THE RAINBOW - WILLIAM WORDSWORTH
My heart leaps up when I behold
A rainbow in the sky;
So was it when my life began,
So is it, now I am a man,
So be it when I
shall grow old,
Or let me die!
The Child is Father of the
Man
And I could wish my days to be
Bound each to each by
natural piety.
My heart leaps up when I behold
A rainbow in the sky;
So was it when my life began,
So is it, now I am a man,
So be it when I
shall grow old,
Il mio cuore esulta quando ammiro
un arcobaleno nel cielo:
così è stato quando la mia vita è cominciata;
così è adesso che sono un uomo;
Che sia così quando invecchierò,
o lasciatemi morire!
Il Bambino è Padre dell'Uomo:
vorrei che i miei giorni fossero
legati l'uno all'altro dall'affetto naturale.
William Wordsworth (England 1770-1850)
Nell'introduzione ho messo la
poesia più nota, e breve, di Wordsworth. Le mie preferenze
vanno oltre, con la Tintern Abbey e There was a Boy, nelle quali
scorre libero tutto il suo mondo emotivo e intimistico, romantico e
paesaggistico.
Mi piace associarlo a Constable: entrambi celebrano l'umile vita contadina e la potenza della natura. Ma mi piace anche associarlo ai magnifici cimiteri sparsi nelle campagne inglesi, molti suoi versi sono scolpiti in quelle lapidi solitarie e spesso inclinate.... e proprio davanti ad una lapide, Wordsworth compone i suoi versi più struggenti:
C'era un ragazzo - lo conoscevate bene, voi cime
e isole del Winander - che sovente,
sul far della sera o al muover delle stelle
lungo il profilo dei colli,
all'alba o al tramonto, se ne stava solo
sotto gli alberi o presso il lago luccicante........
I luoghi di Wordsworth
Mi piace associarlo a Constable: entrambi celebrano l'umile vita contadina e la potenza della natura. Ma mi piace anche associarlo ai magnifici cimiteri sparsi nelle campagne inglesi, molti suoi versi sono scolpiti in quelle lapidi solitarie e spesso inclinate.... e proprio davanti ad una lapide, Wordsworth compone i suoi versi più struggenti:
C'era un ragazzo - lo conoscevate bene, voi cime
e isole del Winander - che sovente,
sul far della sera o al muover delle stelle
lungo il profilo dei colli,
all'alba o al tramonto, se ne stava solo
sotto gli alberi o presso il lago luccicante........
I luoghi di Wordsworth
Dove Cottage, Grasmere (UK)
Rydal Mount - Uk
Cockermouth - Uk
Cockermouth - Uk
La sua tomba sul sagrato della St Oswald Church a Grasmere (Lake District - Uk)
(io sono quella in nero)
There Was a Boy - William Wordsworth
RispondiEliminaThere was a Boy; ye knew him well, ye cliffs
And islands of Winander! many a time,
At evening, when the earliest stars had just begun
To move along the edges of the hills,
Rising or setting, would he stand alone,
Beneath the trees, or by the glimmering lake;
And there, with fingers interwoven, both hands
Press'd closely palm to palm and to his mouth
Uplifted, he, as through an instrument,
Blew mimic hootings to the silent owls
That they might answer him.—And they would shout
Across the wat'ry vale, and shout again,
Responsive to his call,—with quivering peals,
And long halloos, and screams, and echoes loud
Redoubled and redoubled; a wild scene
Of mirth and jocund din! And, when it changed
that pause of deep silence mock'ed his skill,
Then, sometimes, in that silence, while he hung
Listening, a gentle shock of mild surprize
Has carried far into his heart the voice
Of mountain torrents; or the visible scene
Would enter unawares into his mind
With all its solemn imagery, its rocks,
Its woods, and that uncertain heaven receiv'd
Into the bosom of the steady lake.
Fair are the woods, and beauteous is the spot,
The vale where he was born: the Church-yard hangs
Upon a slope above the village school,
And there along that bank when i have pass'd
At evening, I believe, that near his grave
A full half-hour together I have stood,
Mute – for he died when he was ten years old.
Ecco la traduzione. Ragazzo indimenticabile, che solitario si immerge nel silenzio dei boschi per lanciare richiami ai gufi. Il finale è sconvolgente: sembra che i boschi, i torrenti, i gufi e la valle stiano in silenzio, come in attesa di sentire ancora il suo richiamo.
EliminaC'ERA UN RAGAZZO - WILLIAM WORDSWORTH - LYRICAL BALLADS
C'era un ragazzo: voi lo conoscevate bene, balze
e isole di Winander! Sovente,
a sera, quando le stelle avevano da poco iniziato
il loro viaggio lungo il confine delle colline,
all'alba o al tramonto, soleva starsene da solo
sotto gli alberi, o presso il corrusco lago,
e lì, con le dita intrecciate e giungendo
le palme le portava alla bocca,
e soffiava, come in uno strumento,
facendo il verso ai silenti gufi
in attesa che gli rispondessero. E le loro urla
si diffondevano nella valle acquitrinosa, e ancora urla,
in risposta al suo richiamo, con tremolanti risonanze,
gridi prolungati, e stridi, alti echi che, viepiù,
si replicavano: una scena selvaggia di tripudio
e di giocondo frastuono. Capitava che pause
di profondo silenzio irridevano alla sua destrezza,
e, allora, in quel silenzio, mentre tendeva l'orecchio
all'ascolto, con un lieve fremito di mite stupore
irrompeva, a volte, nel suo cuore la voce dei torrenti
montani, e lo scenario che gli occhi percepivano
si insinuava inaspettatamente nella sua mente
con tutte le solenni immagini, le rupi,
i boschi, e quel cielo incerto che si adagia
nel seno dell'immobile lago.
Vaghi sono i boschi e ameno il posto,
la valle dove è nato: il cimitero è sospeso
sul declivio sovrastante la scuola del villaggio,
e passando di là, lungo la riva,
di sera, presso la sua tomba
ho sostato, credo, una buona mezz'ora
in silenzio – poiché morì all'età di dieci anni.
Wordsworth e Colerigde scrissero assieme le Lyrical Ballads, entrambi romantici, ma emotivo il primo e portato al sovrannaturale il secondo. In entrambi comunque è sempre presente quell'ideale sublime della morte intesa come bellezza eterna.
RispondiEliminaNell' importante prefazione ,alla seconda edizione delle "Lyrical Ballads" ,(1800)Wordsworth chiarisce la sua poetica che descrivendo la vita ordinaria delle persone, utilizza la lingua del vivere quotidiano.
Elimina"La poesia è lo spontaneo straripamento delle potenti sensazioni: prende origine dall'emozione rammentata nella tranquillità".William Wordsworth
EliminaMetto con grandissimo piacere la Tintern Abbey: per ora se la godrà solo chi conosce l'inglese, gli altri dovranno aspettare che scriva TUTTA la traduzione - 160 versi - perché sul web se ne trovano solo dei brandelli, tradotti alla meno peggio. Devo dividerla in più parti.
RispondiEliminaLines written a few miles above TINTERN ABBEY - 1)
(from Lyrical Ballads, William Wordsworth & Samuel T. Coleridge - 1798)
Five years have past; five summers, with the length
Of five long winters! and again I hear
These waters, rolling from their mountain-springs
With a sweet inland murmur. Once again
Do I behold these steep and lofty cliffs,
Which on a wild secluded scene impress
Thoughts of more deep seclusion; and connect
The landscape with the quiet of the sky.
The day is come when I again repose
Here, under this dark sycamore, and view
These plots of cottage-ground, these orchard-tufts,
Which, at this season, with their unripe fruits,
Among the woods and copses lose themselves,
Nor, with their green and simple hue, disturb
The wild green landscape. Once again I see
These hedge-rows, hardly hedge-rows, little lines
Of sportive wood run wild; these pastoral farms,
Green to the very door; and wreathes of smoke
Sent up, in silence, from among the trees,
With some uncertain notice, as might seem,
Of vagrant dwellers in the houseless woods,
Or of some hermit's cave, where by his fire
The hermit sits alone.
Though absent long,
These forms of beauty have not been to me,
As is a landscape to a blind man's eye:
But oft, in lonely rooms, and mid the din
Of towns and cities, I have owed to them,
In hours of weariness, sensations sweet,
Felt in the blood, and felt along the heart,
And passing even into my purer mind
With tranquil restoration: feelings too
Of unremembered pleasure; such, perhaps,
As may have had no trivial influence
On that best portion of a good man's life;
His little, nameless, unremembered acts
Of kindness and of love. Nor less, I trust,
To them I may have owed another gift,
Of aspect more sublime; that blessed mood,
In which the burthen of the mystery,
In which the heavy and the weary weight
Of all this unintelligible world
Is lighten'd:—that serene and blessed mood,
In which the affections gently lead us on,
Until, the breath of this corporeal frame,
And even the motion of our human blood
Almost suspended, we are laid asleep
In body, and become a living soul:
While with an eye made quiet by the power
Of harmony, and the deep power of joy,
We see into the life of things.
Versi scritti alcune miglia sopra L'Abbazia di Tintern 1)
EliminaRivisitando le rive del Wye durante un'escursione 13luglio 1798
Sono trascorsi cinque anni; cinque estati, interminabili
come cinque lunghi inverni! e di nuovo odo
queste acque che scendono dalle sorgenti montane
con un dolce mormorio d'entroterra. Ancora una volta
contemplo queste rupi scoscese e sublimi,
che su uno scenario aspro e solitario scolpiscono
pensieri di più profonda solitudine, e congiungono
il paesaggio con la quiete del cielo.
Il giorno mi sorprende mentre di nuovo riposo
qui sotto quest'ombroso sicomoro, e osservo
questi scampoli di podere, queste zolle d'orto,
che, nella presente stagione, con i loro frutti acerbi,
si disperdono tra i boschi e le fratte,
e, con il loro tenue colore verde, non disturbano
il verde silvestre paesaggio. Ancora una volta vedo
queste siepi, si fa per dire siepi, piccole strisce
di capricciosi bronchi inselvatichiti; questi poderi
bucolici verdi fino all'uscio, e spire di fumo
si levano, silenti, di tra gli alberi,
con vaghi indizi, come par di vedere,
di erranti abitatori dei boschi che sono privi di abituri,
o di grotta di qualche eremita, ove accanto al fuoco
l'eremita se ne sta solingo.
Sebbene la lunga assenza,
queste belle immagini non sono state per me
come all'occhio del cieco è un paesaggio;
ma spesso, in stanze solitarie, e in mezzo al frastuono
di borghi e città, grazie ad esse ho provato,
nei momenti di tedio, dolci sensazioni,
avvertite nel sangue e nel cuore,
ed effuse anche nei recessi incontaminati della mente,
portando sereno ristoro; ed anche sensazioni
di piacere obliato - tali, forse,
d'aver prodotto un effetto non trascurabile
sulla parte migliore della vita di un uomo giusto:
i suoi piccoli, anonimi, dimenticati atti
di mitezza e di amore. E, in misura non minore,
credo, di essere loro debitore di un altro privilegio,
ancor più sublime - quello stato di grazia
in cui il peso del mistero,
il greve e tedioso fardello
di questo mondo incomprensibile
si fa più lieve; quello stato di grazia senza affanni
in cui gli affetti ci fanno da guida discreta,
finché, il respiro di questa forma corporea,
e anche il fluire del nostro sangue
quasi sospesi, la nostra complessione è indotta
in uno stato di sopore, e diventiamo un'anima viva,
mentre con l'occhio appagato dalla forza
dell'armonia e la forte intensità della gioia,
penetriamo l'essenza delle cose.
Lines written a few miles above TINTERN ABBEY - 2)
RispondiElimina(from Lyrical Ballads, William Wordsworth & Samuel T. Coleridge - 1798)
If this
Be but a vain belief, yet, oh! how oft,
In darkness, and amid the many shapes
Of joyless day-light; when the fretful stir
Unprofitable, and the fever of the world,
Have hung upon the beatings of my heart,
How oft, in spirit, have I turned to thee
O sylvan Wye! Thou wanderer through the wood
How often has my spirit turned to thee!
