tag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post622799975311368348..comments2024-03-26T05:26:04.701+01:00Comments on BookRaider: Verrà la morte e avrà i tuoi occhi - Cesare PaveseRosaritahttp://www.blogger.com/profile/15399003729756603727noreply@blogger.comBlogger28125tag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-1973713505986937842016-01-14T06:56:14.704+01:002016-01-14T06:56:14.704+01:00A CHE SERVE PASSARE DEI GIORNI SE NON SI RICORDANO...A CHE SERVE PASSARE DEI GIORNI SE NON SI RICORDANO? <br />Cesare Pavese<br /><br />Provando dolore costantemente hai imparato a conviverci, hai creato un chip nella tua mente in grado di cancellare tutto ciò che ti ha creato dispiaceri.<br /><br />E’ come se resettassi i ricordi per qualche tempo, ma durante il più profondo silenzio arriva qualcuno che ti sussurra all’orecchio ciò che ti colpì al cuore, riaprendo quella ferita ormai in fase di chiusura, distruggendo il tuo equilibrio, facendoti perdere il controllo.<br /><br />Vorresti perdere la memoria?<br /><br />Forse potresti dimenticare quel taglio da una certa prospettiva, ma dall’altra forse non potresti essere ciò che sei ora, uomo corazzato, armato di forza, guerriero.<br /><br />Tu che hai imparato ad amare, a soffrire, a perdonare, hai imparato a vivere,<br /><br />vorresti veramente dimenticare?<br /><br />Non puoi scappare dal tuo destino, è una serie di eventi che ti porterà all’equilibrio.<br /><br />Hai imparato a conoscere il mondo, hai capito quanto possa essere crudo anche se pieno di bellezza, ma tutto ciò ti servirà a sconfiggere con più coraggio e consapevolezza i tuoi demoni.<br /><br />Allora guerriero tieni la spada con te perchè ti servirà, forse non adesso, ma prima o poi la impugnerai di nuovo e sarai più forte di prima, se avrai la tua memoria.<br /><br />“A che serve passare dei giorni se non si ricordano?”<br /><br /> <br /><br />(grazie a RestaurArs)<br /><br /> <br />Rosaritahttps://www.blogger.com/profile/15399003729756603727noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-36163074242737222015-04-28T18:00:22.525+02:002015-04-28T18:00:22.525+02:00OGNI GIORNO CHE PASSA E' UN RIANDARE - CESARE ...OGNI GIORNO CHE PASSA E' UN RIANDARE - CESARE PAVESE<br /><br /><br />Ogni giorno che passa è un riandare<br />tutta la storia grigia della vita.<br /><br />Una donna che appena mi ha parlato<br />mi ha messo in cuore come un gran germoglio<br />gonfio di gioia.<br /><br />È una gioia vedere tanti rami<br />verdissimi nel vento e tanti fiori<br />prepotenti, sboccianti, è una gran gioia<br />perché nel sangue pure è primavera.<br /><br />Marilenanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-3363368474762099322015-04-14T06:47:35.490+02:002015-04-14T06:47:35.490+02:00AGONIA - CESARE PAVESE
Girerò per le strade finch...AGONIA - CESARE PAVESE<br /><br />Girerò per le strade finché non sarò stanca morta<br />saprò vivere sola e fissare negli occhi<br />ogni volto che passa e restare la stessa.<br />Questo fresco che sale a cercarmi le vene<br />è un risveglio che mai nel mattino ho provato<br />così vero: soltanto, mi sento più forte<br />che il mio corpo, e un tremore più freddo<br />accompagna il mattino.<br /><br />Son lontani i mattini che avevo vent'anni.<br />E domani, ventuno: domani uscirò per le strade,<br />ne ricordo ogni sasso e le strisce di cielo.<br />Da domani la gente riprende a vedermi<br />e sarò ritta in piedi e potrò soffermarmi<br />e specchiarmi in vetrine. I mattini di un tempo,<br />ero giovane e non lo sapevo, e nemmeno sapevo<br />di esser io che passavo-una donna, padrona<br />di se stessa. La magra bambina che fui<br />si è svegliata da un pianto durato per anni<br />ora è come quel pianto non fosse mai stato<br />.<br />E desidero solo colori. I colori non piangono,<br />sono come un risveglio: domani i colori<br />torneranno. Ciascuna uscirà per la strada,<br />ogni corpo un colore - perfino i bambini.<br />Questo corpo vestito di rosso leggero<br />dopo tanto pallore riavrà la sua vita.<br />Sentirò intorno a me scivolare gli sguardi<br />e saprò d'esser io: gettando un'occhiata,<br />mi vedrò tra la gente. Ogni nuovo mattino,<br />uscirò per le strade cercando i colori.Rosaritahttps://www.blogger.com/profile/15399003729756603727noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-77685529239183310582015-03-03T06:46:18.606+01:002015-03-03T06:46:18.606+01:00Passerò per Piazza di Spagna – Cesare Pavese
