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giovedì 14 giugno 2012

Il vento nei salici - Kenneth Grahame




(The Wind in the Willows - 1908)

-Ora si scosta e io lo perdo,- deplorò d'un tratto. -Oh, Talpa! Come è bello! Il cicalare giocondo, il tenue, netto, felice richiamo del flauto lontano! Io non ho sognato mai simile musica, e il richiamo in essa è anche più forte di quanto sia dolce la musica! Rema, Talpa, Rema! Chè la musica e il richiamo devono essere per noi.-

Questo brano è tratto dal capitolo VII, Il pifferaio alle soglie dell'alba,  nella versione originale "The Piper at the gates of Dawn" titolo che  i Pink Floyd di Syd Barrett hanno ripreso per il loro album d'esordio.
Da questo libro si potrebbero trarre mille spunti, perché rappresenta, con Il Piccolo Principe e La fattoria degli Animali una ideale trilogia di libri scritti per ragazzi,  ma più apprezzati dagli adulti.  Di cosa narra? Della vita, sia casalinga che avventurosa di alcuni animali, con caratteristiche molto simili a quelle umane. Parla della grandiosità della natura, ma anche di amicizia, solidarietà, difetti, pericoli, lealtà, e difficoltà da risolvere da soli. A parte la volta, proprio in questo capitolo, in cui appare il dio Pan, vero deus ex machina, che, col suono del suo flauto magico, aiuta Ratto e Talpa a ritrovare il cucciolo di Lontra scomparso, per poi svanire rimuovendo il ricordo dalle loro memorie. Mi piace ricordare che la traduzione, lievemente arcaica, è di Beppe Fenoglio.



Così... questo sarebbe un fiume!
- Questo è il fiume, - lo corresse Topo.
- E tu davvero ci vivi accanto? Che bella vita!
- Accanto, insieme, sopra, dentro. E' il mio mondo e non ne desidero altri.


Kenneth Grahame, 'Il vento nei salici'
Ill. di Inga Moore

15 commenti:

  1. Libro che nasce nei boschi fatati delle terre celtiche, dove la natura incontaminata restituisce ancora oggi la giusta dimensione di vita.

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  2. Un confuso mormorio di vocette, ed ecco apparire un gruppo di topi campagnoli che vanno di porta in porta a cantar carole.... ed eccola, deliziosa:

    CAROLA – cap.V DULCE DOMUM

    Voi tutti del villaggio, al turbinare
    Diaccio lasciate spalancar vostri usci;
    Anche se entrarvi il vento può e la neve,
    Accostar ci lasciate al vostro fuoco;
    La gioia sarà vostra, nel mattino!
    Ce ne stiam nella neve grandinosa,
    A scalpicciare e a soffiarci sui diti;
    Pur venimmo da lungi a salutarvi---
    Noi nella strada, voi presso la fiamma---
    Ad augurarvi gioia nel mattino!
    Ben metà della notte era passata,
    Quando a guidarci si levò una stella,
    Di grazie larga e di benedizione---
    Per domani le grazie, e più per oggi:
    Vi sia gioia per tutti, nel mattino!
    Nel nevischio arrancava il buon Giuseppe---
    Vide la stella bassa su un presepe:
    Ed inoltre più non potea Maria.
    Ben trovata, capanna, e la tua roba!
    E d'essa fu la gioia, nel mattino!
    E poi inteser gli angeli cantare:
    -Chi sarà il primo ad annunziar Natale?-
    Le bestie tutte, come poi successe,
    Nel presepe che a lor era d'ostello!
    Loro sarà la gioia, nel mattino!

