(Feltrinelli 2011)
DAL CICLO "VERSI PER LA FIGLIA"
Un giorno, meravigliosa creatura,
io per te diventerò un ricordo,
là, nella tua memoria occhi-turchina
sperduto - così lontano - lontano.
Tu dimenticherai il mio profilo col naso a gobba,
e la fronte nell'apoteosi della sigaretta,
e il mio eterno riso, che tutti intriga,
e il centinaio - sulla mano operaia -
di anelli d'argento - la soffitta-cabina,
la divina sedizione delle mie carte...
E come, in un anno tremendo, innalzate dalla sventura,
tu piccola eri e io - giovane.
Novembre 1919
Anche la Cvetaeva era invisa all'establishment del suo paese a causa del suo essere avanguardista, rivoluzionaria e futurista; mentre era apprezzatissima negli ambienti letterari e artistici per quel suo modo nuovo di intendere la poesia, con impeto e tempestosa perfezione. Merito della madre: non le insegnò la musica o la poesia, ma a sentirne la necessità.
Costretta per tutta la vita a vagare per l'Europa, dopo la sua morte fu tenuta al bando per altri vent'anni. Oggi è universalmente considerata una delle voci più grandi della poesia russa.
Marina Ivanovna Cvetaeva (Mosca 1892 - Elabuga 1941)