012

Il mastino dei Baskerville - Arthur Conan Doyle




(The Hound of the Baskervilles - 1901)

Un urlo lungo, sommesso, indescrivibilmente malinconico, percorse la landa. Tutta l'aria ne echeggiava, e tuttavia era impossibile dire donde venisse. Da sussurro soffocato si gonfiò in un boato profondo per ricadere poi ancora una volta in un mormorio vibrante, sconsolato. 
Stapleton mi guardò con una strana espressione nel volto. -Che posto, la landa!- osservò. 
-Ma che cos'è?- 
-La gente del luogo dice che sia il Mastino dei Baskerville che chiama la sua vittima. Io l'ho già udito un paio di volte, ma mai così forte.-
Mi volsi intorno con un brivido di paura nel cuore, e contemplai l'immensa piana ondeggiante, marezzata di verdi macchie di giunchi. Nulla si muoveva su quell'ampia distesa, se non una coppia di corvi che presero a gracchiare aspramente da una sporgenza rocciosa alle nostre spalle.




Torno al sicuro, tra le pagine dei miei libri più amati, per godermi ancora una volta questo magnifico romanzo che, come sempre succede con Sherlock Holmes, è sia gotico che scientifico. Confesso che la soluzione dell'enigma mi serve solo per placare l'ansia, perché la parte che preferisco nei noir è sempre l'ambientazione: la descrizione degli oggetti, delle case, dei posti, del tempo, delle persone. Adoro immaginarmi le scene in bianco e nero, i lunghi mantelli svolazzanti nella notte, le umide cripte scricchiolanti, i lumi tremolanti che si spengono all'improvviso per un soffio di vento freddo, e quelle lunghe ombre che si muovono dietro di me mentre leggo....




Sir Arthur Conan Doyle (Scotland 1859-1930)

mercoledì 28 marzo 2012

L'eleganza del riccio - Muriel Barbery





(L'Elégance du Hérisson - 2006)

"Ma, nel chiuso della mia mente, non esiste sfida che io non possa accettare. Umile per nome, posizione e aspetto, nell'intelletto sono una dea invitta."

Finalmente metto un libro che non mi è piaciuto: un vero evento. Rarissimamente mi è capitato di trovare irritante un personaggio e qui ce ne sono addirittura due: una bambina saccente, che sarebbe antipatica a venticinque anni, figurarsi a dodici; e una portinaia acculturata, traboccante di dogmi e filosofeggi, espansione letteraria della sua autrice, narcisista mai sazia di autocompiacimento. La prima volta che l'ho aperto, mi ha sfinito a pag. 35. Ma le recensioni giudicavano questo libro l'evento dell'anno 2008, e mi sono detta: solo tu non hai capito. L'ho ripreso in mano, per gettarlo moribonda a pag. 63. Trascorsi tre anni, ho pensato, dai, riprovaci, e finiscilo: ci sono libri che ti pigliano solo dopo la metà. E stavolta l'ho finito. Francamente ignoro il motivo di tanto successo, secondo me questo libro non dovrebbe piacere a nessuno: al lettore medio, perché troppo complicato; al lettore complicato, perché assolutamente inattendibile riguardo le due protagoniste. Non può piacere ai ragazzi, perché nessuno di loro si sognerebbe di immedesimarsi in una bambina-mostriciattolo che scimmiotta gli intellettuali; e nemmeno agli adulti, distanti anni luce da una portinaia ciabattante che disserta di fenomenologia. Non può piacere alle donne, perché nessuna mai userebbe la sciatteria come scudo sociale. Gli uomini, credo, semplicemente non lo comprerebbero nemmeno.

sabato 24 marzo 2012

Tre uomini in barca (per tacer del cane) - Jerome Klapka Jerome




Three Men in a Boat  (To Say Nothing of the Dog) -  1889

Allora Harris tentò di aprire la lattina con un temperino, ma spezzò la lama e si fece un brutto taglio; e George ci si volle provare con le forbici, ma le forbici gli saltarono in aria e per poco non gli cavarono un occhio. Mentre loro si fasciavano le ferite io cercai di praticare un buco in quell'accidente servendomi della punta dell'arpione, ma l'arpione mi scivolò di mano scaraventandomi tra la barca e la riva in due spanne d'acqua fangosa, mentre la lattina, inviolata, rotolava via e rompeva una tazza da tè.