Sa...Passerò per Piazza di Spagna – Cesare Pavese <br /> <br />Sarà un cielo chiaro.<br />S’apriranno le strade<br />sul colle di pini e di pietra.<br />Il tumulto delle strade<br />non muterà quell’aria ferma.<br />I fiori spruzzati<br />di colori alle fontane<br />occhieggeranno come donne<br />divertite. Le scale<br />le terrazze le rondini<br />canteranno nel sole.<br />S’aprirà quella strada,<br />le pietre canteranno,<br />il cuore batterà sussultando<br />come l’acqua nelle fontane –<br />sarà questa la voce<br />che salirà le tue scale.<br />Le finestre sapranno<br />l’odore della pietra e dell’aria<br />mattutina. S’aprirà una porta.<br />Il tumulto delle strade<br />sarà il tumulto del cuore<br />nella luce smarrita.<br /><br />Sarai tu – ferma e chiara.<br /><br /><br />da “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, Einaudi Editore, 1951<br />(grazie a tittideluca)Rosaritahttps://www.blogger.com/profile/15399003729756603727noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-43210034981813369782015-01-19T06:52:30.800+01:002015-01-19T06:52:30.800+01:00PER TUTTA L'ESISTENZA – CESARE PAVESE
(grazie...PER TUTTA L'ESISTENZA – CESARE PAVESE<br /><br />(grazie a tittideluca)<br /><br />Per tutta l’esistenza<br />ti avrò, fragilità,<br />nella stanchezza ardente del mio sangue.<br /><br />Mi sei venuta accanto<br />colla promessa viva di un’aurora,<br />sconvolgendomi il sangue<br />come un grande tesoro<br />che si potrà conoscere<br />e possedere fino a sazietà.<br />Racchiudevi un mistero di dolore<br />e di gioia profonda, sconosciuta.<br />Oh un attimo solo di te<br />e mi saresti stata per la vita<br />un ricordo di sogno.<br />Ma non ti sei svelata.<br />Hai saputo il tuo gioco.<br />Sei ritornata a un tratto in mezzo al mondo<br />rinascondendo in te<br />il segreto degli occhi arrovesciati,<br />della tua bellezza più grande,<br />dell’attimo che gioia e sofferenza<br />si fanno un solo brivido.<br /><br />Mi hai strappate le lacrime dal cuore.<br /><br />E da quel giorno buio<br />dinanzi al tuo ricordo<br />per tutta l’esistenza<br />dovrò soffrire ancora<br />la febbre del mistero che ho perduto.<br /><br />Cesare Pavese<br /><br />[2 agosto 1928]<br /><br />da “Prima di «Lavorare stanca» 1923-1930″, in “Cesare Pavese, Le poesie”, Einaudi Editore, 1998<br />Rosaritahttps://www.blogger.com/profile/15399003729756603727noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-57933581633978381232014-10-08T19:57:14.065+02:002014-10-08T19:57:14.065+02:00HAI VISO DI PIETRA SCOLPITA - Cesare Pavese
Hai v...HAI VISO DI PIETRA SCOLPITA - Cesare Pavese<br /><br />Hai viso di pietra scolpita,<br />sangue di terra dura,<br />sei venuta dal mare.<br />Tutto accogli e scruti<br />e respingi da te<br />come il mare. Nel cuore<br />hai silenzio, hai parole<br />inghiottite. Sei buia.<br />Per te l’alba è silenzio.<br /><br />E sei come le voci<br />della terra – l’urto<br />della secchia nel pozzo,<br />la canzone del fuoco,<br />il tonfo di una mela;<br />le parole rassegnate<br />e cupe sulle soglie,<br />il grido del bimbo – le cose<br />che non passano mai.<br />Tu non muti. Sei buia.<br /><br />Sei la cantina chiusa,<br />dal battuto di terra,<br />dov’è entrato una volta<br />ch’era scalzo il bambino,<br />e ci ripensa sempre.<br />Sei la camera buia<br />cui si ripensa sempre,<br />come al cortile antico<br />dove s’apriva l’alba.Alesnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-70814797101795815852014-10-08T19:52:18.297+02:002014-10-08T19:52:18.297+02:00SEMPRE VIENI DAL MARE - Cesare Pavese
Sempre vien...SEMPRE VIENI DAL MARE - Cesare Pavese<br /><br />Sempre vieni dal mare <br />e ne hai la voce roca, <br />sempre hai occhi segreti <br />d’acqua viva tra i rovi, <br />e fronte bassa, come <br />cielo basso di nubi. <br />Ogni volta rivivi <br />come una cosa antica <br />e selvaggia, che il cuore<br />già sapeva e si serra.<br /><br />Ogni volta è uno strappo, <br />ogni volta è la morte. <br />Noi sempre combattemmo. <br />Chi si risolve all’urto <br />ha gustato la morte <br />e la porta nel sangue. <br />Come buoni nemici <br />che non s’odiano più<br />noi abbiamo una stessa <br />voce, una stessa pena <br />e viviamo affrontati <br />sotto povero cielo. <br />Tra noi non insidie, <br />non inutili cose – <br />combatteremo sempre.