And now, with gleams of half-extinguish'd though[t,]
With many recognitions dim and faint,
And somewhat of a sad perplexity,
The picture of the mind revives again:
While here I stand, not only with the sense
Of present pleasure, but with pleasing thoughts
That in this moment there is life and food
For future years. And so I dare to hope
Though changed, no doubt, from what I was, when first
I came among these hills; when like a roe
I bounded o'er the mountains, by the sides
Of the deep rivers, and the lonely streams,
Wherever nature led; more like a man
Flying from something that he dreads, than one
Who sought the thing he loved. For nature then
(The coarser pleasures of my boyish days,
And their glad animal movements all gone by,)
To me was all in all.—I cannot paint
What then I was. The sounding cataract
Haunted me like a passion: the tall rock,
The mountain, and the deep and gloomy wood,
Their colours and their forms, were then to me
An appetite: a feeling and a love,
That had no need of a remoter charm,
By thought supplied, or any interest
Unborrowed from the eye.—That time is past,
And all its aching joys are now no more,
And all its dizzy raptures. Not for this
Faint I, nor mourn nor murmur; other gifts
Have followed, for such loss, I would believe,
Abundant recompence. For I have learned
To look on nature, not as in the hour
Of thoughtless youth, but hearing oftentimes
The still, sad music of humanity,
Nor harsh nor grating, though of ample power
To chasten and subdue. And I have felt
A presence that disturbs me with the joy
Of elevated thoughts; a sense sublime
Of something far more deeply interfused,
Whose dwelling is the light of setting suns,
And the round ocean, and the living air,
And the blue sky, and in the mind of man,
A motion and a spirit, that impels
All thinking things, all objects of all thought,
And rolls through all things. Therefore am I still
A lover of the meadows and the woods,
And mountains; and of all that we behold
From this green earth; of all the mighty world
Of eye and ear, both what they half-create,
And what perceive; well pleased to recognize
In nature and the language of the sense,
The anchor of my purest thoughts, the nurse,
The guide, the guardian of my heart, and soul
Of all my moral being.
2)
EliminaConsideriamo pure ciò
Null’altro che un vano convincimento, eppure, ah!
quante volte nell’oscurità, e in mezzo alle molte forme
di un’alba triste, quando il vano e tormentoso
agitarsi, e la febbre del mondo,
hanno rallentato i palpiti del mio cuore,
quante volte, nell’intimo, a te mi sono rivolto,
o silvano Wye! Tu che vaghi nei boschi,
quante volte il mio animo ti ha cercato!
E ora, coi baleni di un pensiero quasi spento,
con molte indistinte e fievoli rimembranze,
e un certo senso di mesto smarrimento,
rivive l’immagine che è nella mente,
mentre son qui, non solo con l’emozione
del godimento attuale, ma col grato pensiero
che in questo momento c’è vita e alimento
per gli anni a venire. E così oso sperare,
sebbene diverso, senza dubbio, da com’ero quando
la prima volta venni tra questi colli; quando
come un capriolo saltavo pei monti, lungo le rive
dei fiumi profondi e dei solitari ruscelli,
ovunque natura mi guidasse; più simile a chi
fugge da qualcosa che teme, che ad uno
alla ricerca dell’oggetto amato. Ché la natura allora
(lontano ormai i piaceri più comuni del tempo
dell’infanzia e i loro moti felici e istintivi)
era per me tutto e ovunque. Non riesco a raffigurarmi
come ero allora. Il fragore della cascata
mi prendeva come prende una passione: l’alta rupe,
la montagna, e il bosco esteso e tetro,
i loro colori e le loro forme, erano allora per me
motivo di desiderio – sentimento, amore
cui non occorreva una seduzione più remota,
procurata dal pensiero, né alcuna curiosità
che non venisse dall’occhio. Quel tempo è trascorso,
tutte le sue struggenti gioie sono svanite,
e tutte le sue inebrianti estasi. Né per ciò
mi perdo d’animo, mi affliggo, mi lamento:
altri doni sono seguiti – di tale perdita, ritengo,
munifica riparazione. Poiché ho imparato
a osservare la natura, non come al tempo
della spensierata giovinezza, ma ascoltando, sovente,
la mesta, sommessa musica dell’umanità,
né aspra né discorde, sebbene pervasa di una forza
atta a sedare e soggiogare. Ed io ho sentito
una presenza che mi agita facendomi provare la gioia
dei pensieri elevati: una sensazione sublime
di qualcosa perfettamente armonizzato,
che alberga nella luce dei tramonti,
nello sferico oceano e nell’aria viva,
nel cielo azzurro, e nella mente dell’uomo –
un moto, un’energia vitale che anima
tutte le creature pensanti, gli oggetti del pensiero,
e si propaga in tutte le cose. Perciò io ancora
vagheggio i prati e i boschi,
e le montagne, e tutto ciò che osserviamo
in questa terra verde; ed è parte dello sterminato mondo
della vista e dell’udito, ciò che essi quasi creano
e ciò che percepiscono; ben felici di riconoscere
nella Natura e nel linguaggio dei sensi
l’àncora dei miei pensieri più puri, la nutrice,
la guida, la custode del mio cuore, e anima
di tutto il mio essere morale.
Lines written a few miles above TINTERN ABBEY - 3)
RispondiElimina(from Lyrical Ballads, William Wordsworth & Samuel T. Coleridge - 1798)
Nor, perchance,
If I were not thus taught, should I the more
Suffer my genial spirits to decay:
For thou art with me, here, upon the banks
Of this fair river; thou, my dearest Friend,
My dear, dear Friend, and in thy voice I catch
The language of my former heart, and read
My former pleasures in the shooting lights
Of thy wild eyes. Oh! yet a little while
May I behold in thee what I was once,
My dear, dear Sister! And this prayer I make,
Knowing that Nature never did betray
The heart that loved her; 'tis her privilege,
Through all the years of this our life, to lead
From joy to joy: for she can so inform
The mind that is within us, so impress
With quietness and beauty, and so feed
With lofty thoughts, that neither evil tongues,
Rash judgments, nor the sneers of selfish men,
Nor greetings where no kindness is, nor all
The dreary intercourse of daily life,
Shall e'er prevail against us, or disturb
Our chearful faith that all which we behold
Is full of blessings. Therefore let the moon
Shine on thee in thy solitary walk;
And let the misty mountain winds be free
To blow against thee: and in after years,
When these wild ecstasies shall be matured
Into a sober pleasure, when thy mind
Shall be a mansion for all lovely forms,
Thy memory be as a dwelling-place
For all sweet sounds and harmonies; Oh! then,
If solitude, or fear, or pain, or grief,
Should be thy portion, with what healing thoughts
Of tender joy wilt thou remember me,
And these my exhortations! Nor, perchance,
If I should be, where I no more can hear
Thy voice, nor catch from thy wild eyes these gleams
Of past existence, wilt thou then forget
That on the banks of this delightful stream
We stood together; and that I, so long
A worshipper of Nature, hither came,
Unwearied in that service: rather say
With warmer love, oh! with far deeper zeal
Of holier love. Nor wilt thou then forget,
That after many wanderings, many years
Of absence, these steep woods and lofty cliffs,
And this green pastoral landscape, were to me
More dear, both for themselves and for thy sake.
3)
EliminaE, forse,
se non fossi così addottrinato, non accetterei
che i miei spiriti vitali languissero:
poiché tu sei qui con me, sulle rive
di questo delizioso fiume; tu, mia carissima amica,
mia cara, diletta amica, e nella tua voce io colgo
il linguaggio del mio antico cuore, e leggo
i miei piaceri di un tempo nel luccichio
dei tuoi vividi occhi. Oh! Possa
ancora un poco mirare in te quel che ero un tempo,
mia cara, diletta sorella! E questa implorazione io elevo,
sapendo che la Natura non ha mai tradito
il cuore di chi l’ ha amata; è suo speciale compito,
condurci, nel corso degli anni di questa nostra esistenza,
da una gioia all’altra: perché essa può così ispirare
lo spirito che è in noi, imprimervi un senso
di pace e di vaghezza, e quindi alimentarlo
con elevati pensieri, sicché né le maldicenze,
i giudizi avventati, né lo scherno degli egoisti,
né gli ossequi mendaci, né tutte
le grigie relazioni della vita quotidiana
prevarranno mai su di noi, o turberanno
il nostro vivo convincimento che quanto miriamo
trabocca di letizia. Perciò lascia che la luna
brilli su di te mentre solitaria vaghi,
e lascia che i brumosi venti di montagna soffino
liberi contro di te; e negli anni a venire,
quando queste irrefrenabili estasi diventeranno
sobrio appagamento, quando il tuo animo
accoglierà tutte le espressioni del bello,
la tua memoria sarà dimora
di ogni soave armonia e suono, oh! allora,
se solitudine, ansia, affanni e patimenti,
dovessi tu patire, con quali pensieri balsamici
di delicata gioia ti ricorderai di me
e di queste mie esortazioni! E, forse,
se dovessi trovarmi dove non potrò né sentire più
la tua voce, né cogliere nei tuoi vividi occhi i lampi
della mia vita passata, non dimenticherai allora
che sulle rive di questo delizioso ruscello
noi fummo insieme, e che io, adoratore
assiduo della Natura, qui venivo, mai stanco
di compiere questo rito – anzi, dì che lo compivo
con amore sincero, oh! con il fervore assai profondo
di un amore più sacro. Né dimenticherai allora
che dopo tanto vagare, dopo tanti anni
di assenza, questi eccelsi boschi e rupi sublimi,
e questo verde paesaggio bucolico, furono a me
più cari, per quel che essi sono, e per amor tuo.
Hey there! This is my 1st comment here so I just wanted to give a quick shout out and say I truly enjoy reading through your posts. Thanks a lot!
EliminaCome avevo già scritto, a suo tempo, sulla Ballata del vecchio Marinaio, questi due poeti, Coleridge e Wordsworth sono due mie passioni, romantici e solo apparentemente superficiali. Per chi ama la poesia, è facile capire che la semplicità rappresenta la perfezione in assoluto: nessun concetto di troppo, nessun messaggio subliminale, ma solo l'emozione che sfonda chi scrive, e che magari due secoli dopo egualmente sfonda chi legge. Vorrei mettere The Daffodils, in onore della quarta ginnasio, quando tu languivi su quell'abbazia diroccata che amavi tanto e io mi scioglievo sulle giunchiglie che tentavo anche di coltivare.
RispondiEliminaTHE DAFFODILS - WILLIAM WORDSWORTH
I wandered lonely as a cloud
That floats on high o'er vales and hills,
When all at once I saw a crowd,
A host, of golden daffodils;
Beside the lake, beneath the trees,
Fluttering and dancing in the breeze.
Continuous as the stars that shine
And twinkle on the Milky Way,
They stretched in never-ending line
Along the margin of a bay:
Ten thousand saw I at a glance,
Tossing their heads in sprightly dance.
The waves beside them danced; but they
Out-did the sparkling waves in glee:
A poet could not but be gay,
In such a jocund company:
I gazed—and gazed—but little thought
What wealth the show to me had brought:
For oft, when on my couch I lie
In vacant or in pensive mood,
They flash upon that inward eye
Which is the bliss of solitude;
And then my heart with pleasure fills,
And dances with the daffodils.
GIUNCHIGLIE - WILLIAM WORDSWORTH
Vagavo solo come una nuvola
che galleggia in alto, oltre valli e colline,
quando all’improvviso ho visto una folla,
una moltitudine di giunchiglie dorate,
accanto al lago, sotto gli alberi,
svolazzare e danzare nella brezza.
Continue come stelle che splendono
e scintillano sulla via lattea,
si stendevano in una linea infinita
lungo il margine di una baia.
Ne vidi diecimila a colpo d’occhio
che scuotevano le teste in una danza vivace.
Le onde ballavano al loro fianco ma loro
superavano le scintillanti onde in allegria
un poeta non poteva che essere felice
in una compagnia così gioconda
io le fissavo sempre di più ma pensavo poco
alla ricchezza che quello spettacolo mi aveva portato
perchè spesso, quando sto sdraiato sul mio giaciglio
distratto o pensoso,
loro lampeggiano su quell’occhio introspettivo
che è la beatitudine della solitudine
allora il mio cuore si riempie di piacere
e danza con le giunchiglie.