Mi diverto sempre a rileggere la fuga dalle ossessioni di Londra di Jerome, George, Harris e Montmorency. La  spaventosa battaglia con la lattina di ananas è solo una delle avventure tragicomiche di questo delizioso romanzo, in cui Montmorency ( il cane) e i suoi compagni risultano piuttosto malaccorti, ma legati da un'amicizia profonda, irascibile, complice, solidale. 

domenica 18 marzo 2012

L'amante di Lady Chatterley - David H. Lawrence




(Lady Chatterley's Lover - 1928)

"Connie obbedì. L'uomo possedeva un singolare tipo di protettrice autorità, cui lei obbediva prontamente. Così, sedette a scaldarsi le mani alla fiamma, aggiungendo altri ceppi al fuoco, mentre lui era tornato fuori a martellare. Connie in realtà non avrebbe voluto starsene lì seduta, rincantucciata in un angolo accanto al fuoco; avrebbe preferito farsi sull'uscio a osservare la scena, ma si sentiva accudita, per cui doveva sottomettersi."

E' improbabile che esista un altro libro con una fama così esplicita. Quasi tutti i miei compagni di scuola l'avevano letto: e nessuno amava leggere. Eppure è uno splendido, intenso romanzo, con un merito altissimo: l'aver sfidato l'imperante mentalità vittoriana, scandalizzata pretestualmente dalle parentesi passionali, ma più in realtà scandalizzata dalla ribellione di questa colta femminista ante-litteram, capace di vivere la propria vita come più le aggrada, compreso tradire la nobiltà per la plebe.

giovedì 15 marzo 2012

Vento dell'Est: vento dell'Ovest - Pearl S. Buck



(East Wind: West Wind - 1930)

"Non mi trova bella, mio marito! Ha varcato i quattro mari, ha visitato lontani paesi, imparando in essi ad amare cose ed usanze nuove; e non s'accontenta più di me."


Stranamente, mi interessava il mondo cinese ben prima della new-economy. In particolare il periodo della rivolta dei Boxer, nei primissimi anni del '900. Pearl Sydenstricker Buck visse in Cina esattamente in quel periodo, e tutti i suoi libri ne risentono enormemente, in particolare questo fantastico Vento dell'Est: vento dell'Ovest. Tre racconti, a descrivere lo scontro immane di due culture forse incompatibili, quella occidentale modernizzante e quella orientale conservatrice. Preferisco il primo racconto: Kwei-Lan deve sposare l'uomo a cui è promessa fin dalla nascita, per onorarlo e riverirlo secondo le prassi millenarie, che tuttavia ripugnano al marito perché occidentalizzato. La madre le consiglia di ubbidire... ed è curioso scoprire come si fa ad ubbidire (e quindi seguire la tradizione) a qualcuno che la tradizione non la segue. Racconto delicato come un fiore orientale, e appassionante come un romanzo d'avventura americano.


Pearl Sydenstricker Buck (USA 1892-1973)

sabato 10 marzo 2012

Poesie - Nazim Hikmet




PUO'  DARSI  (1930)

Può darsi che io non arrivi ad un certo giorno,
può darsi
che penzolando da un capo del ponte
lascerò cadere la mia ombra sull'asfalto...
E può darsi che, anche dopo quel certo giorno,
io sia ancora in vita, irsuto di bianco pelo...
Se sarò vivo dopo quel certo giorno,
appoggiandomi ai muri per la periferia della città
suonerò il violino e canterò una canzone
ai vecchi, intorno a me,
che, come me, saranno sopravvissuti all'ultima battaglia.
E dovunque volgerò l'occhio,
tutto sarà allegro, splendido,
e la sera stupenda,
e ascolterò il passo di gente nuova
che intona nuove canzoni.

Meraviglioso poeta turco, con una assoluta passione per la vita. Amo questa poesia perché penso spesso che potrei essere morta e non saperlo... 


