EVANGELINE, A TALE OF ACADIE - INTRO
This is the forest primeval. The murmuring pines and the hemlocks, | |
Bearded with moss, and in garments green, indistinct in the twilight, | |
Stand like Druids of eld, with voices sad and prophetic, | |
Stand like harpers hoar, with beards that rest on their bosoms. | |
Loud from its rocky caverns, the deep-voiced neighboring ocean | |
Speaks, and in accents disconsolate answers the wail of the forest. | |
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This is the forest primeval; but where are the hearts that beneath it | |
Leaped like the roe, when he hears in the woodland the voice of the huntsman? | |
Where is the thatch-roofed village, the home of Acadian farmers,— | |
Men whose lives glided on like rivers that water the woodlands, | |
Darkened by shadows of earth, but reflecting an image of heaven? | |
Waste are those pleasant farms, and the farmers forever departed! | |
Scattered like dust and leaves, when the mighty blasts of October | |
Seize them, and whirl them aloft, and sprinkle them far o’er the ocean. | |
Naught but tradition remains of the beautiful village of Grand-Pré. | |
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Ye who believe in affection that hopes, and endures, and is patient, | |
Ye who believe in the beauty and strength of woman’s devotion, | |
List to the mournful tradition, still sung by the pines of the forest; | |
List to a Tale of Love in Acadie, home of the happy.
EVANGELINA - Introduzione
Oh la foresta secolare! I pini Bisbiglianti e gli abeti, a cui s'appiglia L'edera e il musco, appaion nel barlume Del soave crepuscolo confusi: Stan quai canuti menestrelli, il maschio Petto listato di prolissa barba, O quai Druïdi antichi, allor che accenti Spargean mesti e profetici. Solleva Il vicino oceàn selvaggiamente La profonda sua voce, dai rocciosi Specchi riverberata; e lo stormire de la boscaglia gli risponde, a modo Di lamentoso assenso. Oh la foresta Secolare! ma, dite, ove mai sono I cor che a le conserte ombre sue cupe Balzavan, come il biondo capriolo, S'ode appressarsi de la caccia il grido? Ricoverti di paglia? Ove l'asilo Dei coloni d'Acadia, a cui la vita Trascorrea placidissima com'onda Di fiumicel, che la campagna innaffia, Oscurata talor dall'imminente Ripa, ma speglio a chiaro arco de' cieli? Ahi quelle apriche fattorie dal foco Fûro distrutte, e duramente espulsi Gl'ingenui agricoltor! Così 'l perverso
Soffio d'ottobre sibilando innalza
La polvere e le foglie, e via per l'aria
Le mulina, e le sperde in su le spume
Di procelloso mar. Nulla rimane
Or del villaggio di Granprato, tranne
Il fuggevol ricordo.
Oh tu che credi
All'affetto che spera, e soffre, e tace
Rassegnato; e t'esalti quando invitto
Animo femminile a la sventura
Miri sacrarsi: ascolta oggi la mesta
tradizion che ne la selva i pini
Van ripetendo; oggi la storia ascolta
D'un fido Amor ne la beata Acadia. | |
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Stile antiquato e conforme all'epoca dei miei libri: Poems risale al 1899. Il volume con la traduzione di Carlo Faccioli risale al 1878, e si vede! Ma per questo mi sono davvero preziosi.
Evangelina vive in Acadia (Nuova Scozia). Il giorno del suo matrimonio, improvvisamente, tutti gli abitanti del villaggio vengono fatti sgombrare per l'arrivo dei soldati inglesi, e nella confusione la ragazza rimane separata dal marito. Separazione che durerà tutta la vita, meno un attimo, nel quale Evangelina, ormai anziana suora-infermiera in un lazzaretto, ritrova il suo perduto marito, ormai morente.
Henry Wadsworth Longfellow
Portland (Maine) 1807 - Cambridge (Massachusetts) 1882