Questa poesia è conosciuta anche come "I Wandered Lonely as a Cloud". Wordsworth la compose nel 1804, ispirandosi ad un viaggio fatto con la sorella Dorothy nei dintorni di Glencoyne Bay, Ullswater, nel Lake District, Scozia.
EliminaConsentitemi di dissentire. Quella di Wordsworth è semplicità di sentimenti, non di arte. 160 versi per descrivere un'emozione profonda di ricordi e nostalgie sono moltissimi, forse ne sarebbero bastati 12.... Penso invece che un semplice sogno lo si vive in un attimo, mentre descriverlo richiede tantissime parole, tutte quelle necessarie ad afferrarlo, ricordarlo, riviverlo e lasciarlo sfumare... C'era una poesia che amavo più delle altre, We are seven, dove il poeta chiede ad una bambina: quanti siete? Siamo sette, i genitori e cinque figli. Due fratelli sono via, due sono sepolti davanti a casa e io sono qui. "allora siete in cinque" No siamo sette, i genitori e cinque figli.... E la logica ferrea del poeta si scontra con la logica molto più semplice dei sentimenti.... bellissima. Provo a metterla:
RispondiEliminaWe Are Seven by William Wordsworth
--------------A simple Child,
That lightly draws its breath,
And feels its life in every limb,
What should it know of death?
I met a little cottage Girl:
She was eight years old, she said;
Her hair was thick with many a curl
That clustered round her head.
She had a rustic, woodland air,
And she was wildly clad:
Her eyes were fair, and very fair;
-- Her beauty made me glad.
Sisters and brothers, little Maid,
How many may you be?
How many? Seven in all, she said,
And wondering looked at me.
And where are they? I pray you tell.
She answered, Seven are we;
And two of us at Conway dwell,
And two are gone to sea.
Two of us in the church-yard lie,
My sister and my brother;
And, in the church-yard cottage, I
Dwell near them with my mother.
You say that two at Conway dwell,
And two are gone to sea,
Yet ye are seven! -- I pray you tell,
Sweet Maid, how this may be.
Then did the little Maid reply,
Seven boys and girls are we;
Two of us in the church-yard lie,
Beneath the church-yard tree.
You run about, my little Maid,
Your limbs they are alive;
If two are in the church-yard laid,
Then ye are only five.
Their graves are green, they may be seen,
The little Maid replied,
"Twelve steps or more from my mother's door,
And they are side by side.
"My stockings there I often knit,
My kerchief there I hem;
And there upon the ground I sit,
And sing a song to them.
"And often after sunset, Sir,
When it is light and fair,
I take my little porringer,
And eat my supper there.
"The first that died was sister Jane;
In bed she moaning lay,
Till God released her of her pain;
And then she went away.
"So in the churchyard she was laid;
And, when the grass was dry,
Together round her grave we played,
My brother John and I.
And when the ground was white with snow,
And I could run and slide,
My brother John was forced to go,
And he lies by her side.
How many are you then, said I,
If they two are in heaven?
Quick was the little Maid's reply,
O Master! we are seven.
But they are dead; those two are dead!
Their spirits are in heaven!
'Twas throwing words away; for still
The little Maid would have her will,
And said, Nay, we are seven!
Semplice,descrittiva,emozionante ancor di più se ascoltata in lingua originale...nemmeno la morte riesce a separarci da coloro che amiamo essi sono sempre con noi,accanto,in un'altra stanza,in un'altra città ma non ci lasciano mai..vivono in noi e noi in loro
Eliminala traduzione è di Giovanni Pascoli:
EliminaSIAMO SETTE - WILLIAM WORDSWORTH
Vidi una cara contadinella,
ch’aveva ott’anni,
come mi disse,
bionda ricciuta, bella, assai bella
con le due grandi pupille fisse.
Presso il cancello stava. ed io: “Figlia,
quanti tra bimbi, siete, e bimbette?”
chiesi. con atto di meraviglia,
ella rispose: “Quanti, noi? Sette”.
“E dove sono ? Di, se ti pare”,
le dissi, ed ella mi disse: “Ma ....
noi siamo sette: due sono in mare:
altri due sono nella città;
altri due sono nel camposanto,
il fratellino, la sorellina:
in quella casa che c’è daccanto,
io stò, con mamma, loro vicina”.
“Tu dici, o bimba, due sono in mare,
altri due sono nella città;
e siete sette. questo mi pare,
è un conto, bimba mia, che non và”
“Sette tra bimbe” diceva in tanto
“E maschi, siamo. due son qui presso
in un cantuccio del camposanto:
nel camposanto, sotto il cipresso”.
“Ma tu ti movi, tu corri: è vero?
tu canti, ruzzi, hai fame, hai sete:
se qué due sono nel cimitero,
cara bambina, cinque voi siete”.
“Verde” rispose “ verde è il lor posto:
lo può vedere, lì, se le preme:
da casa in dieci passi discosto:
mi siedo in terra, sotto il cipresso
con loro, e loro conto le fole.
E spesso, quando la sera è bella,
e quando è l’aria dolce e serena,
io là mi porto la mia scodella,
e là con loro fò la mia cena.
Prima a morire fu Nina: a letto
tra sé gemendo, sette più dì.
Poi, l’ha guarita Dio benedetto;
ed ecco allora ch’ella partì.
Nel camposanto così fu messa,
e quando l’erba non era molle,
io col mio Nino vicino ad esso,
mi divertivo sulle sue zolle.
Poi quando cadde la neve, e bello
sarebbe stato correre, tanto;
dové partire pure il fratello,
ed ecco che ora le stà daccanto”.
“E quanti dunque siete ora voi
se quei due sono nel paradiso?”
“Sette” rispose: “Sette siamo noi!”
meravigliando tutta nel viso.
“Ma sono morti quei due! ma sono
lassù! son anime, anime elette!”
“Che!” ripeteva sempre un tono:
“No, sette siamo: No, siamo sette”.
Ho tradotto l'ultima strofa come pareva a me:
Elimina... Ma sono morti! Quei due sono morti!
Le loro anime sono in paradiso!
ma stavo gettando le parole al vento
perché la ragazzina, che voleva aver ragione,
disse: Naaaa! Noi siamo sette!
But they are dead; those two are dead!
Their spirits are in heaven!
'Twas throwing words away; for still
The little Maid would have her will,
And said, Nay, we are seven!
William Wordsworth, We are Seven - Lyrical Ballads
e tradotta bene!
Eliminawe are seven è a mio avviso, la poesia più bella. Racconta di come la bambina, appena ha un pò di tempo, si rechi presso la tomba, prima della sorellina e successivamente a quella vicina del fratellino,a cenare..per farsi compagnia, stretti stretti nel loro affetto.
EliminaPreferisco le traduzioni letterali, senza metrica e in versi sciolti, che rendono fedelmente il pensiero del'autore. Trovo che quando una poesia viene tradotta da un altro poeta sia un falso mostruoso: il traduttore ci mette troppo di suo e ne svilisce il significato originale. Peccato che tu abbia tradotto solo l'ultima strofa!
EliminaDevo precisare il conto Marianna! I bambini sono sette, non cinque:
Elimina...noi siamo sette: due sono in mare:
altri due sono nella città;
altri due sono nel camposanto,
il fratellino, la sorellina...
Respiro profondo, prima di buttarmi a commentare il poeta che mi ha fatto palpitare, è il caso di dirlo, più di tutti. La Tintern Abbey è la poesia più sublime davvero: scritta in occasione di un viaggio verso il Galles, ripercorrendo gli stessi visitati con la sorella anni prima, è l'elogio dell'affetto per le persone custodito nei luoghi che ci hanno visto assieme e felici... e sembra davvero di camminare lentamente con loro, assaporando ogni panorama, ogni filo d'erba, ogni sasso, ogni suono, ogni silenzio di quella vallata incantevole... perché il romanticismo nei poeti è questo, emozionarsi senza ritegno davanti alle bellezze sconfinate della natura; ma è anche leggere la bellezza superiore a tutto della morte: la morte del ragazzino di dieci anni, la morte della sua amatissima Lucy, e la morte dei fratellini che la bimba continua, imperturbabile, a contare nella sua famiglia, come se non fosse successo niente, come se fosse naturale, ovvio e nell'ordine delle cose sentirli ancora, per sempre, accanto. Amo la poesia, ma riguardo ai poeti che hai segnalato finora non ho dubbi: per sempre William Wordsworth.
RispondiEliminaFantasma di felicità, lei
RispondiEliminache prima mi illuminò gli occhi;
apparizione stupenda, mandata
a far bello un istante....
She was a Phantom of delight,
When first she gleam'd upon my sight;
A lovely Apparition, sent
To be a moment's ornament....
William Wordsworth - Poems, in two volumes
She was a Phantom of delight
EliminaWhen first she gleamed upon my sight;
A lovely Apparition, sent
To be a moment's ornament;
Her eyes as stars of Twilight fair;
Like Twilight's, too, her dusky hair;
But all things else about her drawn
From May-time and the cheerful Dawn;
A dancing Shape, an Image gay,
To haunt, to startle, and waylay.
I saw her upon nearer view,
A Spirit, yet a Woman too!
Her household motions light and free,
And steps of virgin-liberty;
A countenance in which did meet
Sweet records, promises as sweet;
A Creature not too bright or good
For human nature's daily food,
For transient sorrows, simple wiles,
Praise, blame, love, kisses, tears, and smiles.
And now I see with eye serene
The very pulse of the machine;
A Being breathing thoughtful breath,
A Traveller between life and death;
The reason firm, the temperate will,
Endurance, foresight, strength, and skill;
A perfect Woman, nobly planned,
To warn, to comfort, and command;
And yet a Spirit still, and bright
With something of angelic light.
Ecco la traduzione completa:
EliminaFANTASMA DI FELICITA', LEI - WILLIAM WORDSWORTH
Fantasma di felicità, lei,
che prima mi illuminò gli occhi;
apparizione stupenda, mandata
a far bello un istante.
I suoi occhi come stelle del crepuscolo,
come l'imbrunire i suoi capelli,
e quanto la circonda è tratto
dal maggio e dall'alba radiosa;
figura che danza, immagine giocosa,
per tormentare, sbigottire, sedurre.
L'ho vista da vicino,
spirito sì, ma donna ancora!
con in casa movimenti lievi e liberi,
e un incedere di candore e libertà;
i lineamenti, un'armonia
di dolci ricordi e tenere promesse;
creatura splendida e buona,
nutrimento alla natura umana,
per pene passeggere, ingenui inganni,
rimbrotti o lodi, amore e baci, lacrime e sorrisi.
E ora vedo con occhi sereni
il pulsare del congegno,
essere che spira aneliti pensosi,
tra vita e morte pellegrina;
di salda ragione, volontà temprata,
pazienza chiaroveggente, fortezza e talento;
donna perfetta, nobildonna concepita,
per ammaestrare, consolare, comandare:
eppur sempre spirito fulgente,
in un alone di luce angelica.
Posso aggiungere questi bellissimi versetti?
RispondiElimina... Though nothing can bring back the hour
Of splendour in the grass, of glory in the flower;
We will grieve not, rather find
Strength in what remains behind…
"Se niente può far sì che si rinnovi all'erba il suo splendore o che riviva il fiore, della sorte funesta non ci dorremo allora ma, ancor più saldi in petto, godrem di quel che resta"
(William Wordsworth)
E' un poeta straordinario, vi ringrazio di averlo messo nella vostra lista. Biba
Nel 1961 Elia Kazan gira "Splendore nell'erba", titolo ripreso da questi versi, ricordati verso la fine dalla protagonista Deannie (Natalie Wood)
Elimina...lo splendore nell'erba... bellissima
Elimina"splendour in the grass" (splendore nell'erba) è tratto dall'Ode all'immortalità, che metto di seguito per intero, originale e traduzione. Come sempre basta fare CtrlF per individuare la frase.