<br /><br />Combatteremo ancora, <br />combatteremo sempre, <br />perché cerchiamo il sonno<br />della morte affiancati, <br />e abbiamo voce roca <br />fronte bassa e selvaggia<br />e un identico cielo. <br />Fummo fatti per questo. <br />Se tu od io cede all’urto, <br />segue una notte lunga <br />che non è pace o tregua <br />e non è morte vera. <br />Tu non sei più. Le braccia <br />si dibattono invano.<br /><br />Fin che ci trema il cuore. <br />Hanno detto un tuo nome. <br />Ricomincia la morte. <br />Cosa ignota e selvaggia <br />sei rinata dal mare.<br /><br />Cesare PaveseAlesnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-48350924405645357322013-12-20T18:34:49.274+01:002013-12-20T18:34:49.274+01:00I MARI DEL SUD - CESARE PAVESE 2)
Mio cugino è to...I MARI DEL SUD - CESARE PAVESE 2)<br /><br />Mio cugino è tornato, finita la guerra, <br />gigantesco, tra i pochi. E aveva denaro. <br />I parenti dicevano piano: "Fra un anno, a dir molto, <br />se li è mangiati tutti e torna in giro. <br />I disperati muoiono cosi ". <br />Mio cugino ha una faccia recisa. Comprò un pianterreno <br />nel paese e ci fece riuscire un garage di cemento <br />con dinanzi fiammante la pila per dar la benzina <br />e sul ponte ben grossa alla curva una targa-réclame. <br />Poi ci mise un meccanico dentro a ricevere i soldi <br />e lui girò tutte le Langhe fumando. <br />S'era intanto sposato, in paese. Pigliò una ragazza <br />esile e bionda come le straniere <br />che aveva certo un giorno incontrato nel mondo. <br />Ma usci ancora da solo. Vestito di bianco, <br />con le mani alla schiena e il volto abbronzato, <br />al mattino batteva le fiere e con aria sorniona <br />contrattava i cavalli. Spiegò poi a me, <br />quando fallì il disegno, che il suo piano <br />era stato di togliere tutte le bestie alla valle <br />e obbligare la gente a comprargli i motori. <br />"Ma la bestia" diceva "più grossa di tutte, <br />sono stato io a pensarlo. Dovevo sapere <br />che qui buoi e persone son tutta una razza". <br /><br />Camminiamo da più di mezz'ora. La vetta è vicina, <br />sempre aumenta d'intorno il frusciare e il fischiare del vento. <br />Mio cugino si ferma d'un tratto e si volge: "Quest'anno <br />scrivo sul manifesto: - Santo Stefano <br />è sempre stato il primo nelle feste <br />della valle del Belbo - e che la dicano <br />quei di Canelli ". Poi riprende l'erta. <br />Un profumo di terra e di vento ci avvolge nel buio, <br />qualche lume in distanza: cascine, automobili <br />che si sentono appena; e io penso alla forza <br />che mi ha reso quest'uomo, strappandolo al mare, <br />alle terre lontane, al silenzio che dura. <br />Mio cugino non parla dei viaggi compiuti. <br />Dice asciutto che è stato in quel luogo e in quell'altro <br />e pensa ai suoi motori. <br /><br />Solo un sogno <br />gli è rimasto nel sangue: ha incrociato una volta, <br />da fuochista su un legno olandese da pesca, il cetaceo, <br />e ha veduto volare i ramponi pesanti nel sole, <br />ha veduto fuggire balene tra schiume di sangue <br />e inseguirle e innalzarsi le code e lottare alla lancia. <br />Me ne accenna talvolta. <br /><br />Ma quando gli dico <br />ch'egli è tra i fortunati che han visto l'aurora <br />sulle isole più belle della terra, <br />al ricordo sorride e risponde che il sole <br />si levava che il giorno era vecchio per loro.Rosaritahttps://www.blogger.com/profile/15399003729756603727noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-89192554499362965852013-12-20T18:32:02.148+01:002013-12-20T18:32:02.148+01:00Anche questa poesia non fa parte del libro in cope...Anche questa poesia non fa parte del libro in copertina, ma di Lavorare Stanca. Pavese la definisce poesia-racconto, e narra l'incontro del poeta col cugino-eroe che ha sì vissuto una vita entusiasmante nei mari del Sud, ma che nonostante tutto soffre della sua stessa solitudine.<br />La divido in due parti.