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giovedì 29 novembre 2012

Poesie - Fernando Pessoa


(Poesias - Portugal 1942)


A MORTE E' A CURVA DA ESTRADA



A morte é a curva da estrada,

Morrer é só não ser visto.

Se escuto, eu te oiço a passada
Existir como eu existo.

A terra é feita de céu. 
A mentira não tem ninho. 
Nunca ninguém se perdeu. 
Tudo é verdade e caminho.


La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento i tuoi passi
esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo.
Non ha nido la menzogna.
Mai nessuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggio.


A differenza degli altri poeti che ho proposto, mi è difficile identificarmi nelle idee politiche, sociali e religiose di questo autore. Tuttavia, ignorandone il contesto, il mio parere non vale nulla:  mi limito a leggere i suoi versi, e quelli mi piacciono. Pessoa è enigmatico, sfuggente, discreto. Non gli basta avere uno stile, ne deve inventare altri. Nascono così i suoi eteronimi, Alvaro de Campos, Alberto Caeiro, Bernardo Soares, Ricardo Reis, ossia i suoi alter ego: varie personalità letterarie multiple, complete, con un proprio stile e diverse dalla personalità dell'ortonimo, ossia di se stesso quando si firma come Pessoa (letteralmente: Persona).  Nelle "Pagine Esoteriche" si autodefinisce traduttore, perché l'essere poeta e scrittore non costituisce una professione, ma una vocazione. Per quanto riguarda la sua biografia, dice che Ci sono solo due date: quella della mia nascita e quella della mia morte. Tutti i giorni fra l'una e l'altra sono miei. 





                              Fernando António Nogueira Pessoa (Lisboa, Portugal 1888-1935)


domenica 18 novembre 2012

Poesie - Federico García Lorca


(Antología Poética 1918-1934)

Melodía de Invierno

Manãna de invierno. Silencio. Neblina.
La vega aplanada exhala luz divina.
Mudos los jardines bellos.
Cielo azul. Fuentes heladas.
Mustias rosas escarchadas.
Blancos e turbios destellos.

Una madre andrajosa cruza el jardin.
Tiene el sol un crescendo.
Suaves nubes infinitan el confín
su finito esparciendo.

La madre suspira...
El niño se mueve inquieto
Dibujando a través de los paños
La forma de su esqueleto.

Dolorosa dulzura en el ambiente.
Soleada tibieza.
Cielo azul. Mustias rosas.
Tranquila grandeza.

Mañana de invierno
Cargada de pereza.


MELODIA D'INVERNO
Mattino d'inverno. Silenzio. Nebbia fitta.
Vega spianata emana luce divina.
Muti i giardini belli.
Cielo azzurro. Fontane gelate.
Rose vizze brinate.
Bianchi e torbidi scintillii.
Una madre cenciosa traversa il giardino.
Il sole ha un crescendo.
Nubi delicate fanno infinito il confine.
Spargendo il loro infinito.
La madre sospira...
Il bambino si muove inquieto
Disegnando attraverso i panni
La forma del suo scheletro.
Dolorosa dolcezza nell'aria.
Assolato tepore.
Cielo azzurro. Rose vizze.
Tranquilla grandezza.
Mattino d'inverno
Carico di pigrizia.





Guttuso, Fucilazione in campagna, 1937

dedicato a Federico Garcia Lorca


Come tutto il mondo letterario ed artistico, anche Guttuso fu sconvolto dalla vile e atroce fucilazione di Federico Garcia Lorca, grandissimo poeta e drammaturgo spagnolo, vittima della dittatura franchista, che lo perseguitò a causa delle sue diversità: era omosessuale e repubblicano. Molto di lui è ancora avvolto nel mistero: come non si è ancora riusciti ad individuare la sua salma, abbandonata in una fossa comune dopo la fucilazione, avvenuta nel 1936, così pure non si è ancora riusciti a ricostruire l'intera sua opera letteraria. Rimane comunque una delle voci più importanti della cultura del '900.



Federico del Sagrado Corazón de Jesús García Lorca (Spagna 1898-1936)
EL  POETA  ANDALUSO



Federico Garcia Lorca e Salvador Dalì

martedì 13 novembre 2012

Sulla Strada - Jack Kerouac


(On the Road - 1957)

Mi trovavo a metà strada attraverso l'America, alla linea divisoria fra l'Est della mia giovinezza e l'Ovest del mio futuro, ed è forse per questo che ciò accadde proprio lì e in quel momento, in quello strano pomeriggio rosso.


