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mercoledì 25 aprile 2012

Fahrenheit 451 - Ray Bradbury




(Fahrenheit 451 - 1953)

Il vecchio annusò il volume. 
"Sapete - proseguì - che i libri hanno un po' l'odore della noce moscata o di certe spezie d'origine esotica? Amavo annusarli, da ragazzo.  Signore, quanti bei libri c'erano al mondo un tempo, prima che noi vi rinunciassimo!"

Metto questo libro, che qualche anno fa mi veniva spesso in mente. Perché c'è stato un tempo, forse cessato, forse no, in cui la gente come me ha avuto davvero paura. Immersi negli slogan, assuefatti all'ignoranza, moltissimi individui hanno creduto veramente che la chiave del successo fosse riposta nel consumismo, nel lusso, nella ricchezza materiale. Un tempo infame, nel quale i libri, lo studio, la ricerca erano diventati una minaccia per quei pochi stolti al potere, a cui faceva difetto una consapevolezza eterna: tutto il sapere, il nostro essere, il nostro divenire, giacciono tra le pagine di qualche libro. Perché non succeda mai più, perché non succeda mai, che  qualche ignorante voglia portare un popolo al suo livello.


La locandina del film di Truffaut - 1966

‎"Il vero orrore è quello di un mondo in cui è proibito leggere,
dunque è proibito conoscere, amare, ricordare..."
François Truffaut


15 commenti:

  1. In una società del futuro, tutti i libri sono fuori legge. I pompieri hanno il compito di trovarli e distruggerli. Montag, capo della centrale operativa dei pompieri, scopre la bellezza della lettura e lotta invano per sovvertire il sistema che vieta il possesso di libri. Finirà per fuggire dalla società e rifugiarsi in una comunità di uomini-libro, che imparano a memoria i libri più svariati della storia umana per salvarli dalla morte.

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  2. "Mia moglie dice che i libri non sono reali"
    "E Dio sia lodato per questo! Li si può almeno chiudere, dire: Aspetta un momento. potete farne ciò che volete. Ma chi mai è riuscito a strapparsi dall'artiglio che vi imprigiona quando mettete piede nel salotto TV? Vi foggia secondo l'aspetto che esso più desidera. L'ambiente in cui vi chiude è reale come il mondo. Diviene e pertanto è la verità. I libri possono essere battuti con la ragione."

    Ho messo queste parole del professor Faber, perché le trovo assolutamente attuali. E hanno 60 anni!

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  3. E' da un pò che vivo questa paura,l'ignoranza dilagante,la scuola sempre più impoverita,le persone sempre più fragili ed esposte in una società frenetica ed egoista che poco guarda alle individualità...credo che questo libro rappresenti il mio incubo di sempre..quando nonostante gli slogan di un mondo migliore ,si assiste allo sbriciolamento di ogni valore,alla corsa sfrenata alla ricchezza,ad un carpe diem incurante dei bisogni dell'altro,ad una società che ancora non si fa carico di debellare la fame nelle zone più povere del Mondo,di stroncare guerre intestine che si trascinano da secoli,e dove diventa sempre più profondo il divario tra ricchissimi e poverissimi ,e soprattutto governata da ingiustizia ,corruzione e strapotere
    Il tema è quanto mai attuale, il controllo di massa attraverso la gestione delle informazioni,la distrazione da decisioni di indirizzo politico, avvalendosi di uno sfrenato consumismo..tuttavia nel finale, Montag si ripara lungo il fiume, sulle cui rive incontra un gruppo di uomini fuggiti e che insieme ad altri costituiscono la memoria letteraria dell'umanità,conoscendo a memoria numerosi testi letterari andati ormai perduti..e quindi lascia aperta la porta alla speranza di un futuro diverso e questa è anche la mia speranza

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  4. Incredibilmente questo romanzo è stato scritto 60 anni fa, non ieri. Incredibilmente era un romanzo di fantascienza, e invece ha presagito un'epoca futura in cui la maggiore minaccia non sarebbe stata la vera guerra combattuta, orrenda, reale e visibile, ma qualcosa di più viscido e strisciante, qualcosa che avrebbe attraversato molte culture e molti popoli: l'instupidimento sistematico di razza, quella cosa che ci fa criticare popoli lontani, senza accorgerci che noi stessi siamo ugualmente pilotati.

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  5. Fantastico libro, fantastico film, fantapolitica imperante. Truffaut nel 1966 ne ha fatto un capolavoro, pur eliminando l'emblematica figura di Faber. So che è assolutamente superfluo, ma 451 è la temperatura di combustione della carta secondo la scala Fahrenheit.