EliminaVersi tratti da:
RispondiEliminaOde Intimations of Immortality from Recollections of Early Childhood - William Wordsworth
THERE was a time when meadow, grove, and stream,
The earth, and every common sight,
To me did seem
Apparell'd in celestial light,
The glory and the freshness of a dream.
It is not now as it hath been of yore;—
Turn wheresoe'er I may,
By night or day,
The things which I have seen I now can see no more.
The rainbow comes and goes,
And lovely is the rose;
The moon doth with delight
Look round her when the heavens are bare;
Waters on a starry night
Are beautiful and fair;
The sunshine is a glorious birth;
But yet I know, where'er I go,
That there hath pass'd away a glory from the earth.
Now, while the birds thus sing a joyous song,
And while the young lambs bound
As to the tabor's sound,
To me alone there came a thought of grief:
A timely utterance gave that thought relief,
And I again am strong:
The cataracts blow their trumpets from the steep;
No more shall grief of mine the season wrong;
I hear the echoes through the mountains throng,
The winds come to me from the fields of sleep,
And all the earth is gay;
Land and sea
Give themselves up to jollity,
And with the heart of May
Doth every beast keep holiday;—
Thou Child of Joy,
Shout round me, let me hear thy shouts, thou happy
Shepherd-boy!
Ye blessèd creatures, I have heard the call
Ye to each other make; I see
The heavens laugh with you in your jubilee;
My heart is at your festival,
My head hath its coronal,
The fulness of your bliss, I feel—I feel it all.
O evil day! if I were sullen
While Earth herself is adorning,
This sweet May-morning,
And the children are culling
On every side,
In a thousand valleys far and wide,
Fresh flowers; while the sun shines warm,
And the babe leaps up on his mother's arm:—
I hear, I hear, with joy I hear!
—But there's a tree, of many, one,
A single field which I have look'd upon,
Both of them speak of something that is gone:
The pansy at my feet
Doth the same tale repeat:
Whither is fled the visionary gleam?
Where is it now, the glory and the dream?
Our birth is but a sleep and a forgetting:
EliminaThe Soul that rises with us, our life's Star,
Hath had elsewhere its setting,
And cometh from afar:
Not in entire forgetfulness,
And not in utter nakedness,
But trailing clouds of glory do we come
From God, who is our home:
Heaven lies about us in our infancy!
Shades of the prison-house begin to close
Upon the growing Boy,
But he beholds the light, and whence it flows,
He sees it in his joy;
The Youth, who daily farther from the east
Must travel, still is Nature's priest,
And by the vision splendid
Is on his way attended;
At length the Man perceives it die away,
And fade into the light of common day.
Earth fills her lap with pleasures of her own;
Yearnings she hath in her own natural kind,
And, even with something of a mother's mind,
And no unworthy aim,
The homely nurse doth all she can
To make her foster-child, her Inmate Man,
Forget the glories he hath known,
And that imperial palace whence he came.
Behold the Child among his new-born blisses,
A six years' darling of a pigmy size!
See, where 'mid work of his own hand he lies,
Fretted by sallies of his mother's kisses,
With light upon him from his father's eyes!
See, at his feet, some little plan or chart,
Some fragment from his dream of human life,
Shaped by himself with newly-learnèd art;
A wedding or a festival,
A mourning or a funeral;
And this hath now his heart,
And unto this he frames his song:
Then will he fit his tongue
To dialogues of business, love, or strife;
But it will not be long
Ere this be thrown aside,
And with new joy and pride
The little actor cons another part;
Filling from time to time his 'humorous stage'
With all the Persons, down to palsied Age,
That Life brings with her in her equipage;
As if his whole vocation
Were endless imitation.
Thou, whose exterior semblance doth belie
Thy soul's immensity;
Thou best philosopher, who yet dost keep
Thy heritage, thou eye among the blind,
That, deaf and silent, read'st the eternal deep,
Haunted for ever by the eternal mind,—
Mighty prophet! Seer blest!
On whom those truths do rest,
Which we are toiling all our lives to find,
In darkness lost, the darkness of the grave;
Thou, over whom thy Immortality
Broods like the Day, a master o'er a slave,
A presence which is not to be put by;
To whom the grave
Is but a lonely bed without the sense or sight
Of day or the warm light,
A place of thought where we in waiting lie;
Thou little Child, yet glorious in the might
Of heaven-born freedom on thy being's height,
Why with such earnest pains dost thou provoke
The years to bring the inevitable yoke,
Thus blindly with thy blessedness at strife?
Full soon thy soul shall have her earthly freight,
And custom lie upon thee with a weight,
Heavy as frost, and deep almost as life!
O joy! that in our embers
EliminaIs something that doth live,
That nature yet remembers
What was so fugitive!
The thought of our past years in me doth breed
Perpetual benediction: not indeed
For that which is most worthy to be blest—
Delight and liberty, the simple creed
Of childhood, whether busy or at rest,
With new-fledged hope still fluttering in his breast:—
Not for these I raise
The song of thanks and praise;
But for those obstinate questionings
Of sense and outward things,
Fallings from us, vanishings;
Blank misgivings of a Creature
Moving about in worlds not realized,
High instincts before which our mortal Nature
Did tremble like a guilty thing surprised:
But for those first affections,
Those shadowy recollections,
Which, be they what they may,
Are yet the fountain-light of all our day,
Are yet a master-light of all our seeing;
Uphold us, cherish, and have power to make
Our noisy years seem moments in the being
Of the eternal Silence: truths that wake,
To perish never:
Which neither listlessness, nor mad endeavour,
Nor Man nor Boy,
Nor all that is at enmity with joy,
Can utterly abolish or destroy!
Hence in a season of calm weather
Though inland far we be,
Our souls have sight of that immortal sea
Which brought us hither,
Can in a moment travel thither,
And see the children sport upon the shore,
And hear the mighty waters rolling evermore.
Then sing, ye birds, sing, sing a joyous song!
And let the young lambs bound
As to the tabor's sound!
We in thought will join your throng,
Ye that pipe and ye that play,
Ye that through your hearts to-day
Feel the gladness of the May!
What though the radiance which was once so bright
Be now for ever taken from my sight,
Though nothing can bring back the hour
Of splendour in the grass, of glory in the flower;
We will grieve not, rather find
Strength in what remains behind;
In the primal sympathy
Which having been must ever be;
In the soothing thoughts that spring
Out of human suffering;
In the faith that looks through death,
In years that bring the philosophic mind.
And O ye Fountains, Meadows, Hills, and Groves,
Forebode not any severing of our loves!
Yet in my heart of hearts I feel your might;
I only have relinquish'd one delight
To live beneath your more habitual sway.
I love the brooks which down their channels fret,
Even more than when I tripp'd lightly as they;
The innocent brightness of a new-born Day
Is lovely yet;
The clouds that gather round the setting sun
Do take a sober colouring from an eye
That hath kept watch o'er man's mortality;
Another race hath been, and other palms are won.
Thanks to the human heart by which we live,
Thanks to its tenderness, its joys, and fears,
To me the meanest flower that blows can give
Thoughts that do often lie too deep for tears.
ODE ALL'IMMORTALITA' - WW 1)
EliminaC’era un tempo in cui prato, bosco, e ruscello,
la terra, e ogni essere comune
a me sembravano
ornati da una luce celestiale,
la gloria e la freschezza di un sogno.
non è più com’era prima;—
mi giro ovunque posso,
di giorno o di notte,
le cose che ho visto ora non posso più vederle.
L’arcobaleno viene e va,
e amabile è la rosa;
la luna con diletto
si guarda intorno quando i cieli erano spogli;
le acque nelle notti stellate
sono belle e serene;
l’alba è una nascita gloriosa;
ma eppure so, dove vado,
dove è passata una gloria dalla terra.
Ora, mentre gli uccelli cantano una tale canzone gioiosa,
e mentre i giovani agnelli saltellano
come al suono del tamburello,
solo per me venne un pensiero di dolore:
un’espressione tempestiva diede sollievo a quel pensiero,
e sono di nuovo forte:
le cataratte soffiano nelle loro trombe dalle ripide;
non più la mia pena offenderà la stagione;
sento gli eco accalcarsi attraverso le montagne,
i venti vengono verso di me dai campi di sonno,
e tutta la terra è felice;
terra e mare
si danno alla gioia,
e con il cuore di maggio
ogni bestia fa vacanza;—
tu, bambino di gioia,
urla intorno a me, fammi sentire le tue urla, tu felice
pastorello!
Creature benedette, ho sentito la chiamata
fatta per ognuno di voi; vedo
i cieli ridere con voi del vostro giubilo;
il mio cuore partecipa alla tua festa,
la mia testa ha la sua corona,
la pienezza della vostra beatitudine, io sento–la sento tutta.
o giorno maledetto! se fossi arcigno
mentre la terra sta adornando,
questa dolce mattina di maggio,
e i bambini stanno scartando
su ogni lato,
in migliaia di valli lontane e vaste,
fiori freschi; mentre il sole sorge caldo,
e il bambino salta tra le braccia di sua madre
sento, sento, con gioia sento!
–ma c’è un albero, di molti, uno,
un singolo campo che osserva dall’alto,
entrambi parlano di qualcosa che è passato:
la viola del pensiero ai miei piedi
ripete lo stesso racconto:
dov’è scappato il barlume visionario?
dove sono ora, la gloria e il sogno?
2)
EliminaLa nostra nascita è un sonno ed è stato dimenticato:
l’anima che si alza con noi, la stella della nostra vita,
ha avuto ovunque la sua collocazione,
e viene da lontano:
né nell’intera dimenticanza,
e né nella completa nudità,
ma nelle nuvole trascinanti di gloria noi veniamo
da Dio, che è la nostra casa:
il cielo è sopra di noi nella nostra infanzia!
le ombre della casa-prigione iniziano a chiudersi
sopra il bambino che cresce,
ma guarda la luce, e da dove fluisce,
in esso vede la gioia;
la giovinezza, che giornalmente oltre l’est
deve viaggiare, è ancora il prete della natura,
e dalla visione splendida
è intervenuta sulla sua strada;
lentamente l’uomo lo percepisce morto,
e sparisce nella luce del giorno comune.
La terra riempie le sue labbra con i suoi piaceri;
lei ha la smania nella sua naturale indole,
e, anche con le cose della mente materna,
e nessuno scopo indegno,
la domestica infermiera fa tutto ciò che può
per rendere il suo figlio adottivo, un uomo detenuto,
dimentica le glorie che ha conosciuto,
e quel palazzo imperiale da dove lui viene.
il bambino guarda tra le sue nuove beatitudini,
un caro ragazzo di sei anni di un’altezza pigmea!
vedi, dove il mezzo lavoro nella sua stessa mano giace,
logorato dai baci di sua madre,
con la luce sopra di lui dagli occhi del padre!
vedi, ai suoi piedi, alcuni piccoli progetti o piani,
alcuni frammenti dal suo sogno di vita umana,
formata da lui stesso con arte appena conosciuta;
un matrimonio o una festa,
un lutto o un funerale;
e questo ha ora il suo cuore,
e tra questo lui monta la sua canzone:
allora lui adatterà la sua lingua
ai dialoghi di affari, amore, lite;
ma non sarà a lungo
questo sarà gettato via,
e con nuova gioia e con orgoglio
il piccolo attore ha un’altra parte;
riempiendo con il tempo la sua “parte umoristica”
con tutte le persone, in un’età paralizzata,
che la vita porta con sé nel suo equipaggiamento;
come se la sua intera vocazione
fosse una limitazione senza fine.
