(The night of the Hunter - 1953)
"Ben resta in silenzio. Il Predicatore si allontana e rimane a fissare fuori dalla finestra della cella con le mani lunghe e ossute dietro la schiena. Pensa: ma che uomo si fa tatuare le dita a quel modo? Una lettera blu ciascuno, nella pellaccia grigia della destra c'è scritto L-O-V-E, amore. nella sinistra invece H-A-T-E, odio. Che razza di uomo è?"
Robert Mitchum nel film "La morte corre sul fiume" (The Night of the Hunter) diretto nel 1955 da Charles Laughton.
Da grande ho sempre preferito leggere prima il libro e poi vederne il film. In questo caso (come per Il Buio oltre la Siepe) diciamo che mi sono avvantaggiata col film di almeno 40 anni. Sono due film inscindibili nella mia memoria: terrore puro e brividi di emozione, bambini protagonisti e importanti contesti sociali sullo sfondo.
Anche i romanzi da cui sono stati tratti i due film sono in un certo senso inscindibili. Sia Davis Grubb che Harper Lee non hanno scritto molto altro, e i loro libri sono stati surclassati dai film relativi. Eppure, sono due capolavori: del Buio oltre la Siepe ne ho parlato in un altro post.
Grubb ambienta la sua storia durante la Depressione, a Moundsville dove era nato. Scrive senza tanti fronzoli, virgolette o parentesi: l'immagine e il messaggio sono asciutti e immediati. Indimenticabile il corollario di persone semplici, vittime designate del fanatismo religioso. Indimenticabile il coraggio dei bambini di allora. Infine, ovviamente impossibile leggere la storia senza vedersi davanti la faccia sardonica di Robert Mitchum, perfetto nelle vesti avide e untuose di Harry Powell, il Predicatore (il cacciatore nella versione originale): l'Uomo Nero per eccellenza.
Davis Grubb - Moundsville (West Virginia 1919 - New York 1980)