<br /><br />I MARI DEL SUD - CESARE PAVESE 1)<br /><br />Camminiamo una sera sul fianco di un colle, <br />in silenzio. Nell'ombra del tardo crepuscolo <br />mio cugino è un gigante vestito di bianco, <br />che si muove pacato, abbronzato nel volto, <br />taciturno. Tacere è la nostra virtù. <br />Qualche nostro antenato dev'essere stato ben solo <br />- un grand'uomo tra idioti o un povero folle - <br />per insegnare ai suoi tanto silenzio. <br /><br />Mio cugino ha parlato stasera. Mi ha chiesto <br />se salivo con lui: dalla vetta si scorge <br />nelle notti serene il riflesso del faro <br />lontano, di Torino. "Tu che abiti a Torino... " <br />mi ha detto "...ma hai ragione. La vita va vissuta <br />lontano dal paese: si profitta e si gode <br />e poi, quando si torna, come me a quarant'anni, <br />si trova tutto nuovo. Le Langhe non si perdono". <br />Tutto questo mi ha detto e non parla italiano, <br />ma adopera lento il dialetto, che, come le pietre <br />di questo stesso colle, è scabro tanto <br />che vent'anni di idiomi e di oceani diversi <br />non gliel'hanno scalfito. E cammina per l'erta <br />con lo sguardo raccolto che ho visto, bambino, <br />usare ai contadini un poco stanchi. <br /><br />Vent'anni è stato in giro per il mondo. <br />Se n' andò ch'io ero ancora un bambino portato da donne <br />e lo dissero morto. Sentii poi parlarne <br />da donne, come in favola, talvolta; <br />uomini, più gravi, lo scordarono. <br />Un inverno a mio padre già morto arrivò un cartoncino <br />con un gran francobollo verdastro di navi in un porto <br />e auguri di buona vendemmia. Fu un grande stupore, <br />ma il bambino cresciuto spiegò avidamente <br />che il biglietto veniva da un'isola detta Tasmania <br />circondata da un mare più azzurro, feroce di squali, <br />nel Pacifico, a sud dell'Australia. E aggiunse che certo <br />il cugino pescava le perle. E staccò il francobollo. <br />Tutti diedero un loro parere, ma tutti conclusero <br />che, se non era morto, morirebbe. <br />Poi scordarono tutti e passò molto tempo. <br /><br />Oh da quando ho giocato ai pirati malesi, <br />quanto tempo è trascorso. E dall'ultima volta <br />che son sceso a bagnarmi in un punto mortale <br />e ho inseguito un compagno di giochi su un albero <br />spaccandone i bei rami e ho rotta la testa <br />a un rivale e son stato picchiato, <br />quanta vita è trascorsa. Altri giorni, altri giochi, <br />altri squassi del sangue dinanzi a rivali <br />più elusivi: i pensieri ed i sogni. <br />La città mi ha insegnato infinite paure: <br />una folla, una strada mi han fatto tremare, <br />un pensiero talvolta, spiato su un viso. <br />Sento ancora negli occhi la luce beffarda <br />dei lampioni a migliaia sul gran scalpiccìo. <br /><br />%Rosaritahttps://www.blogger.com/profile/15399003729756603727noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-16843708431238711262013-09-17T17:56:21.418+02:002013-09-17T17:56:21.418+02:00Altra poesia tratta da Lavorare Stanca. Se durante...Altra poesia tratta da Lavorare Stanca. Se durante la prigionia Pavese sognava la libertà, una volta libero non riesce ad adattarsi alla vita normale. E' a disagio in mezzo agli altri, si sente additato e ne soffre. Si isola, quindi, e preferisce andarsene nei boschi con l'unico amico che non lo giudica e non ha pregiudizi: la sua cagna da caccia.<br /><br />L'UOMO SOLO - CESARE PAVESE<br /><br />L'uomo solo - che è stato in prigione - ritorna in prigione<br />ogni volta che morde in un pezzo di pane.<br />In prigione sognava le lepri che fuggono<br />sul terriccio invernale. Nella nebbia d'inverno<br />l'uomo vive tra muri di strade, bevendo<br />acqua fredda e mordendo in un pezzo di pane.<br />Uno crede che dopo rinasca la vita,<br />che il respiro si calmi, che ritorni l'inverno<br />con l'odore del vino nelle calda osteria,<br />e il buon fuoco, la stalla, e le cene. Uno crede,<br />fin che è dentro uno crede. Si esce fuori una sera,<br />e le lepri le han prese e le mangiano al caldo<br />gli altri, allegri. Bisogna guardarli dai vetri.<br />L'uomo solo osa entrare per bere un bicchiere<br />quando proprio si gela, e contempla il suo vino:<br />il colore fumoso, il sapore pesante.<br />Morde il pezzo di pane, che sapeva di lepre<br />in prigione, ma adesso non sa più di pane<br />né di nulla. E anche il vino non sa che di nebbia.<br />L'uomo solo ripensa a quei campi, contento<br />di saperli già arati. Nella sala deserta<br />sottovoce si prova a cantare. Rivede<br />lungo l'argine il ciuffo di rovi spogliati<br />che in agosto fu verde. Dà un fischio alla cagna.<br />E compare la lepre e non hanno più freddo.<br /><br /><br />Federico P.noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-19436699563645803392013-09-17T17:44:41.358+02:002013-09-17T17:44:41.358+02:00Nel 1936 Pavese pubblica una raccolta di poesie sc...Nel 1936 Pavese pubblica una raccolta di poesie scritte durante il confino, rappresentazioni realistiche di situazioni o stati d'animo, intitolata Lavorare Stanca. Questa è la poesia che dà il titolo alla raccolta, scritta col suo caratteristico linguaggio colloquiale.