Tu, la quale sembianza esterna crede
nell’immensità della sua anima;
tu miglior filosofo, che conservi
la tua eredità, tu occhio tra i ciechi,
che, sordo e silenzioso, leggi l’eterna profondità,
cacciata per sempre dalla mente eterna,—
potente profeta!veggente benedetto!
sul quale queste verità riposano,
verità che affaticano le nostre vite per trovare,
nell’oscurità perduta, l’oscurità della tomba;
tu, su tutti la tua immortalità
covi come il giorno, un padrone su uno schiavo,
una presenza che non è stata posta;
la quale tomba
non è altro che un letto solitario senza il senso o la vista
del giorno o la luce calda,
un posto di pensieri dove noi aspettiamo giacenti;
tu, piccolo bambino, ancora glorioso nella potenza
della libertà nata dal cielo sui tuoi esseri viventi,
perché con tali oneste pene provochi
gli anni da portare in un evitabile giogo,
questa cecità litiga con la tua beatitudine?
presto la tua anima avrà il suo carico terrestre,
e il cliente su di te con un peso,
pesante come il gelo, profondo quasi come la vita!
3)
Eliminao gioia! che nelle tue braci
c’è qualcosa che vive,
che la natura ancora ricorda
com’era così fuggitiva!
il pensiero del nostro passato in me incrocia
la perpetua benedizione: né infatti
per quello che è peggiore per essere benedetto—
delizia e libertà, il semplice credo
dell’infanzia, se occupata o a riposo,
con nuova speranza ancora svolazza nel suo petto:—
né per questo io innalzo
il canto di ringraziamenti e preghiera;
ma per queste domande ostinate
di seno e cose esteriori,
che cadono da noi, svanendo;
bianchi dubbi di una creatura
muovendosi in mondi non realizzati,
alti istinti prima che la nostra natura mortale
tremano come una cosa colpevole e sorprendente:
ma per queste prime affezioni,
questi ricordi ombrosi,
che, siano ciò che devono,
sono ancora fontane di luce di tutti i nostri giorni,
sono ancora luce maestra di tutte le nostre visioni;
ci sollevano, ci curano, e hanno il potere di rendere
i nostri giorni rumorosi momenti nell’essere
dell’eterno silenzio:verità che si svegliano,
per morire sempre:
che né la disattenzione, né pazzia indigena,
né uomo o ragazzo,
né tutto ciò che è nemico della gioia,
può improvvisamente abolire o distruggere!
da adesso in una stagione di tempo calmo
attraverso l’interno del paese noi siamo lontani,
le nostre animo hanno visto quell’immortale mare
che ci porta di qua,
può in un momento viaggiare di là,
e vedi i bambini giocano sulla riva,
e senti le potenti acque rotolare sempre.
allora cantate, uccelli, cantate, cantate una gioiosa canzone!
e fate saltellare i giovani agnelli
come al suono del tamburello!
noi nei pensieri ci uniamo alla folla,
quel piffero e quel suono,
quelli attraverso i vostri cuori oggi
senti la felicità di maggio!
ciò che attraverso il radiante era una volta così luminosa
sei preso per sempre ora dal mio sguardo,
niente può riportare l’ora
di splendore nell’erba, di gloria nel fiore;
non siamo più addolorati, piuttosto troviamo
forza in ciò che rimane indietro;
nella primaria simpatia
che è dovuta essere;
nei pensieri calmanti che fioriscono
dalle sofferenze umane;
nella fede che guarda oltre la morte,
negli anni che portano la mente filosofica.
e le fontane, i prati, le colline, e i boschi,
presagiscono nessuna dei tanti nostri amori!
ancora nel mio cuore sento dei cuori la tua potenza;
ho solo rinunciato a un diletto
per vivere sotto il tuo costante oscillare.
amo i ponti sotto i quali scorrono i loro canali,
sempre più di quando viaggiavo leggero come loro;
l’innocente luminosità di un nuovo giorno
è ancora amabile;
le nuvole che si muovono intorno al sole che tramonta
prendono un colore sobrio da un occhio
che ha messo lo sguardo sulla mortalità dell’uomo;
un’altra razza è stata, e altri palmi hanno vinto.
grazie al cuore umano con il quale viviamo,
grazie alla sua tenerezza, alla sua gioia, e paure,
per me il più significativo dei fiori che sboccia può dare
pensieri che spesso giacciono anche pieni di lacrime.
" Dovremmo riflettere sui giorni che ci scivolano addosso rimpiangendoli oppure essere contenti delle esperienze vissute?"Dobbiamo guardare al passato oppure,durante la crescita, compiere un percorso di esplorazione su noi stessi,in un meraviglioso viaggio nelle emozioni..
EliminaSolo con lo scorrere" dei giorni comuni" è possibile apprezzare la bellezza unica della fanciullezza e il valore della crescita umana e ciò anche grazie alla valorizzazione di ciò che rappresenta la vera essenza della natura"
Definitely believe that which you said. Your favorite justification appeared to be on the net the easiest thing to be aware of. I say to you, I definitely get irked while people consider worries that they plainly do not know about. You managed to hit the nail upon the top as well as defined out the whole thing without having side-effects , people could take a signal. Will probably be back to get more. Thanks
EliminaIo vi devo ringraziare, chiunque voi siate. Sono arrivata qui cercando su google la traduzione dell'Ode all'immortalità, e per la prima volta l'ho trovata tutta. Non solo, essendo l'ultima, ho potuto vedere anche le altre traduzioni. Complimenti, e infinite grazie! A.Meli
RispondiEliminaGrazie mille! Salvata in corner prima dell'inizio delle lezioni proprio da voi, con tutto quello che mi serve e anche di più. Col vostro permesso copio e incollo i testi e le traduzioni, mentre dei commenti ne faccio tesoro. Alice95
RispondiEliminaGrazie per la versione inglese e per la traduzione di Ode all'Immortalità! Tornerò a cercarvi siete bravissimi
RispondiEliminaSo many, many thanks, 'cause we are seven!
RispondiEliminaGrazie! Cercavo la Tintern completa, e grazie ancora! Anto
RispondiEliminaNelle Lyrical Ballads, c'è la magnifica THE THORN (Il rovo) in cui si narra la terribile storia di Martha, abbandonata incinta prima delle nozze. Nessuno sa che fine abbia fatto quel bambino, ma lei viene vista spesso salire la montagna fino ad un rovo, dove viene sorpresa inginocchiata ad implorare: "O misery! O misery!". Riporto la strofa XXI, eloquente e angosciante:
RispondiElimina“I’ve heard, the moss is spotted red
With drops of that poor infant’s blood;
But kill a new-born infant thus,
I do not think she could!
Some say, if to the pond you go,
And fix on it a steady view,
The shadow of a babe you trace,
A baby and a baby’s face,
And that it looks at you;
Whene’er you look on it, ’tis plain
The baby looks at you again."
(Ho udito dire che il muschio è scarlatto
Per il sangue versato da quel povero bimbo.
Uccidere così un bimbo appena nato!
Si stenta a credere che abbia potuto farlo.
Altri dicono che se ti rechi al laghetto
E vi fissi lo sguardo,
Scorgerai l'ombra di un bambino,
D'un bambino e del viso d'un bambino
Che volge a te i suoi occhi,
E che ogni volta che lo guardi
Ti ricambia lo sguardo.)
La vado a mettere per intero più sotto.
Eliminadevo portarlo all'esame di 3 ma qual'è la migliore poesia x voi
RispondiEliminasecondo me è Tintern Abbey, ma subito dopo viene We are seven...! In bocca al lupo!
EliminaIo mi complimento, le traduzioni finalmente complete di quello che serve. Mi chiamo Elisa e mi siete stati utilissimi. Grazie di cuore
RispondiEliminaE vi ringrazio anch'io! quella Tintern abbey per intero l'ho trovata solo qui! E penso che mi guarderò anche il resto. Ciao KAM
RispondiEliminaGrazie per le traduzioni! Martina
RispondiEliminaTo My Sister - William Wordsworth
RispondiEliminaIt is the first mild day of March:
Each minute sweeter than before
The redbreast sings from the tall larch
That stands beside our door.
There is a blessing in the air,
Which seems a sense of joy to yield
To the bare trees, and mountains bare,
And grass in the green field.
My sister! ('tis a wish of mine)
Now that our morning meal is done,
Make haste, your morning task resign;
Come forth and feel the sun.
Edward will come with you;--and, pray,
Put on with speed your woodland dress;
And bring no book: for this one day
We'll give to idleness.
No joyless forms shall regulate
Our living calendar:
We from to-day, my Friend, will date
The opening of the year.
Love, now a universal birth,
From heart to heart is stealing,
From earth to man, from man to earth:
--It is the hour of feeling.
One moment now may give us more
Than years of toiling reason:
Our minds shall drink at every pore
The spirit of the season.
Some silent laws our hearts will make,
Which they shall long obey:
We for the year to come may take
Our temper from to-day.
And from the blessed power that rolls
About, below, above,
We'll frame the measure of our souls:
They shall be tuned to love.
Then come, my Sister! come, I pray,
With speed put on your woodland dress;
And bring no book: for this one day
We'll give to idleness.
A mia sorella - William Wordsworth
EliminaE' questo il primo giorno mite di marzo,
Più fragrante di momento in momento,
Col pettirosso che cinguetta in cima al larice
Che sorge accanto alla nostra casa.
Aleggia nell'aria una benedizione
Che sembra infondere un senso di gioia
Agli alberi spogli, alle nude montagne
Ed ai verdi campi erbosi.
Sorella mia! Ho un desiderio:
Ora che la nostra colazione è terminata,
Fai presto, lascia le tue faccende mattutine,
E vieni fuori a goderti il sole.
Edward verrà con te, e ti prego,
Presto, mettiti il tuo abito silvestre,
E non portar libri, chè questo giorno
Noi lo dedicheremo al riposo.
Nessuna tetra parvenza sarà legge
Per il nostro vivente calendario:
Da oggi, amica mia, data per noi
L'inizio dell'anno.
Amore, che ora ovunque rinasce,
Migra furtivo di cuore in cuore,
Dalla terra all'uomo, dall'uomo alla terra,
- E' questa l'ora dei sentimenti.
Ora un momento potrà darci di più
Di cinquant'anni di ragionamenti;
Le nostre menti succhieranno da ogni poro
Lo spirito della stagione.
Poche tacite leggi si daranno i nostri cuori
Cui prestare lunga obbedienza;
Per l'anno a venire prenderemo
L'esempio da quest'oggi.
E dal beato potere che aleggia
D'Intorno, quaggiù e su in cielo,
Trarremo la misura delle anime nostre,
Accordandole alla nota d'amore.
Orsù vieni, sorella mia! Vieni ti prego,
Presto, mettiti il tuo abito silvestre,
E non portar libri, chè questo giorno
Noi lo dedicheremo al riposo.
In origine questa poesia, compresa nelle Lyrical Ballads, si intitolava: "LINES - written at a small distance from my House, and sent by my little Boy to the Person to whom they are addressed" (VERSI - scritti poco lontano dalla mia casa e inviati tramite il mio figlioletto alla persona cui sono dedicati). Poi è diventata universalmente nota come To my Sister.
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IT IS A BEAUTEOUS EVENING -WILLIAM WORDSWORTH
RispondiEliminaIt is a beauteous evening, calm and free,
The holy time is quiet as a Nun
Breathless with adoration; the broad sun
Is sinking down in its tranquillity;
The gentleness of heaven broods o’er the Sea;
Listen! the mighty Being is awake,
And doth with his eternal motion make
A sound like thunder—everlastingly.
Dear Child! dear Girl! that walkest with me here,
If thou appear untouched by solemn thought,
Thy nature is not therefore less divine;
Thou liest in Abraham’s bosom all the year:
And worshipp’st at the Temple’s inner shrine,
God being with thee when we know it not.
E’ UNA BELLA SERATA, CALMA E SERENA - WILLIAM WORDSWORTH
E' una bella serata, calma e serena,
Il Santo Tempo è calmo come una suora
estasiata in adorazione, il chiaro Sole
sta calando nella sua tranquillità,
La dolcezza del Cielo si accova sul mare.
Ascolta! Il Potente Essere è sveglio,
e attraverso il suo eterno movimento trasforma
il suono in tuono - perennemente.
Cara Figlia! Cara Ragazza! Che camminasti qui con me,
Anche se tu appari non sfiorata dal sublime pensiero,
Non per questo la tua natura è meno divina.
Tu giaci nel petto di Abramo tutto l'anno,
Adori al santuario del Tempio
Dio è con te, anche quando non ce ne accorgiamo.
