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domenica 26 febbraio 2012

Poesie - Emily Dickinson




(Poems - 1865)



We learned the Whole of Love -
The Alphabet - the Words -
A Chapter - then the mighty Book -
Then - Revelation closed -
But in each Other's eyes
An Ignorance beheld -
Diviner than the Childhood's
And each to each, a Child -
Attempted to expound
What neither - understood -
Alas, that Wisdom is so large -
And Truth - so manifold!


Imparammo Tutto dell'Amore -
L'Alfabeto - le Parole -
Un Capitolo - poi il possente Libro -
Poi - la Rivelazione si concluse -
Ma ciascuno negli occhi dell'Altro
Un'Ignoranza scorgeva -
Più Divina di quella della Fanciullezza
E l'uno all'altra, Fanciulli -
Tentammo di spiegare
Ciò che nessuno dei due - capiva -
Ahimè, la Saggezza è così vasta -
E la Verità - così multiforme!


Emily Dickinson (USA 1830-1886)

Ho scelto una poesia che non parlasse di morte, o dell'assenza/vicinanza di Dio, entrambi
temi molto cari a Emily Dickinson.  Di lei continuano a sorprendermi, e a piacermi, le sue 
contraddizioni, o meglio, mi piace l'alternarsi degli stati d'animo, ora concreta, ora astratta; 
ora amata, ora respinta; ora disillusa, ora piena di speranza, ora vergine pudica, ora 
sensuale  amante; ora attratta dalle persone, ora reclusa  nella sua stanza solitaria. 

sabato 25 febbraio 2012

Zio Tibia - AA.VV.











Castelli abbandonati, borghi popolati da contadini superstiziosi, vampiri, spettri, licantropi, morti che ritornano, donne fatali e maledizioni millenarie... tutti i temi classici della migliore tradizione gotica, tratti da autori come Poe, Lovecraft e Bierce, nelle fantasiose versioni a fumetti della celebre rivista americana Creepy. Una selezione di fulminanti capolavori del brivido, straordinari nel disegno ed efficacissimi nella sceneggiatura, presentati dal celebre Zio Tibia, il più macabro e spiritoso personaggio mai disegnato.


"Il sole, papà?"

Ai ragazzini degli anni '70 non devo spiegare nulla, agli altri dico solo che questi tre Oscar Mondadori:
Le spiacevoli notti di Zio Tibia, Zio Tibia colpisce ancora, Mezzanotte con Zio Tibia, oltre alle varie raccolte successive, rappresentano un super-cult tra i mille di quegli anni fantastici. Fumetti (ma che fumetti!) tratti da Edgar Allan Poe, Bram Stoker, Archie Goodwin, Tom Sutton.... e 50 altri. Se mi chiedessero cosa penso dei vampiri che vanno tanto di moda in questo periodo, direi... che me ne fo, io avevo Zio Tibia! Aggiungo solo che nessuno si sognava di girare senza Zio Tibia nel tascapane (militare).


mercoledì 22 febbraio 2012

Moby Dick - Herman Melville


(Moby-Dick, or, The Whale - 1851)

"Già da qualche tempo, sebbene soltanto ad intervalli, la solitaria, appartata Balena Bianca frequentava quei barbari oceani, maggiormente battuti dai cacciatori del capodoglio. ma non tutti, fra loro, ne conoscevano l'esistenza; soltanto pochi, relativamente, l'avevano vista e conosciuta; e il numero di quelli che finora e con cognizione di causa le avevano dato battaglia era in verità assai piccolo." 


Questo romanzo è come il mare. Insondabile, instabile, incontrollabile, infinito. Melville  lascia aperte mille porte: la follia di Achab, la sua estrema ossessione, la brutalità della natura, la dolcezza dell'amicizia alla pari tra Ismaele, marinaio colto, e Queequeg, ramponiere cannibale. Non dà risposte, e va letto senza farsi troppe domande. Invece vale la pena, finito il libro, di rivedere lo splendido film di John Huston, con un Gregory Peck dallo sguardo indimenticabile.


Gregory Peck (capitano Achab) nel film di Huston (1954)




Youghal, Cork (Ireland)



«Non è segnata su nessuna carta: i luoghi veri non lo sono mai».
Da "Moby Dick" di Herman Melville



Herman Melville (USA 1819-1891)


lunedì 20 febbraio 2012

La Duchessa di Amalfi - John Webster


(The Duchess of Malfi - 1614)

FERDINAND: Cover her face; mine eyes dazzle: she died young.


Ferdinando: Copritele il volto, mi abbaglia: è morta giovane

La Duchessa è tenuta prigioniera dai propri fratelli, gelosi di lei fino ad ucciderla. Una tragedia truculenta, impregnata di elegantissima cattiveria. Riporto le parole di un altro drammaturgo, William Rowley:
Non ho mai visto la tua duchessa fino al giorno
In cui le fu data vita nel tuo testo;
Comunque abbia corrisposto al suo amore di bassa lega,
L'ira dei suoi fratelli fu davvero estrema,
Ma la mia opinione è: lei potrebbe forse parlare di più,
Ma mai, nella sua vita, ha parlato meglio.


Eve Best as The Duchess of Malfi, Director Jamie Lloyd
Old Vic - London 2012



giovedì 16 febbraio 2012

La sovrana lettrice - Alan Bennett


(The Uncommon Reader - 2007)

"Lei ha molto tempo per leggere?". "Non proprio, Maestà". "Nemmeno noi, sa. Anche se adesso che siamo qui, immaginiamo sia il caso di prendere in prestito un libro". Il signor Hutchings sorrise con aria premurosa. "Ci saprebbe dare un consiglio?" disse la regina. "Cosa le piace, Maestà?". La regina esitò, perché a dire il vero non lo sapeva. Non aveva mai avuto interesse per la lettura. Leggeva, naturalmente, ma la passione per i libri la lasciava agli altri. Era un hobby e la natura del suo mandato non prevedeva hobby.