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    1. “Villagers all, this frosty tide,
      Let your doors swing open wide,
      Though wind may follow,
      and snow beside,
      Yet draw us in by your fire to bide;
      Joy shall be yours in the morning!
      Here we stand in the cold and sleet,
      Blowing fingers and stamping feet,
      Come from far away you to greet-
      You by the fire and we in the street-
      Bidding you joy in the morning!”
      Kenneth Grahame
      THE WIND IN THE WILLOWS
      Finalmente il Topo riuscì a attrarla al desco, e aveva appena incominciato a cincischiare con l’apriscatole, quando s’intese chiasso nel cortile, chiasso affine al tempestare di piedini sulla ghiaia, e un confuso mormorio di vocette, mentre fino a loro giungevano frasi spezzate…
      “Su, tutti, in fila. Alza un po’ più la lanterna, Masino. Anzitutto, schiaritevi la gola… nessun tossicchiare dopo che avrò dato l’un due tre. Dov’è Mino? Qui, spicciati, ché siam tutti sull’aspettativa…”
      “Cos’è?” indagò il Topo, cessando di trafficare.
      “Ho idea che siano i topi campagnoli”, l’informò la Talpa con un pizzico d’orgoglio. “A questa stagione vanno regolarmente in giro a cantar carole. Sono una istituzione vera e propria da ‘ste parti. E non mi scordano mai…Vengono per ultimi dalla Talpa; e io usavo servir loro bibite calde, e anche cena talora, quando potevo. Risentirli sarebbe un tornare ai vecchi tempi.”
      “Vediamoli!” sbottò il Topo, balzando su e avventandosi all’uscio.
      Era una visone deliziosa, e opportuna anche, che s’offerse ai loro occhi quando spalancarono l’uscio. Nel cortile, illuminati dal fioco raggiare d’una lanterna, stavano in semicerchio otto o dieci sorcetti campagnoli, con intorno alla gola rosse sciarpe di lana filata, le zampette anteriori ficcate fonde nelle saccoccie, i piedi inquieti per non intirizzire. Si sogguardavano schivi l’un l’altro con occhi lustri come perline, un poco ghignando, un poco aspirando, e molto tormentandosi le maniche del cappotto. Come la porta s’aperse, quello dei più grandicelli che portava la lanterna disse, “Su, uno, due, tre!” e tosto le acute vocine sorsero nell’aria, cantando una delle vecchie carole che i loro antenati avevano composto nei campi bruciati o gelati, o quando tappati dalla neve nei canti del camino, e loro le tramandarono ché le cantassero nella viuzza infangata, a una finestra illuminata, di luglio.
      CAROLA
      Voi tutti del villaggio, al turbinare
      Diaccio lasciate spalancar vostri usci;
      Anche se entrarvi il vento può e la neve,
      Accostar ci lasciate al vostro fuoco;
      La gioia sarà vostra, nel mattino!
      Ce ne stiamo nella neve grandinosa,
      A scalpicciare e a soffiarci sui diti;
      Pur venimmo da lungi a salutarvi-
      Noi nella strada, voi presso la fiamma-
      Ad augurarvi gioia nel mattino!
      Nel nevischio arrancava il buon Giuseppe-
      Vide la stella bassa su un presepe:
      Ed inoltrar più non potea Maria.
      Ben trovata, capanna, e la tua roba!
      E d’essa fu la gioia, nel mattino!
      E poi inteser gli angeli cantare:
      “Chi sarà il primo ad annunziare il Natale?”
      Le bestie tutte, come poi successe,
      Nel presepe che a loro era d’ostello!
      Loro sarà la gioia, nel mattino!
      Le voci sparirono, i canterini, confusi ma sorridenti, si sbirciavano di sbieco, e ritornò silenzio, ma solo per un istante. Poi, da lassù e da lontano, giù nel budello che avevano appena superato, pervenne alle loro orecchie in un fioco ronzio musicale il concerto di remote campane in scampanio giubilante e clamoroso.
      Kenneth Grahame
      IL VENTO NEI SALICI
      Traduzione di Beppe Fenoglio

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  3. Credo sia superfluo, ma spiego cos'è letteralmente il deus ex machina: nelle opere teatrali dell'antichità, le situazioni impossibili venivano risolte dall'intervento divino, usando questo espediente: una statua del dio più acconcio alla bisogna veniva lentamente calata sul palco tramite una "machina". E tale dio (o dea) compiva il miracolo. Insomma, un simbolo del potere ultraterreno.

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  4. Libro letto praticamente assieme a mio figlio, una favola un po' nordica che si dipana attraverso boschi e fiumi, e scritto, o meglio tradotto, in uno stile diciamo rasserenante, in certi punti anche troppo. Confrontandolo con la fattoria degli Animali di Orwell, direi che siamo lì, ma mentre quest'ultimo è estremamente sarcastico, Il vento nei salici (o Vento tra i salici, come è noto ai più)rimane un romanzo garbato e prezioso.

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  5. julia.junior14/06/12, 15:50

    A me è piaciuto tantissimo, l'abbiamo letto in classe in prima superiore, e nella relazione finale io avevo scritto queste parole: La prima impressione avuta è stata la delicatezza, quasi affettuosa, con cui l'autore affida agli animali i ruoli sia positivi che negativi. Il significato generale è che in ogni comunità ci sono regole scritte e non scritte da rispettare, ma, mentre nelle società umane queste regole vengono stabilite dagli uomini, nel regno animale vengono stabilite dalla natura, e funzionano bene.

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  6. Sono forse l'unica a leggere il collegamento col piccolo principe? In entrambi i libri l'umanità viene analizzata nelle sue peculiarità usando l'espediente delle controfigure, e se nel principe il contesto è fantastico (un deserto, l'universo, i pianeti) qui invece è localizzato nel regno della natura, circoscritto da elementi noti a tutti, e mantenendo una dimensione familiare e paesana. Due splendidi libri: non è mai tardi per rileggerli, sorridere e ragionare.