<br /><br />LAVORARE STANCA - CESARE PAVESE<br /><br />Traversare una strada per scappare di casa<br />lo fa solo un ragazzo, ma quest'uomo che gira<br />tutto il giorno le strade, non è più un ragazzo<br />e non scappa di casa.<br />Ci sono d'estate<br />pomeriggi che fino le piazze son vuote, distese<br />sotto il sole che sta per calare, e quest'uomo, che giunge<br />per un viale d'inutili piante, si ferma.<br />Val la pena esser solo, per essere sempre più solo?<br />Solamente girarle, le piazze e le strade<br />sono vuote. Bisogna fermare una donna<br />e parlarle e deciderla a vivere insieme.<br />Altrimenti, uno parla da solo. È per questo che a volte<br />c'è lo sbronzo notturno che attacca discorsi<br />e racconta i progetti di tutta la vita.<br />Non è certo attendendo nella piazza deserta<br />che s'incontra qualcuno, ma chi gira le strade<br />si sofferma ogni tanto. Se fossero in due,<br />anche andando per strada, la casa sarebbe<br />dove c'è quella donna e varrebbe la pena.<br />Nella notte la piazza ritorna deserta<br />e quest'uomo, che passa, non vede le case<br />tra le inutili luci, non leva più gli occhi:<br />sente solo il selciato, che han fatto altri uomini<br />dalle mani indurite, come sono le sue.<br />Non è giusto restare sulla piazza deserta.<br />Ci sarà certamente quella donna per strada<br />che, pregata, vorrebbe dar mano alla casa.Federico P.noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-22440418631610989332013-07-21T21:20:25.002+02:002013-07-21T21:20:25.002+02:00ESTATE (2) - Cesare Pavese
È riapparsa la donna da...ESTATE (2) - Cesare Pavese<br />È riapparsa la donna dagli occhi socchiusi <br />e dal corpo raccolto, camminando per strada. <br />Ha guardato diritto tendendo la mano, <br />nell'immobile strada. Ogni cosa è riemersa. <br /><br />Nell'immobile luce dei giorno lontano <br />s'è spezzato il ricordo. La donna ha rialzato <br />la sua semplice fronte, e lo sguardo d'allora <br />è riapparso. La mano si è tesa alla mano <br />e la stretta angosciosa era quella d'allora. <br />Ogni cosa ha ripreso i colori e la vita <br />allo sguardo raccolto, alla bocca socchiusa.<br /><br />È tornata l'angoscia dei giorni lontani <br />quando tutta un'immobile estate improvvisa <br />di colori e tepori emergeva, agli sguardi <br />di quegli occhi sommessi. È tornata l'angoscia <br />che nessuna dolcezza di labbra dischiuse <br />può lenire. Un immobile cielo s'accoglie <br />freddamente, in quegli occhi. <br />Fra calmo il ricordo <br />alla luce sommessa dei tempo, era un docile <br />moribondo cui già la finestra s'annebbia e scompare. <br />Si è spezzato il ricordo. La stretta angosciosa <br />della mano leggera ha riacceso i colori <br />e l'estate e i tepori sotto il viviclo cielo. <br />Ma la bocca socchiusa e gli sguardi sommessi <br />non dan vita che a un duro inumano silenzio.<br /> Marilenanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-75879581892076207052013-07-21T21:15:37.062+02:002013-07-21T21:15:37.062+02:00Ho due poesie da postare, entrambe si chiamano Est...Ho due poesie da postare, entrambe si chiamano Estate e nessuna fa parte del libro in questione, ma sono belle ed emozionanti, non potevo ignorarle.<br /><br />ESTATE (1) - Cesare Estate<br />C'è un giardino chiaro, fra mura basse,<br />di erba secca e di luce, che cuoce adagio<br />la sua terra. È una luce che sa di mare.<br />Tu respiri quell'erba. Tocchi i capelli<br />e ne scuoti il ricordo.<br />Ho veduto cadere<br />molti frutti, dolci, su un'erba che so,<br />con un tonfo. Così trasalisci tu pure<br />al sussulto del sangue. Tu muovi il capo<br />come intorno accadesse un prodigio d'aria<br />e il prodigio sei tu. C'è un sapore uguale<br />nei tuoi occhi e nel caldo ricordo.<br />Ascolti.<br />La parole che ascolti ti toccano appena.<br />Hai nel viso calmo un pensiero chiaro<br />che ti finge alle spalle la luce del mare.<br />Hai nel viso un silenzio che preme il cuore<br />con un tonfo, e ne stilla una pena antica<br />come il succo dei frutti caduti allora.