Un mito di libertà senza tempo, dice in copertina il mio vecchio, vecchissimo libro (è del 1959), ereditato e vissuto come merita abbondantemente. Il manifesto della Beat Generation, aggiungo. La storia è arcinota: Sal Paradise, ovviamente l'autore, viaggia attraverso Stati Uniti e Messico assieme ad un amico. Autostop, autobus e auto, non per arrivare da qualche parte, ma solo per viaggiare, in assoluta libertà. Lo stile narrativo è altrettanto libero, spontaneo ed efficace. Mi piace associarlo ad un film, che non ha nulla da spartire con questo romanzo, tranne questa sensazione emozionante di libertà: Into the Wild, di Sean Penn.


Jack Kerouac - Usa 1922-1969

mercoledì 7 novembre 2012

Sorgo Rosso - Mo Yan




(Hong gaoliang jiazu - Cina 1988)

Il fitto e alto sorgo risplendeva, freddo e gentile seduceva gli uomini, appassionato e tumultuoso. I venti autunnali erano freddi, forti i raggi del sole, gruppi di nuvole bianche e dense vagavano nel cielo azzurro, facendo scivolare sul sorgo le loro ombre color porpora. Per decine di anni che sembrano un giorno, file e file di persone dalla pelle rosso scura hanno fatto la spola tra i fusti del sorgo come disegnando una rete. Essi hanno ucciso, saccheggiato e difeso lealmente il Paese, muovendosi in una danza eroica e tragica che fa impallidire al confronto noi indegni discendenti e mi fa percepire chiaramente la regressione della specie che accompagna il progresso.


La campagna cinese, rosseggiante per le sterminate coltivazioni di sorgo, e per il sangue di cui è impregnata da secoli, fa da sfondo a questo bellissimo romanzo, come una specie di manifesto universale dei milioni di esseri invisibili e di nessuna importanza che vi abitano, subiscono ingiustizie e violenze, per morire poi tutti come se fossero nessuno.
Avevo già parlato della Cina con "Vento dell'Est; Vento dell'Ovest" di Pearl S. Buck, che descrive la vita familiare da un punto di vista diverso, privilegiato e benestante, seppure condizionato da leggi ataviche pressoché inossidabili. In Sorgo Rosso, invece, i protagonisti sono vessati da leggi doppiamente inique: quelle scritte da chi comanda, e quelle dettate dalla povertà. 
L'autore è premio Nobel per la letteratura 2012.
Sicuramente da segnalare il film di Zhang Yimou, Orso d'Oro come miglior film al Festival di Berlino del 1988, con un'eccellente Gong Li nella parte di Nove Fiori.


venerdì 2 novembre 2012

Ragazzi di Vita - Pier Paolo Pasolini


(1955 - Italia)

Era una caldissima giornata di luglio. Il Riccetto che doveva farsi la prima comunione e la cresima, s'era alzato già alle cinque; ma mentre scendeva giù per via Donna Olimpia coi calzoni lunghi grigi e la camicetta bianca, piuttosto che un comunicando o un soldato di Gesù pareva un pischello quando se ne va acchittato pei lungoteveri a rimorchiare.


37 anni fa, oggi, moriva un grande. Secondo il mio metro, grande come Auden, come Bukowski, come Dylan Thomas. Moriva ucciso dalla politica, dall'intolleranza, dall'invidia clericale, dal giustizialismo asservente dell'epoca. Perché in lui, superiore a tutto ciò, convivevano gli spiriti liberi dell'umanità, avanti cinquant'anni rispetto alla sua epoca. Aspro, crudele, amaro, sincero e in una parola UMANO. Se fosse vissuto, non sarebbe cambiato nulla, anzi. Ci avrebbe lasciato qualche capolavoro in più... ed è stato arduo scegliere: l'ho fatto a caso e ho preso questo, forse perché, pur essendo bolognese di nascita, lui ha saputo narrare di Roma come nessuno. Non la Roma comune: la Roma nascosta, vera, umana. Leggetevi i suoi libri: avete di che scegliere. Guardatevi i suoi film: magari Accattone, o Uccellacci e Uccellini. Non oso proporre Sodoma, o le 120 giornate di Salò: ne ha, indirettamente, provocato la morte.
E, infine, un consiglio: buttate via quei palliativi natalizi (non posso chiamarli libri) di giornalettismo momentaneo: se volete capire come andranno le cose, accattatevi Pasolini.


Pier Paolo Pasolini (1922-1975)


e voglio pubblicare due foto stupende, con un insolito Pasolini, il Pasolini che amo:


Anna Magnani & Pier Paolo Pasolini in Venice, 1962

(Archivio Francesco Izzo)