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  6. Ci sono libri che vanno letti assieme: Fahrenheit 451 va letto assieme a "1984" e "La fattoria degli animali", entrambi di George Orwell, per la sintonia dell'argomento e per la serietà della questione politica trattata. Potrei fare analogie varie con gli oppiacei sistemi religiosi di sempre, ma mi fermo qui. Se vogliamo essere liberi di pensare, valutare, confrontare, dobbiamo avere accesso a tutti gli strumenti possibili: anche al Corano, al Kalevala, alle mille e una notte, al libretto rosso di Mao, ai diari del Fuhrer. Solo leggendo possiamo considerarci liberi di e liberi da.

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  7. tralasciando al momento libri sia pur piacevolissimi, devo convenire che sono molto contenta della scelta: l'orrenda visione di uno strapotere mediatico ci dovrebbe fare riflettere, chi più chi meno, soprattutto sulla sindrome da spread che ci stanno inoculando, neanche fosse un siero antivipera. Ho una locandina con questo titolo appesa in camera: per non dimenticare mai che se lasciamo che una parte di cervello si addormenti per pigrizia, questa viene subito occupata da qualcun altro.

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    1. Mi piace rispondere ad Elena,mi piace l'idea della sua locandina "per non dimenticare"...quando ho un momento di difficoltà ed ho necessità di una spinta..metto in bella vista un biglietto di un amico con delle bellissime parole e mi sento decisamente meglio

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  8. Una volta la gente diceva "L'ha detto la televisione" oppure "E' scritto sul giornale" subendo queste sovranità strapotente. Allargo il confronto accennando al film "Quinto potere" di Lumet. Voglio poter fare questi confronti e maturare idee mie per sempre.

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  9. Racconto una storia. Un pover'uomo, appassionato di libri, viveva con una moglie ignorante e meschina, che gli impediva qualunque lettura. La voglia di leggere per l'uomo era tale che si riduceva a leggere l'etichetta delle calze chiuso in bagno. Un giorno scopre una specie di rifugio antiatomico, e vi si chiude dentro per leggere in pace. Finalmente sazio, esce a prendere un po' d'aria e trova un mondo distrutto da una guerra terribile, solo morti e distruzione. Ma tra le macerie della biblioteca vede migliaia di libri e sconvolto dalla gioia si precipita a raccoglierli. Adesso può leggere finché vuole, anche se è rimasto l'ultimo uomo sulla terra. Ma, nella frenesia, per un movimento incauto, gli occhiali gli cadono a terra, frantumandosi. Era un magnifico episodio "Ai confini della realtà", Time enough at last, con Burgess Meredith visto la prima volta quando avevo 4 o 5 anni. Da allora questa per me è la descrizione dell'inferno più attendibile.

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    1. ai confini della realtà..ho visto e rivisto tutti questi telefilm..da ragazzina..e mi piacevano tantissimo anche se spesso sembrava non ci fosse un finale o almeno io non coglievo

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  10. grazie a voi compito fatto anche oggi! Grazie ancora e scusatemi per l'anonimato

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  11. Oggi Ray Bradbury è partito per un viaggio, chissaddove... ma sicuramente se lo sta godendo.

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  12. "Ognuno deve lasciarsi qualche cosa dietro quando muore, diceva sempre mio nonno: un bimbo o un libro o un quadro o una casa o un muro eretto con le proprie mani o un paio di scarpe cucite da noi. O un giardino piantato col nostro sudore. Qualche cosa insomma che la nostra mano abbia toccato in modo che la nostra anima abbia dove andare quando moriamo, e quando la gente guarderà l'albero o il fiore che abbiamo piantato, noi saremo là. Non ha importanza quello che si fa, diceva mio nonno, purché si cambi qualche cosa da ciò che era prima in qualcos'altro che porti poi la nostra impronta. La differenza tra l'uomo che si limita a tosare un prato e un vero giardiniere sta nel tocco, diceva. Quello che sega il fieno poteva anche non esserci stato, su quel prato; ma il vero giardiniere vi resterà per tutta una vita."
    da "Fahrenheit 451" di Ray Bradbury

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  13. "C'era un buffissimo uccello, chiamato Fenice, nel più remoto passato, prima di Cristo, e questo uccello ogni quattro o cinquecento anni si costruiva una pira e ci s'immolava sopra. Ma ogni volta che vi si bruciava, rinasceva subito poi dalle sue stesse ceneri, per ricominciare. E a quanto sembra, noi esseri umani non sappiamo fare altro che la stessa cosa, infinite volte, ma abbiamo una cosa che la Fenice non ebbe mai. Sappiamo la colossale sciocchezza che abbiamo appena fatta. Conosciamo bene tutte le innumerevoli assurdità commesse in migliaia di anni e finché sapremo di averle commesse e ci sforzeremo di saperlo, un giorno o l'altro la smetteremo di accendere i nostri fetenti roghi funebri e di saltarci sopra. Ad ogni generazione, raccogliamo un numero sempre maggiore di gente che si ricorda."
    Fahrenheit 451, Ray Bradbury

    Grazie a Libreria Post Office.

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