<br />Marilenanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-66712978704253249562013-07-14T08:18:21.015+02:002013-07-14T08:18:21.015+02:00Pavese ha una sensibilità che mi sconvolge sempre....Pavese ha una sensibilità che mi sconvolge sempre. Questa poesia è tratta da Lavorare stanca - Poesie aggiunte<br /><br />INCONTRO CESARE PAVESE<br /><br />Queste dure colline che han fatto il mio corpo<br />e lo scuotono a tanti ricordi, mi han schiuso il prodigio<br />di costei, che non sa che la vivo e non riesco a comprenderla.<br /><br />L'ho incontrata, una sera: una macchia più chiara<br />sotto le stelle ambigue, nella foschia d'estate.<br />Era intorno il sentore di queste colline<br />più profondo dell'ombra, e d'un tratto suonò<br />come uscisse da queste colline, una voce più netta<br />e aspra insieme, una voce di tempi perduti.<br /><br />Qualche volta la vedo, e mi vive dinanzi<br />definita, immutabile, come un ricordo.<br />Io non ho mai potuto afferrarla: la sua realtà<br />ogni volta mi sfugge e mi porta lontano.<br />Se sia bella, non so. Tra le donne è ben giovane:<br />mi sorprende, e pensarla, un ricordo remoto<br />dell'infanzia vissuta tra queste colline,<br />tanto è giovane. È come il mattino. Mi accenna negli occhi<br />tutti i cieli lontani di quei mattini remoti.<br />E ha negli occhi un proposito fermo: la luce più netta<br />che abbia avuto mai l'alba su queste colline.<br /><br />L'ho creata dal fondo di tutte le cose<br />che mi sono più care, e non riesco a comprenderla.<br /><br />8-15 agosto 1932<br />Eleonoranoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-19733775717135638082013-07-04T16:29:40.125+02:002013-07-04T16:29:40.125+02:00Di salmastro e di terra
è il tuo sguardo. Un giorn...Di salmastro e di terra<br />è il tuo sguardo. Un giorno<br />hai stillato di mare.<br />Ci sono state piante<br />al tuo fianco, calde,<br />sanno ancora di te.<br />L'agave e l'oleandro.<br />Tutto chiudi negli occhi.<br />Di salmastro e di terra<br />hai le vene, il fiato.<br />Bava di vento caldo,<br />ombre di solleone ‒<br />tutto chiudi in te.<br />Sei la voce roca<br />della campagna, il grido<br />della quaglia nascosta,<br />il tepore del sasso.<br />La campagna è fatica,<br />la campagna è dolore<br />Con la notte il gesto<br />del contadino tace.<br />Sei la grande fatica<br />e la notte che sazia.<br /><br />Come la roccia e l'erba,<br />come terra, sei chiusa;<br />ti sbatti come il mare.<br />La parola non c'è<br />che ti può possedere<br />o fermare. Cogli<br />come la terra gli urti,<br />e ne fai vita, fiato<br />che carezza, silenzio.<br />Sei riarsa come il mare,<br />come un frutto di scoglio,<br />e non dici parole<br />e nessuno ti parla.<br /><br />15 novembre '45<br /><br />CESARE PAVESELiccanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-20809703644699253902013-02-09T13:25:38.805+01:002013-02-09T13:25:38.805+01:00TERRA ROSSA TERRA NERA DI CESARE PAVESE
Un uomo, m...TERRA ROSSA TERRA NERA DI CESARE PAVESE<br />Un uomo, meraviglioso, ed il suo territorio. Questa è la mia poesia, la prima di questo indispensabile volumetto, direi quasi un quaderno:<br /><br />TERRA ROSSA TERRA NERA, CESARE PAVESE<br /><br />Terra rossa terra nera, <br />tu vieni dal mare, <br />dal verde riarso, <br />dove sono parole <br />antiche e fatica sanguigna <br />e gerani tra i sassi - <br />non sai quanto porti <br />di mare parole e fatica, <br />tu ricca come un ricordo, <br />come la brulla campagna, <br />tu dura e dolcissima <br />parola, antica per sangue<br />raccolto negli occhi; <br />giovane, come un frutto <br />che è ricordo e stagione - <br />il tuo fiato riposa <br />sotto il cielo d'agosto,<br />le olive dei tuo sguardo <br />addolciscono il mare, <br />e tu vivi rivivi <br />senza stupire, certa <br />come la terra, buia <br />come la terra, frantoio <br />di stagioni e di sogni <br />che alla luna si scopre <br />antichissimo, come <br />le mani di tua madre, <br />la conca del braciere.<br />27 ottobre 1945aludhttps://www.blogger.com/profile/02651067643857730154noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-49772512716885470292013-02-09T10:15:35.145+01:002013-02-09T10:15:35.145+01:00La poesia è l'essenza della sofferenza... non ...La poesia è l'essenza della sofferenza... non ricordo chi l'ha detto, ma sono d'accordo, perché sono una di quelle persone che mentre leggono i versi di una poesia riprovano gli stessi brividi e le stesse emozioni del poeta che l'ha scritta. Questo libricino mi manca e vado a comprarmelo. annahttps://www.blogger.com/profile/08412268817446873092noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-23603932481627570282013-01-25T11:26:59.614+01:002013-01-25T11:26:59.614+01:00Rileggendo le poesie di Cesare Pavese mi sono soff...Rileggendo le poesie di Cesare Pavese mi sono soffermata su questa da subito.tuttavia ne ho cercata un'altra che potesse emozionarmi in egual misura, inutilmente.