Ciao a tutti, sono al mio primo post!
EliminaGrazie infinite per la traduzione di questa poesia, che non riuscivo a trovare da nessuna parte! Rosarita, è opera tua o l'hai ripresa da una pubblicazione?
Posso usarla per un mio lavoro, ovviamente citando i credits che mi dirai?
Un grazie in anticipo!
Martina
Ciao Martina, francamente non ricordo se quella traduzione l'ho fatta io, oppure no. Per cui, pubblico questa bella traduzione di Flavio Giacomantonio, tratta da Poesie scelte, ed. Rubbettino (il quarto nella testata):
EliminaE' UNA PIACEVOLE SERATA, CALMA E TERSA - WILLIAM WORDSWORTH
E' una piacevole serata, calma e tersa;
questa ora sacra è cheta come una suora
orante in estasi; il sole smisurato
s'inabissa nel suo riposo;
la soavità del cielo discende sul mare.
Ascolta! L'onnipotente è desto
e col suo perenne moto provoca
fragore simile al tuono - senza sosta.
Cara piccina! cara bambina! che con me passeggi,
pur se pensieri elevati non sembrano sfiorarti,
non è detto che per natura sia tu meno divina:
tutto l'anno stai nel seno di Abramo, e
in adorazione presso l'altare del tempio, con te
essendo Dio, sebbene a noi non sia dato sapere.
Ti ringrazio tantissimo Rosarita, non sapevo più dove cercare!
EliminaDavvero mille grazie per la tua gentilezza!
Martina
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Questa è forse la più nota delle Lucy Poems, dedicate alla ragazza morta giovanissima, e da lui molto amata, probabilmente sua cognata Margaret Hutchinson:
RispondiEliminaA SLUMBER DID MY SPIRIT SEAL - WILLIAM WORDSWORTH
A Slumber did my spirit seal;
I had no human fears:
She seemed a thing that could not feel
The touch of earthly years
No motion has she now, no force;
She neither hears nor sees;
Rolled round in earth's diurnal course,
With rocks, and stones, and trees.
UN SONNO HA INTORPIDITO IL MIO SPIRITO - WILLIAM WORDSWORTH
Un sonno ha intorpidito il mio spirito
non avevo timori umani
lei pareva una creatura che non poteva essere toccata
dal passaggio degli anni di questo mondo
Ora lei più non si muove,
non sente né vede;
avvolta nella terra che ruota ogni giorno su di lei,
insieme alle sue rocce, alberi e pietre.
Posso aggiungere questo bellissimo brano tratto dal Preludio? Direi inquietante, un vero tuffo nel terrore.
RispondiEliminaOne summer evening (led by her) I found
A little boat tied to a willow tree
Within a rocky cave, its usual home.
Straight I unloosed her chain, and stepping in
Pushed from the shore. It was an act of stealth
And troubled pleasure, nor without the voice
Of mountain-echoes did my boat move on;
Leaving behind her still, on either side,
Small circles glittering idly in the moon,
Until they melted all into one track
Of sparkling light. But now, like one who rows,
Proud of his skill, to reach a chosen point
With an unswerving line, I fixed my view
Upon the summit of a craggy ridge,
The horizon's utmost boundary; far above
Was nothing but the stars and the grey sky.
She was an elfin pinnace; lustily
I dipped my oars into the silent lake,
And, as I rose upon the stroke, my boat
Went heaving through the water like a swan;
When, from behind that craggy steep till then
The horizon's bound, a huge peak, black and huge,
As if with voluntary power instinct,
Upreared its head. I struck and struck again,
And growing still in stature the grim shape
Towered up between me and the stars, and still,
For so it seemed, with purpose of its own
And measured motion like a living thing,
Strode after me. With trembling oars I turned,
And through the silent water stole my way
Back to the covert of the willow tree;
There in her mooring-place I left my bark,--
And through the meadows homeward went, in grave
And serious mood; but after I had seen
That spectacle, for many days, my brain
Worked with a dim and undetermined sense
Of unknown modes of being; o'er my thoughts
There hung a darkness, call it solitude
Or blank desertion. No familiar shapes
Remained, no pleasant images of trees,
Of sea or sky, no colours of green fields;
But huge and mighty forms, that do not live
Like living men, moved slowly through the mind
By day, and were a trouble to my dreams.
Roby non prendertela se riporto l'intero brano del Preludio, quello che hai messo tu è, per così dire, un estratto che si trova in rete col titolo The Stolen Boat (la barca rubata). A seguire metto anche la traduzione completa.
Eliminafrom The Prelude: Book 1: Childhood and School-time BY WILLIAM WORDSWORTH
One evening (surely I was led by her)
I went alone into a Shepherd's Boat,
A Skiff that to a Willow tree was tied
Within a rocky Cave, its usual home.
'Twas by the shores of Patterdale, a Vale
Wherein I was a Stranger, thither come
A School-boy Traveller, at the Holidays.
Forth rambled from the Village Inn alone
No sooner had I sight of this small Skiff,
Discover'd thus by unexpected chance,
Than I unloos'd her tether and embark'd.
The moon was up, the Lake was shining clear
Among the hoary mountains; from the Shore
I push'd, and struck the oars and struck again
In cadence, and my little Boat mov'd on
Even like a Man who walks with stately step
Though bent on speed. It was an act of stealth
And troubled pleasure; not without the voice
Of mountain-echoes did my Boat move on,
Leaving behind her still on either side
Small circles glittering idly in the moon,
Until they melted all into one track
Of sparkling light. A rocky Steep uprose
Above the Cavern of the Willow tree
And now, as suited one who proudly row'd
With his best skill, I fix'd a steady view
Upon the top of that same craggy ridge,
The bound of the horizon, for behind
Was nothing but the stars and the grey sky.
She was an elfin Pinnace; lustily
I dipp'd my oars into the silent Lake,
And, as I rose upon the stroke, my Boat
Went heaving through the water, like a Swan;
When from behind that craggy Steep, till then
The bound of the horizon, a huge Cliff,
As if with voluntary power instinct,
Uprear'd its head. I struck, and struck again
And, growing still in stature, the huge Cliff
Rose up between me and the stars, and still,
With measur'd motion, like a living thing,
Strode after me. With trembling hands I turn'd,
And through the silent water stole my way
Back to the Cavern of the Willow tree.
There, in her mooring-place, I left my Bark,
And, through the meadows homeward went, with grave
And serious thoughts; and after I had seen
That spectacle, for many days, my brain
Work'd with a dim and undetermin'd sense
Of unknown modes of being; in my thoughts
There was a darkness, call it solitude,
Or blank desertion, no familiar shapes
Of hourly objects, images of trees,
Of sea or sky, no colours of green fields;
But huge and mighty Forms that do not live
Like living men mov'd slowly through the mind
By day and were the trouble of my dreams.
DAL PRELUDIO, LIBRO PRIMO - WILLIAM WORDSWORTH
EliminaUna sera (certo essa mi guidava)
entrai da solo nella barca di un pastore,
un canotto fermato a un salice
in una caverna rocciosa, sua dimora abituale.
Era la riva di Patterdale, valle
a me straniera, dove ero venuto
per una gita di scolaro in vacanza.
Allontanandomi solo dalla locanda del paese,
appena posai lo sguardo sulla barchetta
così scoperta inaspettatamente,
la sciolsi dall'ormeggio e salii.
La luna era alta, il lago luceva chiaro
fra i bianchi monti; da riva
mi scostai, con un cadenzato battito
di remi: la barchetta filò via
come un uomo dal passo grave
eppure veloce. Era il mio un gesto
di piacere furtivo e turbato: non senza seguito
di echi montani muoveva la mia barca,
lasciandosi sempre dietro sui due lati
circoli pigramente luccicanti sotto la luna
finché si scioglievano tutti in un'unica scia
di luce scintillante. Una parete di roccia
si alzava sopra la caverna del salice
e ora, come fa chi rema orgoglioso
col meglio delle forze, fissai lo sguardo
sul culmine del frastagliato crinale,
estremo mio orizzonte, poiché dietro
non aveva che le stelle e il cielo grigio.
Fatata era la scialuppa: con esultanza
tuffavo i remi nel lago silenzioso
e, mentre mi rialzavo dalla battuta, la barca
andava slanciata per l'acqua, come un cigno:
quando, da dietro la pendice scoscesa,
finora mio orizzonte, un grande monte
come mosso da volontà propria
alzò la testa. Percossi ripetutamente l'acqua
ma, sempre più alto, il vasto monte
si sollevò fra me e le stelle, e subito
con moto misurato, quale cosa viva,
si pose a seguirmi. Feci volta con mani tremanti
e per l'acqua muta ritornai
nascostamente alla caverna del salice.
Là, all'attracco, lasciai la barca
e tornai a casa per i campi, con gravi
e seri pensieri; e dopo aver visto
quella scena per molti giorni la mia mente
operò con il sentimento vago e indeterminato
di modi sconosciuti di vita; nei miei pensieri
era un'oscurità, chiamala solitudine
o vuoto abbandono. Nessun contorno familiare
di oggetti comuni, immagini di alberi,
di mare o cielo, nessun colore di campi verdi,
ma forme grandi e potenti, che non vivono
come i viventi, muovevano lente nella mente
durante il giorno, e mi turbavano i sogni.
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RispondiEliminaWho But Is Pleased To Watch The Moon On High
by William Wordsworth
Who but is pleased to watch the moon on high
Travelling where she from time to time enshrouds
Her head, and nothing loth her Majesty
Renounces, till among the scattered clouds
One with its kindling edge declares that soon
Will reappear before the uplifted eye
A Form as bright, as beautiful a moon,
To glide in open prospect through clear sky.
Pity that such a promise e'er should prove
False in the issue, that yon seeming space
Of sky should be in truth the steadfast face
Of a cloud flat and dense, through which must move
(By transit not unlike man's frequent doom)
The Wanderer lost in more determined gloom.
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A Balquhidder, in una valle tranquilla delle Highlands scozzesi, una ragazza che cantava mentre tagliava il grano fu l'ispiratrice di una delle sue più famose poesie:
RispondiEliminaTHE SOLITARY REAPER - WILLIAM WORDSWORTH
Behold her, single in the field,
Yon solitary Highland Lass!
Reaping and singing by herself;
Stop here, or gently pass!
Alone she cuts and binds the grain,
And sings a melancholy strain;
O listen! for the Vale profound
Is overflowing with the sound.
No Nightingale did ever chaunt
More welcome notes to weary bands
Of travellers in some shady haunt,
Among Arabian sands:
A voice so thrilling ne'er was heard
In spring-time from the Cuckoo-bird,
Breaking the silence of the seas
Among the farthest Hebrides.
Will no one tell me what she sings?—
Perhaps the plaintive numbers flow
For old, unhappy, far-off things,
And battles long ago:
Or is it some more humble lay,
Familiar matter of to-day?
Some natural sorrow, loss, or pain,
That has been, and may be again?
Whate'er the theme, the Maiden sang
As if her song could have no ending;
I saw her singing at her work,
And o'er the sickle bending;—
I listen'd, motionless and still;
And, as I mounted up the hill,
The music in my heart I bore,
Long after it was heard no more.
La mietitrice solitaria - William Wordsworth
Osservala, soletta lì in mezzo al campo,
La solitaria ragazza delle Highlands!
Miete e canta e nessuno le è dappresso;
Fermati, o prosegui senza disturbarla!
Da sola, falcia e lega il grano,
E canta una canzone malinconica;
Oh ascolta! ché la valle profonda
E' inondata dal canto.
Mai usignolo ha modulato canto
Così soave a comitive di viaggiatori
Accampati in qualche ombroso
Recesso nei deserti d'Arabia:
Mai in primavera fu udita
Voce più dolce di cuculo
Rompere il silenzio del mare
Tra le più remote Ebridi.
Nessuno mi dirà che cosa canta?
Forse le meste note sgorgano a ricordo
Di vicende trascorse, infelici, lontane,
Di battaglie del tempo andato;
O è qualche lamento più modesto,
Per storie familiari dei nostri giorni?