Nazim Hikmet (Turchia 1901-1963)


mercoledì 7 marzo 2012

Cime tempestose - Emily Brontë



(Wuthering Heights - 1847)

"...Catherine non fu sepolta nella cappella sotto il  monumento funebre dei Linton, e nemmeno fuori, nelle tombe di famiglia. La sua fossa fu scavata sopra un pendio verdeggiante, in un angolo del cimitero, dove il muro è così basso che l'erica e la mortella della brughiera hanno finito per passarci sopra, e coprirlo quasi del tutto..."



 Emily Brontë (England 1818-1848)


Bronte Parsonage, Haworth UK


 Anne, Charlotte and Emily Bronte - Haworth Uk



Scelgo questo romanzo non tanto per la incredibile intensità delle passioni descritte, amore, odio, vendetta, furore, che pure rimangono impresse per sempre, ma per le meravigliose descrizioni della sconfinata e  selvaggia brughiera, mutevole col mutare delle stagioni: ammantata di erica verde in primavera, arsa dal sole in estate, sfumata di viola in autunno, carica di neve e sconvolta dal vento gelido in inverno. Quando ho letto questo libro, non mi sono innamorata di Heathcliff come tutte: mi sono innamorata della brughiera.


                                    Laurence Olivier (Heathcliff) e Merle Oberon (Catherine )

lunedì 5 marzo 2012

I sonetti - William Shakespeare



(Sonnets - 1609)

Sonnet 31


Thy bosom is endeared with all 
Which I by lacking have supposed dead,
And there reigns love and all love's loving parts,
And all those friends which I thought buried. 
How many a holy and obsequious tear 
Hath dear religious love stol'n from mine eye
As interest of the dead, which now appear 
But things removed that hidden in thee lie! 
Thou art the grave where buried love doth live, 
Hung with the trophies of my lovers gone, 
Who all their parts of me to thee did give; 
That due of many now is thine alone: 
   Their images I loved I view in thee, 
   And thou, all they, hast all the all of me.



Prezioso mi è il tuo cuore per tutti i cuori
che mancandomi consideravo come morti,
e ivi amor predomina con tutte le sue doti
e vivon quegli amici che pensavo ormai sepolti.
Quante sante rispettose funeree lacrime
un caro devoto amore ha strappato agli occhi miei
qual tributo a quei morti che or si svelano
memorie lontane che in te giacciono rinchiuse!
Tu sei la tomba ove sepolto vive l’amore
circondato dai ricordi dei miei passati affetti,
che ti hanno ceduto quanto di mio avevano -
quel che era di molti, ora è soltanto tuo:
in te io vedo le loro immagini che ho amato,
e tu con loro, hai tutto il tutto mio.

William Shakespeare (England 1564-1616)
Tra i sonetti dedicati al suo angelico fair friend e quelli dedicati alla diabolica dark lady, ho preferito scegliere questo magnifico sonetto 31, forse il più gentile, sensibile e accorato di tutti. Ma se volete provare un doppio piacere, rileggetevi questi sonetti assieme a "Il ritratto di Mr W.H." di Oscar Wilde, che identifica in Willie Hughes  il BoyActor di cui Shakespeare era innamorato e al quale sono dedicati questi sonetti. Ne ricaverete una lettura diversa e sorprendente.


William Shakespeare's birthplace - Stratford-upon-Avon UK


venerdì 2 marzo 2012

Se una notte d'inverno un viaggiatore - Italo Calvino


"O forse il libraio non ha impacchettato il volume, te l'ha messo in un sacchetto. Questo semplifica le cose. Sei al volante della tua macchina, fermo a un semaforo, tiri fuori il libro dal sacchetto, strappi l'involucro trasparente, ti metti a leggere le prime righe. Ti piove addosso una tempesta di strombettii; c'è il verde; stai ostruendo il traffico."


Romanzo davvero particolare: appena il Lettore, e poi anche la Lettrice, si appassionano alla storia, questa si interrompe, con grande frustrazione, per errori di stampa o per altri motivi. Ma ne comincia un'altra, e da questa ne nasce un'altra.... Un libro di libri, o per meglio dire, un libro sul piacere di leggere i libri, e su quello che si prova ad essere interrotti sul più bello.