1979
"Mai c'è stata un'epoca, mi pare, in cui come oggi quello che si dice ha più importanza di quello che si fa. Basta che uno della retroguardia dica di essere per l'avanguardia, ed è un'avanguardista; che un reazionario dica di essere per la rivoluzione, ed è un rivoluzionario; che un mascalzone dica di essere per l'onestà ed è onesto. E se non si torna a chieder alle persone il conto preciso di quello che sono, di quello che fanno, di come vivono; se non si torna a giudicare un'azione per quella che è, senza far caso se è fatta con la mano sinistra (che sa quello che fa la destra) o con la mano destra (che sa quello che fa la sinistra), temo che nessuna riforma o rivolgimento varrà a cavare il classico ragno dal classico buco: immagine del tutto pertinente alla situazione, e anzi da moltiplicare - tanti buchi, tanti ragni."
Quando uscì questo saggio, nel 1979, probabilmente io ero troppo giovane per apprezzarlo, essendo allora molto più interessata ai suoi romanzi. Comunque, lo comprai, lo lessi, e lo dimenticai quasi. Ma in questi giorni, (36 anni dopo!) l'ho riletto con un interesse crescente, l'ho sottolineato e commentato, tenendo altri libri e wikipedia a portata di mano per approfondire: il massimo pregio di un buon libro.
Con questa raccolta di appunti, riflessioni ed articoli scritti dal 1969 al 1979, Sciascia traccia mille storie, soprattutto siciliane, partendo da fatti di cronaca che vengono commentati allargandone il campo, offrendo così un panorama molto vasto su cui riflettere. Nessun aspetto sociale, o politico, va preso per caso, o superficialmente.
Riprendere in mano oggi questo magnifico testo significa capire molto delle cose incomprensibili e mai spiegate che sono successe in quegli anni: quello che c'era dietro, e quello che ci sarebbe stato davanti. Come per Pasolini: se vogliamo capire la storia di oggi, dobbiamo cominciare da ieri.
Leonardo Sciascia (Racalmuto 1921 – Palermo 1989)