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venerdì 2 marzo 2012

Se una notte d'inverno un viaggiatore - Italo Calvino


"O forse il libraio non ha impacchettato il volume, te l'ha messo in un sacchetto. Questo semplifica le cose. Sei al volante della tua macchina, fermo a un semaforo, tiri fuori il libro dal sacchetto, strappi l'involucro trasparente, ti metti a leggere le prime righe. Ti piove addosso una tempesta di strombettii; c'è il verde; stai ostruendo il traffico."


Romanzo davvero particolare: appena il Lettore, e poi anche la Lettrice, si appassionano alla storia, questa si interrompe, con grande frustrazione, per errori di stampa o per altri motivi. Ma ne comincia un'altra, e da questa ne nasce un'altra.... Un libro di libri, o per meglio dire, un libro sul piacere di leggere i libri, e su quello che si prova ad essere interrotti sul più bello. 

9 commenti:

  1. Se una notte d'inverno un viaggiatore, fuori dall'abitato di Malbork, sporgendosi dalla costa scoscesa senza temere il vento e la vertigine, guarda in basso dove l'ombra s'addensa in una rete di linee che s'allacciano, in una rete di linee che s'intersecano sul tappeto di foglie illuminate dalla luna intorno a una fossa vuota, -Quale storia, laggiù, attende la fine?
    Tranquilla, questa volta non posso svelare il finale, o i dieci finali!

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  2. Questo libro è un coitus interruptus, apprezzabile per l'idea quasi teatrale, ma sconfortante per la soluzione!

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  3. Mi sono smarrita in questo libro, godendomi soprattutto la parte iniziale, come il lettore arriva al libro che vuole; e immedesimandomi passaggio dopo passaggio da una storia all'altra. E mi piacevano tutte! Ma questo è il significato: passare di palo in frasca e appassionarsi a tutto, un po' come i pensieri a ruota libera che si accavallano nella mente.

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  4. Bello! E alla fine è un romanzo comunque, con una trama, un bel finale, e una morale notevole: tutti noi ci appassioniamo continuamente a cose diverse, anche indipendentemente l'una dall'altra. Non mi ha dato ansia da prestazione, questo è certo!

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  5. La diversità di Calvino rispetto a quasi tutti gli scrittori italiani del '900 consiste proprio in questa capacità di cambiare stile, genere, umore. Questo libro è diverso da tutti gli altri, i suoi compresi.

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  6. Francesco I20/10/12, 12:57

    «Hai con te il libro che stavi leggendo al caffè e che sei impaziente di continuare, per poterlo poi passare a lei, per comunicare ancora con lei attraverso il canale scavato dalle parole altrui, che proprio in quanto pronunciate da una voce estranea, dalla voce di quel silenzioso nessuno fatto d’inchiostro e di spaziature tipografiche, possono diventare vostre, un linguaggio, un codice tra voi, un mezzo per scambiarvi segnali e riconoscervi».

    Italo Calvino, “Se una notte d’inverno un viaggiatore” (1979)

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  7. "Qualcosa mi dev'essere andata per storto: un disguido, un ritardo, una coincidenza perduta; forse arrivando avrei dovuto trovare un contatto, probabilmente in relazione a questa valigia che sembra preoccuparmi tanto, non è chiaro se per timore di perderla o perché non vedo l'ora di disfarmene. Quello che pare sicuro è che non è un bagaglio qualsiasi, da poterlo consegnare al deposito bagagli o far finta di dimenticarlo nella sala d'aspetto. E' inutile che guardi l'orologio; se qualcuno era venuto ad aspettarmi ormai se n'è andato da un pezzo; è inutile che mi arrovelli nella smania di far girare all'indietro gli orologi e i calendari sperando di ritornare al momento precedente a quello in cui è successo qualcosa che non doveva succedere."

    Italo Calvino - da Se una notte d’inverno un viaggiatore
    (grazie a Libreria Post Office)

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  8. Così sempre corre il giovane verso la donna: ma è davvero amore per lei a spingerlo? o non è amore soprattutto di sé, ricerca d'una certezza d'esserci che solo la donna gli può dare? Corre e s'innamora il giovane, insicuro di sé, felice e disperato, e per lui la donna è quella che certamente c'è, e lei sola può dargli quella prova. Ma la donna anche lei c'è e non c'è: eccola di fronte a lui, trepidante anch'essa, insicura, come fa il giovane a non capirlo? Cosa importa chi trai due è il forte e chi il debole? Sono pari. Ma il giovane non lo sa perché non vuole saperlo: quella di cui ha fame è la donna che c'è, la donna certa.
    Lei invece sa più cose; o meno; comunque sa cose diverse; ora è un diverso modo d'essere che cerca.
    (Italo Calvino)

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