<br />Questa mi ha letteralmente rapita e spero che vi arrivino le stesse emozioni<br />L'amico che dorme<br />Che diremo stanotte all'amico che dorme? <br />La parola più tenue ci sale alle labbra <br />dalla pena più atroce. <br />Guarderemo l'amico, <br />le sue inutili labbra che non dicono nulla, <br />parleremo sommesso. <br />La notte avrà il volto <br />dell'antico dolore che riemerge ogni sera <br />impassibile e vivo. <br />Il remoto silenzio soffrirà come un'anima, muto, nel buio. <br />Parleremo alla notte che fiata sommessa. <br />Udiremo gli istanti stillare nel buio <br />al di là delle cose, nell'ansia dell'alba,<br />che verrà d'improvviso incidendo le cose <br />contro il morto silenzio. <br />L'inutile luce svelerà il volto assorto del giorno. <br />Gli istanti taceranno. <br />E le cose parleranno sommessoEnricanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-55090463934146185222013-01-25T07:26:31.646+01:002013-01-25T07:26:31.646+01:00Ecco la mia poesia. L'ho scelta perché ognuno ...Ecco la mia poesia. L'ho scelta perché ognuno di noi, a volte, viene sopraffatto dalla paura di perdere chi amiamo.<br /><br />You, wind of March - Cesare Pavese<br /><br />Sei la vita e la morte. <br />Sei venuta di marzo <br />sulla terra nuda - <br />il tuo brivido dura. <br />Sangue di primavera <br />- anemone o nube - <br />il tuo passo leggero <br />ha violato la terra. <br />Ricomincia il dolore. <br /><br />Il tuo passo leggero <br />ha riaperto il dolore. <br />Era fredda la terra <br />sotto povero cielo, <br />era immobile e chiusa <br />in un torpido sogno, <br />come chi più non soffre. <br />Anche il gelo era dolce <br />dentro il cuore profondo. <br />Tra la vita e la morte <br />la speranza taceva. <br /><br />Ora ha una voce e un sangue <br />ogni cosa che vive. <br />Ora la terra e il cielo <br />sono un brivido forte, <br />la speranza li torce, <br />li sconvolge il mattino, <br />li sommerge il tuo passo, <br />il tuo fiato d'aurora. <br />Sangue di primavera, <br />tutta la tetra trema <br />di un antico tremore. <br /><br />Hai riaperto il dolore. <br />Sei la vita e la morte. <br />Sopra la terra nuda <br />sei passata leggera <br />come rondine o nube, <br />e il torrente del cuore <br />si è ridestato e irrompe <br />e si specchia nel cielo <br />e rispecchia le cose - <br />e le cose, nel cielo e nel cuore <br />soffrono e si contorcono <br />nell'attesa di te. <br />E' il mattino, è l'aurora, <br />sangue di primavera, <br />tu hai violato la terra. <br /><br />La speranza si torce, <br />e ti attende ti chiama. <br />Sei la vita e la morte. <br />Il tuo passo è leggero. <br /><br />25 marzo 1950Mariannahttps://www.blogger.com/profile/10816943591627239543noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-41065130106410218812013-01-24T08:28:35.979+01:002013-01-24T08:28:35.979+01:00Dal dolore nascono profonde emozioni,il dolore apr...Dal dolore nascono profonde emozioni,il dolore apre le porta dell'anima;,ed è nella sofferenza che si assaporano profondamente sensazioni volutamente relegate in un angolino e che solo l'esasperazione dello sconforto,riesce a materializzare come esistenti e da qui nascono bellissime poesieEnricanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-72209726571621679322013-01-24T07:09:38.189+01:002013-01-24T07:09:38.189+01:00The cats will know - Cesare Pavese
Ancora cadrà l...The cats will know - Cesare Pavese<br /><br />Ancora cadrà la pioggia <br />sui tuoi dolci selciati, <br />una pioggia leggera <br />come un alito o un passo. <br />Ancora la brezza e l'alba <br />fioriranno leggere <br />come sotto il tuo passo, <br />quando tu rientrerai. <br />Tra fiori e davanzali <br />i gatti lo sapranno. <br /><br />Ci saranno altri giorni, <br />ci saranno altre voci. <br />Sorriderai da sola. <br />I gatti lo sapranno. <br />Udrai parole antiche, <br />parole stanche e vane <br />come i costumi smessi <br />delle feste di ieri. <br /><br />Farai gesti anche tu. <br />Risponderai parole - <br />viso di primavera, <br />farai gesti anche tu. <br /><br />I