(The Shadow Line - 1917)
Si va avanti ritrovando i solchi lasciati dai nostri predecessori, eccitati, divertiti, facendo tutt'un fascio di buona e cattiva sorte - zuccherini e batoste, si può dire - il pittoresco lascito assegnato a tutti, che tante cose riserba a chi ne avrà i meriti, o forse a chi avrà fortuna. Già. Si va avanti. E anche il tempo va, fino a quando innanzi a noi si profila una linea d'ombra, ad avvertirci che bisogna dare addio anche al paese della gioventù.
Tutti ci siamo sentiti speciali, invincibili e diversi dagli altri, eravamo giovani, spensierati e con la certezza che non saremmo mai diventati come i nostri genitori, come gli adulti, così noiosamente seri e uguali tra di loro. Tutti abbiamo preso allegramente decisioni avventate, sconsiderate, per il solo gusto di affermare la libertà di essere come ci pareva. Eppure, come succede al capitano senza nome di questo romanzo, viene un giorno in cui si prende una decisione. Una qualunque, ma proprio quella che ci cambierà la vita gettandoci in una serie di prove, imprevisti, conflitti, reazioni. Una decisione che ci costringerà ad attraversare la linea che separa la spensierata gioventù dalla vita adulta. Una linea alla quale tutti tentavamo di sfuggire: la nostra linea d'ombra.
Jozef Teodor Konrad Korzeniowski (UK 1857-1924, polacco di nascita)
Mi ricorda un'estate in Calabria, lo leggevo in spiaggia all'alba, mentre tutti dormivano. All'inizio mi sembrava noioso, ma diventa coinvolgente quando il protagonista sale sulla nave, ed è ancora un ragazzo un po' arrogante e presuntuoso, refrattario ai consigli degli adulti. Ma quando scende dalla nave, a Singapore, è un uomo diverso, quel viaggio tormentato gli ha fatto affrontare i suoi limiti, gli altri, la vita stessa.
RispondiEliminaprima di leggerlo ero convinto che il titolo richiamasse il Salmo 23 (...se dovessi attraversare una valle oscura....) e quindi che la Linea d'ombra fosse la morte. Invece mi sono trovato davanti ad uno dei più bei romanzi di formazione mai letti, bello nella parte iniziale, con l'acredine del giovane verso l'esperienza degli adulti, bello nel coraggio dimostrato ad affrontare un'avventura sconsiderata, bello nella umana debolezza tipica dei grandi cambiamenti, e infine bello nei rapporti conflittuali con gli uomini dell'equipaggio, tra tutti lo splendido cuoco Ransome: un marinaio meraviglioso, che a porto raggiunto prenderà a sua volta una decisione, come a chiudere un cerchio perfetto. Assolutamente imperdibile.
RispondiElimina"Ma tornato indietro incontrai Ransome che recava la lampada di riserva per la chiesuola. Quell'uomo notava ogni cosa, badava a tutto, portava conforto attorno a sé dovunque andasse. Mentre mi sorpassava osservò con tono rassicurante che stavano spuntando le stelle. Era vero. La brezza spazzava via la fuliggine del cielo, irrompendo nell'indolente silenzio del mare."
EliminaBel racconto, avventuroso e umano. Senza tempo, e lo si legge in un sol boccone. Gli uomini di mare e le loro storie sono intramontabili.
RispondiEliminaE' il racconto della crisi di un uomo, la fine della sua giovinezza e l'ingresso nell'età adulta
RispondiEliminaIn effetti il racconto è un vero e proprio romanzo di iniziazione,che vede la conclusione, in positivo, delle peripezie dei diversi personaggi e la crescita del protagonista che ,dalla spensierata giovinezza, entra con determinazione nell’età adulta,attraverso un viaggio ricco di episodi e di avventure e che riesce a porre rimedio ,cercando e trovando da solo ,la soluzione.
Conrad,quindi, racconta la natura delle nostre ambizioni e delle nostre emozioni,avvalendosi di un percorso di meditazione che lo porterà alla ricerca di se stesso.
" La giovinezza è una bella cosa, una cosa potente. Fin tanto che uno non ci pensa."
Partire ragazzi e tornare uomini. Grande libro. A Bologna diciamo: dare il voltone. Ossia mettere la testa a posto, andare a lavorare, sposarsi, avere dei figli, il mutuo, le ferie, forse le vacanze... e lasciarsi alle spalle quel bellissimo periodo in cui tutto ci era concesso, e nel quale in realtà sperimentavamo semplicemente le nostre ali.
RispondiEliminaMi piacciono molto i romanzi del mare, dove l'uomo può misurarsi con elementi che non gli sono naturali, e dove esce sempre il carattere di una persona senza poter imbrogliare. Certamente nei romanzi di Conrad il mare è spesso presente, ma quasi fosse un pretesto per narrare d'altro: le storie di uomini che sfidano se stessi, come se il mare fosse la più efficace, la più decisiva delle scuole.
RispondiEliminaAvevo vent'anni quando l'ho letto, l'unica volta. Eppure a distanza di tanto tempo lo ricordo bene, come un pilastro della crescita... La nave che va, malattie, scontenti, dubbi, e un ufficiale che si è scelto per sfida, o ripicca chi lo sa, un'avventura decisiva... E finalmente la tempesta, la battaglia, la vittoria, il porto. Sembrano trascorsi mille anni, o un giorno solo, quello necessario a superare quella linea d'ombra.
RispondiEliminaTutto ciò che avete da fare è tenervi il vento alle spalle.
RispondiEliminaJ.Conrad, La Linea d’Ombra
Rubo ad Enrica questo breve scritto, perché rappresenta perfettamente l'essenza di Linea d'Ombra:
RispondiEliminaQuando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche
tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo.
Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un
punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai
lo stesso che vi è entrato.
H. Murakami