E finalmente un giorno la sovrana, per caso, scopre l'esistenza di oggetti strani che si chiamano libri. E' talmente ignorante che anche Norman, il ragazzetto delle cucine, ne sa  più di lei. Comincia a leggere un libro semplice, e poi un altro, e un altro ancora, e poi... finisce prigioniera di un amore così travolgente per la lettura, che avrà ripercussioni su tutti quelli che la circondano, e anche molto oltre....  Spettacolare romanzo di Bennett, delizioso, ironico e divertente. Lo si legge in due ore e si continua a sorridere per altre due.

mercoledì 8 febbraio 2012

Paroles - Jacques Prévert




LES ENFANTS QUI S'AIMENT

Les enfants qui s'aiment s'embrassent debout
Contre les portes de la nuit
Et les passants qui passent les désignent du doigt
Mais les enfants qui s'aiment
Ne sont là pour personne
Et c'est seulement leur ombre
Qui tremble dans la nuit
Excitant la rage des passants
Leur rage, leur mépris, leurs rires et leur envie
Les enfants qui s'aiment ne sont là pour personne
Ils sont ailleurs bien plus loin que la nuit
Bien plus haut que le jour
Dans l'éblouissante clarté de leur premier amour

I RAGAZZI CHE SI AMANO
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore

Ho scelto la poesia più bella, la più famosa, probabilmente la più ovvia.  Ma non importa: quando leggo Prévert vedo un quadro, una fotografia, vedo Parigi animata da persone comuni che diventano speciali,  i loro pensieri, i loro problemi, i loro sogni.  Sento anche la musica.


Jacques Prévert (France - 1900-1977) foto di Doisneau

domenica 5 febbraio 2012

Il deserto dei Tartari - Dino Buzzati


"Tacquero. Dove mai Drogo aveva già visto quel mondo? C'era forse vissuto in sogno o l'aveva costruito leggendo qualche antica fiaba? Gli pareva di riconoscerle, le basse rupi in rovina, la valle tortuosa senza piante né verde, quei precipizi a sghembo e infine quel triangolo di desolata pianura che le rocce davanti non riuscivano a nascondere. Echi profondissimi dell'animo suo si erano ridestati e lui non li sapeva capire."

Giovanni Drogo vive confinato  in un avamposto militare solitario, con l'unico scopo di vedere arrivare i cavalieri del deserto. Trent'anni di vita, a scrutare l'orizzonte, a tenersi pronto per affrontare un nemico che non arriva mai. La sua vita precedente è scomparsa, non esiste altro che la rigida gerarchia militare, e il deserto, infinito, disabitato. Quando infine viene portato via, moribondo,  Drogo si rende conto che il nemico finalmente è arrivato davvero, e di aver trascorso la vita imparando ad affrontare la morte.
Ho scelto questo libro perché in questo momento sto guardando il film di Valerio Zurlini, dal cast stellare, girato nella fortezza persiana di Arg-e Bam, patrimonio dell'Umanità e distrutta da un recente terremoto.



venerdì 3 febbraio 2012

Doppio sogno - Arthur Schnitzler


(Traumnovelle - 1926)

"Tuttavia, come quel precedente sentimento di orrore e vergogna superava di molto tutto ciò che ci si può immaginare da svegli, così non c'è sicuramente nulla nella nostra vita cosciente che possa uguagliare la serenità, la libertà, la felicità che ho provato in questo sogno."

Impossibile stabilire se quello che si raccontano a vicenda Albertine e Fridolin sia sogno o realtà, perché con le loro parole lasciano affiorare desideri repressi,  tensioni interne,  fantasmi dell'inconscio. E l'effetto è tale che il loro rapporto cambierà per sempre. Bel racconto breve e intenso.


Eyes Wide Shut, girato da Kubrick nel 1999

Peyton Place - Grace Metalious


(Peyton Place - 1956)

"Una coppia originale, quelle due: Selena con la sua bellezza zingaresca e gli occhi profondi e vecchi come il tempo; Allison McKenzie, ancora paffuta, con gli occhi spalancati, innocenti e curiosi e quella bocca dolorosa. 
Procurati una corazza, Allison mia cara, pensò la signora Thornton. Trovane una senza punti deboli e fessure in modo che tu possa sopravvivere ai colpi e alle frecce dell'avversa fortuna."

Se un libro passa alla storia per essere sessualmente esplicito, non è detto che non sia anche un bel romanzo, tenendo però presente che è stato scritto nel 1956 e quindi per niente attuale. Peyton Place è una normalissima cittadina del New England, con linde casette, famiglie benestanti, perbenismo imperante... insomma, il classico sogno americano. E se dietro le tendine avvengono fatti  spiacevoli, plagi, violenze, stupri, aborti, parricidi, ovviamente vanno tenuti segreti. E' solo con l'arrivo in città dell'anticonformista Makris, che le cose cominciano a cambiare. Questo romanzo è anche un pregevole trattato sul sentimento amore: tra i protagonisti principali, ed un'infinità di secondari, compare in tutti i suoi aspetti, positivi e negativi.


Hope Lange (Selena Cross) e Diane Varsi (Allison McKenzie) nel film di Robson (1957)