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  7. Anna Maria14/06/12, 19:48

    Vale davvero la pena di leggere "il vento nei salici. e nella traduzione di Fenoglio,godendo delle illustrazioni in bianco e nero di Shepard

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  8. Naomi Lewis ,scrittrice e critica inglese, voce autorevole nel campo della letteretura per ragazzi, disse di Grahame "ha rappresentato uno dei pochi autori di libri per ragazzi ad averli amati veramente"

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  9. C'è un pò di tutto in questo libro, letto da ragazzi, ma riletto ed apprezzato con maggior piacere,una volta diventati adulti.
    C'è il desiderio presente in ognuno di noi, di sentirsi al sicuro all'interno del proprio Mondo,che è conflittuale ed in antitesi con la voglia e la ricerca di Mondi differenti,la voglia di avventura e del nuovo,che si coniuga con la bellezza della natura,non ultimo il sentimento dell'amicizia e della lealtà che si finalizza nell'aiuto all'amico nel momento del bisogno.
    I personaggi sono variegati, Rospo simpatico, generoso,estroverso ma ricco di ossessioni compulsive,Talpa e Topo d'acqua,molto tranquilli,Topo di mare alter ego del Topo d'acqua ed infine il vecchio e saggio Tasso.Tutti proveranno, in ogni modo, di domare la grande gioia di vita dell'amico Rospo cercando anche con la forza di farlo ragionare.

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  10. Sprofondo nell'adolescenza, considero Alice nel paese delle Meraviglie il primo libro per adulti letto e Il vento nei salici l'ultima favola letta, ed entrambi rappresentano due pilastri per quell'età di mezzo, quando leggere significa contemporaneamente sognare e ragionare. Avevo una passione per il Rospo e per la sua vita spericolata, per le manie di grandezza e le conseguenti batoste, e poi la fuga vestito da lavandaia! Davvero piacevole, anche oggi, per rilassarsi un attimo.

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  11. Questo invece l'ho trovato carino, e un po' soporifero!

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  12. "Alla fine si infilarono nelle cuccette, e Rospo, stiracchiando le zampe, disse assonnato: - Be', buonanotte, ragazzi! Questa si che è vita! E non venitemi a parlare del vostro vecchio fiume!
    - Io non parlo del mio fiume, - rispose Topo, - sai che non lo faccio, Rospo. Ma ci penso, - aggiunse. - Ci penso sempre!
    Talpa si sporse da sotto le coperte, cercò a tentoni la zampa di Topo nell'oscurità e la strinse forte".

    da "Il Vento nel Salici" di Kenneth Grahame

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  13. “Here today, up and off to somewhere else tomorrow! Travel, change, interest, excitement! The whole world before you, and a horizon that's always changing!”
    Kenneth Grahame, The Wind in the Willows

    (Oggi qui, e domani su e giù da qualche altra parte! Viaggi, cambiamento, interessi, emozioni! Tutto il mondo davanti, e un orizzonte che cambia in continuazione!)

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  14. “Ehi, Talpa!” disse il Topo d’acqua.
    “Beh, Topo?” disse la Talpa.
    “Ti garberebbe traghettare?” s’informò subito il Topo.
    Kenneth Grahame
    IL VENTO NEI SALICI
    Traduzione di Beppe Fenoglio
    ❝Quando “IL VENTO NEI SALICI” venne pubblicato per la prima volta nel 1908, non aveva altra illustrazione se non un frontespizio realizzato da Graham Roberts. Da allora quasi 50 artisti si sono cimentati nell’illustrarlo, tra i quali i più noti sono E. H. Shepard e Arthur Rackham. Nomi più recenti contemplano Michael Foreman, Patrick Benson e John Burningham; cosa si può dunque dire di un libro che ancora continua ad ispirare?
    La felice interpretazione che Inga Moore ci dona del capolavoro di Kenneth Grahame (essa conta ben 100 illustrazioni) ha venduto più di 1 milione di copie in tutto il mondo. Davvero si è trattata di “un’aspirazione da lungo tempo covata”, come recita il risvolto di copertina?
    “Non esattamente”, ci risponde Inga, quasi con fare colpevole. “Mi trovavo in un pub in compagnia di un vecchio amico ed è stato lui a suggerirmi l’idea, con naturalezza, quasi nulla fosse. Io rimasi di stucco, letteralmente. Avevo pensato a una cosa del genere in passato, ma solo come a un sogno impossibile a realizzarsi: per me le illustrazioni di Shepard rimanevano l’ultima parola.”
    Gradualmente Inga si è lasciata sedurre dall’idea. Aveva letto il libro quando era ancora adolescente in Australia, e già lo aveva amato per la sua celebrazione della gentilezza e dell’amicizia. Rimase affascinata dall’idea di illustrarlo e di compendiarlo, in modo da renderlo più accessibile ai piccoli lettori.
    Ma a parte questo, ciò che maggiormente cattura l’attenzione è la sua “inglesità”, l’atmosfera tipicamente inglese che fa respirare al lettore. E la campagna: “Sentivo che dovevo fare qualche passo in più rispetto a Shepard e mostrare di più di quel mondo in cui i personaggi vivono e agiscono.”❞
    INGA MOORE, illustratrice de “IL VENTO NEI SALICI”
    Joanna Carey parla con Inga Moore della sua determinazione ad illustrare un classico della letteratura per l’infanzia.

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