gatti lo sapranno, <br />viso di primavera; <br />e la pioggia leggera, <br />l'alba color giacinto, <br />che dilaniano il cuore <br />di chi più non ti spera, <br />sono il triste sorriso<br />che sorridi da sola. <br />Ci saranno altri giorni, <br />altre voci e risvegli. <br />Soffriremo nell'alba, <br />viso di Primavera. <br /><br />E' triste, lo so. Eppure è una sensazione intensa lasciarsela scivolare addosso, provare sulla propria pelle il dolore di un uomo, sia quello espresso apertamente nella disperata rassegnazione, sia quello inespresso, stracciante, che sappiamo bene dove lo porterà. Credo che il dolore, per Pavese, rappresenti l'espressione più alta, più esasperata di tutta la letteratura italiana.elehttps://www.blogger.com/profile/11454429975596336807noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-25615816091738632402013-01-23T16:24:54.494+01:002013-01-23T16:24:54.494+01:00"La novità principale della poesia è quella c..."La novità principale della poesia è quella che il poeta identifica la morte negli occhi dell’attrice americana Constance Dowling,intravede, intuitivamente, la propria morte nell’attrice e nei suoi occhi, che lo guardano attenti e fissi. L’idea della morte è per lui un pensiero costante"<br /> Professore Biagio Carrubba.<br /><br />Enricanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-61216224430169092772013-01-22T17:47:06.954+01:002013-01-22T17:47:06.954+01:00Commento a pelle, senza riprendere in mano il libr...Commento a pelle, senza riprendere in mano il libro. Lui è meravigliosamente triste, e ci cattura con la musicalità dei suoi versi. Hai ragione quando affermi che le più esaltanti opere d'arte nascono sempre da un trauma, o da una sofferenza. In particolare, nessun poeta ha avuto una vita facile, o una morte tranquilla: basti pensare ai poeti romantici inglesi di cui hai parlato, tutti cari agli dei e morti giovani in circostanze drammatiche, per non dire tragiche (eccezion fatta per Wordsworth, defunto tranquillamente nel suo letto da vecchio). Non credo sia frequente che qualcuno sia riuscito a rendere immortali la gioia, l'allegria e la serenità; lo stesso Inno alla gioia del connubio Schiller-Beethoven è triste, pomposo e inquietante, per non parlare dei Carmina Burana, delle grandi opere liriche, dei quadri di Picasso, per non parlare poi delle poesie di Neruda (amore-passione-Pinochet)e così via, all'infinito. Il mio omaggio a Pavese arriverà tra poco. Prima mi premeva dire queste cose, che in realtà penso da sempre. Mariannahttps://www.blogger.com/profile/10816943591627239543noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-25534930416404342672013-01-22T16:03:57.441+01:002013-01-22T16:03:57.441+01:00Cesare Pavese, antifascista. Da "La terra e l...Cesare Pavese, antifascista. Da "La terra e la morte":<br /><br /> <br />Tu non sai le colline<br />dove si è sparso il sangue.<br />Tutti quanti fuggimmo<br />tutti quanti gettammo<br />l'arma e il nome. Una donna<br />ci guardava fuggire.<br />Uno solo di noi<br />si fermò a pugno chiuso,<br />vide il cielo vuoto,<br />chinò il capo e morì<br />sotto il muro, tacendo.<br />Ora è un cencio di sangue<br />e il suo nome. Una donna<br />ci aspetta alle colline.<br /> Cin@noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4964616695255249705.post-67983860399766615162013-01-22T15:14:28.954+01:002013-01-22T15:14:28.954+01:00Il tempo di trovarla - il tempo di copiarla. Sei l...Il tempo di trovarla - il tempo di copiarla. Sei la luce e il mattino, dice Pavese, perché ci spero ancora, ti aspetto, ti voglio, ci credo, voglio crederci, voglio illudermi. Finirà questa triste notte, tornerà l'alba. Perché tu al mattino ritorni sempre. Una meraviglia, un sogno.<br /><br />In the morning you always come back - Cesare Pavese<br /><br />Lo spiraglio dell'alba <br />respira con la tua bocca <br />in fondo alle vie vuote. <br />Luce grigia i tuoi occhi, <br />dolci gocce dell'alba <br />sulle colline scure. <br />Il tuo passo e il tuo fiato <br />come il vento dell'alba <br />sommergono le case. <br />La città abbrividisce, <br />odorano le pietre - <br />sei la vita, il risveglio. <br /><br />Stella sperduta <br />nella luce dell'alba,<br />cigolìo della brezza, <br />tepore, respiro - <br />è finita la notte. <br /><br />Sei la luce e il mattino. <br /><br />20 marzo 1950Robyhttps://www.blogger.com/profile/14809719746975999260noreply@blogger.com