Per qualche normale afflizione, perdita,
O Pena già sofferta e che può rinnovarsi?
Qualsiasi fosse il tema, la fanciulla cantava
Come se il suo canto non dovesse mai finire;
L'ho vista cantare durante il lavoro,
E mentre si piegava sulla falce;
L'ho ascoltata senza muovermi o parlare,
E mentre salivo su per la collina
Ho portato a lungo nel cuore quella melodia
Che ormai non arrivava più all'orecchio.
William Wordsworth composed "The Solitary Reaper" on this day in 1805. The poem was partly inspired by Wordsworth’s 1803 walking tour of the Scottish Highlands in harvest time. The second inspiration was a sentence in a book by his friend, Thomas Wilkinson, describing a moment during his own harvest walk: "Passed a Female who was reaping alone: she sung in Erse as she bended over her sickle; the sweetest human voice I ever heard: her strains were tenderly melancholy, and felt delicious, long after they were heard no more." In such moments of "low and rustic life," Wordsworth believed, "the essential passions of the heart find a better soil” (Preface to Lyrical Ballads).
EliminaSource: http://www.todayinliterature.com/today.asp
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RispondiEliminaA Night-Piece - William Wordsworth
The sky is overcast
With a continuous cloud of texture close,
Heavy and wan, all whitened by the Moon,
Which through that veil is indistinctly seen,
A dull, contracted circle, yielding light
So feebly spread, that not a shadow falls,
Chequering the ground--from rock, plant, tree, or tower.
At length a pleasant instantaneous gleam
Startles the pensive traveller while he treads
His lonesome path, with unobserving eye
Bent earthwards; he looks up--the clouds are split
Asunder,--and above his head he sees
The clear Moon, and the glory of the heavens.
There, in a black-blue vault she sails along,
Followed by multitudes of stars, that, small
And sharp, and bright, along the dark abyss
Drive as she drives: how fast they wheel away,
Yet vanish not!--the wind is in the tree,
But they are silent;--still they roll along
Immeasurably distant; and the vault,
Built round by those white clouds, enormous clouds,
Still deepens its unfathomable depth.
At length the Vision closes; and the mind,
Not undisturbed by the delight it feels,
Which slowly settles into peaceful calm,
Is left to muse upon the solemn scene.
Ecco la traduzione:
EliminaNOTTURNO - WILLIAM WORDSWORTH
Il cielo è oscurato
dalla fitta trama di una nube ininterrotta,
greve e sbiadita, inondata dal pallore della luna, che
attraverso quella cortina traspare indistintamente,
e la smorta, misera sfera diffonde una luce
così fievole, che neppure un'ombra cade,
a screziare il suolo, - da una rupe, pianta o albero, o torre.
Infine, un piacevole improvviso bagliore
dà un fremito al pensoso viandante che percorre
il sentiero solitario, con lo sguardo assente
rivolto a terra: guarda in alto - le nuvole
si sono separate, - e sopra il proprio capo vede
lo splendore del cielo e la luna chiara che
in una volta azzurro cupo, prosegue il viaggio,
e appresso una moltitudine di stelle, che piccole
e intense e luminose, nell'oscura profondità,
si muovono sulla sua scia: come scorrono veloci,
eppure non scompaiono! - il vento soffia tra i rami,
ed esse restano silenziose, continuano a percorrere
distanze incommensurabili; e la volta, resa
sferica da quelle bianche nubi, smisurate nubi,
si fa più profonda nella sua insondabile profondità.
Infine, la visione cessa, e la mente,
eccitata da quel piacere, che, lentamente,
si tramuta in uno stato di serena quiete,
resta a meditare sul maestoso spettacolo.
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RispondiEliminaTi ringrazio dei complimenti. La inserisco qui sotto, per intero. Sono 23 stanze per un totale di 253 versi, quindi dovrò suddividerla il più parti. La traduzione è di Franco Marucci.
EliminaTHE THORN – WILLIAM WORDSWORTH (from Lyrical Ballads) 1)
RispondiEliminaI
There is a Thorn; it looks so old,
In truth you’d find it hard to say,
How it could ever have been young,
It looks so old and grey.
Not higher than a two years' child
It stands erect this aged thorn;
No leaves it has, no prickly points;
It is a mass of knotted joints,
A wretched thing forlorn.
It stands erect, and like a stone
With lichens is it overgrown.
II
Like rock or stone, it is o’ergrown
With lichens to the very top,
And hung with heavy tufts of moss,
A melancholy crop:
Up from the earth these mosses creep,
And this poor thorn they clasp it round
So close, you’d say that they are bent
With plain and manifest intent,
To drag it to the ground;
And all have joined in one endeavour
To bury this poor thorn for ever.
III
High on a mountain’s highest ridge,
Where oft the stormy winter gale
Cuts like a scythe, while through the clouds
It sweeps from vale to vale;
Not five yards from the mountain-path,
This thorn you on your left espy;
And to the left, three yards beyond,
You see a little muddy pond
Of water, never dry,
I’ve measured it from side to side:
‘Tis three feet long, and two feet wide.
IV
And, close beside this aged thorn,
There is a fresh and lovely sight,
A beauteous heap, a hill of moss,
Just half a foot in height.
All lovely colours there you see,
All colours that were ever seen,
And mossy network too is there,
As if by hand of lady fair
The work had woven been;
And cups, the darlings of the eye
So deep is their vermilion dye.
V
Ah me! what lovely tints are there
Of olive-green and scarlet bright,
In spikes, in branches, and in stars,
Green, red, and pearly white.
This heap of earth o’ergrown with moss,
Which close beside the thorn you see,
So fresh in all its beauteous dyes,
Is like an infant’s grave in size,
As like as like can be:
But never, never any where,
An infant’s grave was half so fair.
IL ROVO – WILLIAM WORDSWORTH (dalle Ballate Liriche) – 1)
EliminaI
Conosco un rovo che par così vecchio
Che stenteresti a credere davvero
Che sia stato giovane un tempo,
Tanto sembra grigio ed invecchiato.
Non più alto di un bimbo di due anni,
Sta eretto però, questo annoso rovo;
Foglie non ha, né punte di spino,
E’ un ammasso di nodi intricati,
Una pietosa rovina.
Sta però eretto, e come le pietre
E’ ricoperto di licheni.
II
Come le pietre o le rocce, è ricoperto
Di licheni fino in cima,
E penzolano dai suoi rami pesanti
Ciuffi di muschio, malinconica pianta:
S’arrampicano su da terra questi ciuffi,
E s’avvinghiano tanto stretti
Al povero rovo, da far credere
D’avere il fermo proposito
Di trascinarlo a terra,
E che tutti si fossero alleati nel cercare
Di seppellire per sempre questo povero rovo.
III
In cima alla più alta vetta montana,
Dove sovente d’inverno sferzano come falci
I venti tempestosi, spazzando
Le nubi di valle in valle,
A non più di cinque iarde dal sentiero
Noterai alla tua sinistra questo rovo,
Ed a sinistra, fatte ancora tre iarde,
Vedrai un laghetto limaccioso
Che non è mai secco.
L’ho misurato da sponda a sponda:
E’ lungo tre piedi e largo due.
IV
Vicino a questo annoso rovo
C’è un fresco, incantevole spettacolo:
Un bellissimo tumulo, una collinetta muschiosa,
Giusto mezzo piede d’altezza.
Mirabili colori, tutti i colori
Che mai furono visti vi puoi osservare,
E c’è pure un velo di muschio
Che sembra quasi intessuto
Dalle mani d’una bella dama,
E i botton d’oro, i beniamini dell’occhio,
Tanto intenso è il loro vermiglio.
V
Oh, che tinte stupende!
Verde oliva e rosso scarlatto,
A spicchi, a raggiera, a stelle,
Verde, rosso e madreperla.
Questo monticello ricoperto di muschio,
Che puoi vedere a ridosso del rovo,
Così fresco in tutti i suoi mirabili colori,
Ha la misura della tomba d’un bambino,
Cui rassomiglia come goccia d’acqua:
Ma in nessun luogo fu mai, mai,
Per metà così bella la tomba d’un bambino.
THE THORN 2)
RispondiEliminaVI
Now would you see this aged thorn,
This pond, and beauteous hill of moss,
You must take care and chuse your time
The mountain when to cross.
For oft there sits, between the heap
That’s like an infant’s grave in size,
And that same pond of which I spoke,
A woman in a scarlet cloak,
And to herself she cries,
‘Oh misery! oh misery!
Oh woe is me! oh misery!’
VII
At all times of the day and night
This wretched woman thither goes,
And she is known to every star,
And every wind that blows;
And there beside the thorn, she sits
When the blue day-light’s in the skies,
And when the whirlwind’s on the hill,
Or frosty air is keen and still,
And to herself she cries,
‘Oh misery! oh misery!
‘Oh woe is me! oh misery!’ ”
VIII
‘Now wherefore, thus, by day and night,
‘In rain, in tempest, and in snow,
‘Thus to the dreary mountain-top
‘Does this poor Woman go?
‘And why sits she beside the thorn
‘When the blue day-light’s in the sky,
‘Or when the whirlwind’s on the hill,
‘Or frosty air is keen and still,
‘And wherefore does she cry? —
‘Oh wherefore? wherefore? tell me why
‘Does she repeat that doleful cry?”
IX
I cannot tell; I wish I could;
For the true reason no one knows,
But if you’d gladly view the spot,
The spot to which she goes;
The heap that’s like an infant’s grave,
The pond—and thorn, so old and grey,
Pass by her door — ’tis seldom shut —
And if you see her in her hut,
Then to the spot away! -
I never heard of such as dare
Approach the spot when she is there.
X
‘But wherefore to the mountain-top
‘Can this unhappy woman go,
‘Whatever star is in the skies,
‘Whatever wind may blow?’
Nay rack your brain – ‘tis all in vain,
I’ll tell you every thing I know;
But to the thorn, and to the pond
Which is a little step beyond,
I wish that you would go:
Perhaps when you are at the place
You something of her tale may trace.
XI
I’ll give you the best help I can:
Before you up the mountain go,
Up to the dreary mountain-top,
I’ll tell you all I know.
‘Tis now some two and twenty years,
Since she (her name is Martha Ray)
Gave with a maiden’s true good will
Her company to Stephen Hill;
And she was blithe and gay,
And she was happy, happy still
Whene’er she thought of Stephen Hill.
EliminaIL ROVO 2)
VI
Se dunque ti piacesse vedere questo vecchio rovo,
Questo laghetto e il bel monticello muschioso,
Farai attenzione a scegliere il momento
Per salire alla montagna.
Perché sovente, tra il monticello
Che assomiglia alla tomba d’un bambino
Sta una donna con un mantello scarlatto
Che geme così fra sé:
‘O sventura! O sventura!
O me misera! O sventura!’
VII
A tutte le ore del giorno e della notte
La povera donna sale lassù,
Nota a tutte le stelle
E a tutti i venti che soffiano impetuosi,
E là se ne sta seduta accanto al rovo,
Quando il cielo è limpido e azzurro
O quando la bufera ulula sulle colline,
O nel freddo pungente, senza un alito di vento,
E geme così fra sé:
‘O sventura! O sventura!
O me misera! O sventura!’
VIII
‘Ma dimmi, come mai, di giorno e di notte,
Sotto la pioggia e la neve e la tempesta,
Questa povera donna se ne sale
Alla desolata vetta della montagna?
E perché se ne sta seduta accanto al rovo,
Di giorno, quando il cielo è azzurro,
O quando turbina il vento sul colle,
O nel freddo pungente, quando l’aria è immota,
E come mai piange così?
Come mai? Dimmi perché
Costei ripete il suo pietoso grido?’
IX
Non saprei – e come vorrei dirtelo,
Ma la vera ragione mi è ignota!
Pure se ti piacesse vedere quel posto,
Quel posto che di solito frequenta;
Il monticello simile alla tomba d’un bambino,
Il laghetto e il rovo così grigio ed invecchiato,
E passare davanti alla sua porta, raramente chiusa,
Se la vedessi nella sua capanna,
Scapperesti subito di là!
Non ho mai sentito che qualcuno abbia osato
Avvicinarsi a quel posto quando c’è lei.
X
‘Ma che mai spinge questa povera donna
In cima alla montagna,
Sfidando le stelle del cielo,
E sfidando i venti impetuosi?’
A nulla vale spremersi il cervello:
Io ti dirò tutto quello che so,
Ma vorrei che ti recassi
A vedere il rovo ed il laghetto,
Che è appena ad un passo.
Forse, quando sarai lassù,
Ti sarà più chiara la sua storia.
XI
Ti darò tutto l’aiuto che posso,
E prima che tu salga al monte,
Alla sua desolata vetta,
Ti dirò tutto quello che so.
Or sono ventidue anni
Che lei, con l’onestà d’una vergine
- Il suo nome è Martha Ray –
Prese a frequentare Stephen Hill;
Ed era raggiante di gioia,
E non era triste neppure un momento
Quando pensava a Stephen Hill.
THE THORN 3)
RispondiEliminaXII
And they had fix’d the wedding-day,
The morning that must wed them both;
But Stephen to another maid
Had sworn another oath;
And, with this other maid, to church
Unthinking Stephen went —
Poor Martha! on that woful day
A cruel, cruel fire, they say,
Into her bones was sent:
It dried her body like a cinder,
And almost turn’d her brain to tinder.
XIII
They say, full six months after this,
While yet the summer-leaves were green,
She to the mountain-top would go,
And there was often seen.
‘Tis said, a child was in her womb,
As now to any eye was plain;
She was with child, and she was mad;
Yet often was she sober sad
From her exceeding pain.
Oh me! Ten thousand times I’d rather
That he had died, that cruel father!
XIV
Sad case for such a brain to hold
Communion with a stirring child!
Sad case, as you may think, for one
Who had a brain so wild!
Last Christmas when we talked of this,
Old Farmer Simpson did maintain,
That in her womb the infant wrought
About its mother’s heart, and brought
Her senses back again:
And when at last her time drew near,
Her looks were calm, her senses clear.
XV
No more I know, I wish I did,
And it would tell it all to you;
For what became of this poor child
There’s none that ever knew:
And if a child was born or no
There’s no one that could ever tell;
And if ’twas born alive or dead,
There’s no one knows, as I have said,
But some remember well,
That Martha Ray about this time
Would up the mountain often climb.
XVI
And all that winter, when at night
The wind blew from the mountain-peak,
’Twas worth your while, though in the dark,
The church-yard path to seek:
For many a time and oft were heard
Cries coming from the mountain-head,
Some plainly living voices were,
And others, I’ve heard many swear,
Were voices of the dead:
I cannot think, whate’er they say,
They had to do with Martha Ray.
XVII
But that she goes to this old thorn,
The thorn which I’ve described to you,
And there sits in a scarlet cloak,
I will be sworn is true.
For one day with my telescope,
To view the ocean wide and bright,
When to this country first I came,
Ere I had heard of Martha’s name,
I climbed the mountain’s height:
A storm came on, and I could see
No object higher than my knee.
IL ROVO 3)
EliminaXII
Avevan fissato il giorno delle nozze,
Il mattino che li avrebbe visti sposi;
Ma Stephen aveva giurato amore
A un’altra fanciulla,
E con quest’altra fanciulla
L’ingrato Stephen se n’andò in chiesa.
Povera Martha! In quel giorno di dolore
Si disse che un fuoco, un fuoco crudele
Le divampasse nelle ossa:
Bruciò il suo corpo come un tizzone,
Le cambiò quasi il cervello in stoppa.
XIII
Dicon che d’allora, per ben sei mesi,
- Era ancora estate, e le foglie verdi –
Lei salisse in cima alla montagna
E là sovente fu veduta.
Dicono che aveva un bimbo in grembo,
Ciò che poi a tutti parve chiaro.
Aspettava un bambino, ma era pazza,
Per quanto talora, dal troppo dolore,
Fosse solenne nella sua tristezza.
Ahimè! Come avrei preferito diecimila volte
Che fosse morto lui, quel padre crudele!
XIV
Triste davvero che una mente come quella
Comunicasse con un figlio in grembo!
Triste davvero, come puoi immaginare,
Per una mente tanto sconvolta!
Quando se ne parlò a Natale
Con Simpson, il vecchio contadino, egli sostenne
Che il piccino, muovendosi
Nel grembo vicino al cuore della madre,
Le avesse ridato la ragione.
E quand’ebbe finito il tempo
Il suo aspetto era calmo, lucida la mente.
XV
Non so nient’altro, e vorrei saperlo,
Per raccontartelo;
Quel che fu di questo povero bimbo
Nessuno l’ha mai saputo:
Se il figlio nacque o no,
Non c’è nessuno che saprebbe dirtelo,
E se sia vivo o morto
Domanderesti invano, come t’ho detto.
C’è solo chi ricorda
Che Martha Ray a quel tempo
Fu vista spesso salire sul monte.
XVI
E in quell’inverno, quando a notte
Il vento soffiava sulla cima del monte,
avresti fatto bene, sfidando le tenebre,
A prendere la strada della chiesa;
Ché parecchie volte s’udivano
Provenire delle grida dalla cima del monte,
Alcune sicure voci di vivi,
Altre invece, ho udito molti giurarlo,
Erano voci di morti,
Sebbene non credo, per quanto si dica,
Che avessero a che far con Martha Ray.
XVII
Ma che lei salga a questo vecchio rovo
Che t’ho descritto,
E che qui se ne stia, avvolta in un mantello scarlatto,
Giurerei ch’è vero.
Un giorno infatti, essendo salito
Sulla montagna col mio cannocchiale
Per guardare il vasto oceano scintillante –
Era da poco che abitavo in questo luogo
E non avevo ancora udito parlare di Martha –
Scoppiò una tempesta, e non riuscivo a vedere
Più in alto delle mie ginocchia.
THE THORN 4)
RispondiEliminaXVIII
’Twas mist and rain, and storm and rain:
No screen, no fence could I discover;
And then the wind! in faith, it was
A wind full ten times over.
I looked around, I thought I saw
A jutting crag,—and off I ran,
Head-foremost, through the driving rain,
The shelter of the crag to gain,
And, as I am a man,
Instead of jutting crag, I found
A Woman seated on the ground.
XIX
I did not speak—I saw her face,
Her face it was enough for me;
I turned about and heard her cry,
‘Oh misery! oh misery!’
And there she sits, until the moon
Through half the clear blue sky will go,
And when the little breezes make
The waters of the pond to shake,
As all the country know,
She shudders, and you hear her cry,
‘Oh misery! oh misery!’ ”
XX
‘But what’s the Thorn? and what the pond?
‘And what the hill of moss to her?
‘And what’s the creeping breeze that comes
‘The little pond to stir?’
I cannot tell; but some will say
She hanged her baby on the tree;
Some say she drowned it in the pond,
Which is a little step beyond,
But all and each agree,
The little babe was buried there,
Beneath that hill of moss so fair.
XXI
I’ve heard the scarlet moss is red
With drops of that poor infant’s blood;
But kill a new-born infant thus!
I do not think she could.
Some say, if to the pond you go,
And fix on it a steady view,
The shadow of a babe you trace,
A baby and a baby’s face,
And that it looks at you;
Whene’er you look on it, ’tis plain
The baby looks at you again.
XXII
And some had sworn an oath that she
Should be to public justice brought;
And for the little infant’s bones
With spades they would have sought.
But then the beauteous hill of moss
Before their eyes began to stir;
And for full fifty yards around,
The grass it shook upon the ground;
But all do still aver
The little babe lies buried there,
Beneath that hill of moss so fair.
XXIII
I cannot tell how this may be,
But plain it is, the thorn is bound
With heavy tufts of moss, that strive
To drag it to the ground.
And this I know, full many a time,
When she was on the mountain high,
By day, and in the silent night,
When all the stars shone clear and bright,
That I have heard her cry,
‘Oh misery! oh misery!
‘Oh woe is me! oh misery!’
IL ROVO 4)
EliminaXVIII
Era nebbia mista a pioggia, una bufera di pioggia,
E non si vedeva un rifugio, un riparo,
E che vento! Un vento, in fede mia,
Più impetuoso di dieci venti!
Mi guardai attorno, e credetti di scorgere
Una roccia sporgente, e mi ci diressi
A testa bassa, nella pioggia battente,
Per ripararmici sotto,
E, quant’è vero che esisto,
Invece di una roccia sporgente
Trovai una donna seduta per terra.
XIX
Non feci motto – vidi il suo volto,
E mi bastò quello.
Non ebbi il tempo di girarmi che udii
Il suo grido: ‘O sventura! O sventura!’
E là se ne sta, finché la luna
Non è a metà della sua corsa nel cielo azzurro,
E quando le leni brezze
Fan tremolare lo specchio del laghetto,
Come tutti sanno in quel luogo,
Lei rabbrividisce e lancia il suo grido:
‘O sventura! O sventura!’
XX
‘Ma cos’è il rovo, cos’è il laghetto,
Cos’è per lei il monticello ricoperto di muschio?
Cos’è la brezza che giunge furtiva
A increspare il laghetto?’
Non saprei dire; ma c’è chi racconta
Che ha impiccato il suo bimbo a quell’albero
C’è chi racconta che l’ha affogato nel laghetto
Che è lì ad un passo,
Ma tutti saranno d’accordo
Che il bimbo è seppellito lì,
Sotto il grazioso monticello ricoperto di muschio.
XXI
Ho udito dire che il muschio è scarlatto
Per il sangue versato da quel povero bimbo.
Uccidere così un bimbo appena nato!
Si stenta a credere che abbia potuto farlo.
Altri dicono che se ti rechi al laghetto
E vi fissi lo sguardo,
Scorgerai l’ombra d’un bambino,
D’un bambino e del viso d’un bambino
Che volge a te i suoi occhi,
E che ogni volta che lo guardi
Ti ricambia lo sguardo.
XXII
E c’è chi ha solennemente giurato
Che debba esser condotta davanti a un tribunale,
E chi con la vanga si sarebbe incamminato
Per cercare le ossicine del bambino:
Ma allora il bel monticello muschioso
Avrebbe preso a fremere davanti ai suoi occhi,
E per ben cinquanta iarde tutt’attorno
Avrebbe scosso l’erba sul terreno;
Eppure tutti son convinti
Che il piccino è seppellito là,
Sotto al grazioso monticello coperto di muschio.
XIII
Non so spiegarti come questo sia,
So solo che il rovo è circondato
Da grandi ciuffi di muschio, che tentano
Di trascinarlo giù per terra.
So solo che più d’una volta,
Mentre lei se ne stava in cima alla montagna,
Di giorno, o nel silenzio della notte,
Mentre tutte le stelle luccicavano nel cielo,
L’ho udita gridare:
‘O sventura! O sventura!
O me misera! O sventura!’
I think you need this one! Please
RispondiEliminaWho But Is Pleased To Watch The Moon On High -
by William Wordsworth
Who but is pleased to watch the moon on high
Travelling where she from time to time enshrouds
Her head, and nothing loth her Majesty
Renounces, till among the scattered clouds
One with its kindling edge declares that soon
Will reappear before the uplifted eye
A Form as bright, as beautiful a moon,
To glide in open prospect through clear sky.
Pity that such a promise e'er should prove
False in the issue, that yon seeming space
Of sky should be in truth the steadfast face
Of a cloud flat and dense, through which must move
(By transit not unlike man's frequent doom)
The Wanderer lost in more determined gloom.
potrei avere la traduzione di fidelity?
RispondiEliminaper il momento metto l'originale:
RispondiEliminaFIDELITY - WILLIAM WORDSWORTH
A barking sound the Shepherd hears,
A cry as of a dog or fox;
He halts—and searches with his eyes
Among the scattered rocks:
And now at distance can discern
A stirring in a brake of fern;
And instantly a dog is seen,
Glancing through that covert green.
The Dog is not of mountain breed;
Its motions, too, are wild and shy;
With something, as the Shepherd thinks,
Unusual in its cry:
Nor is there any one in sight
All round, in hollow or on height;
Nor shout, nor whistle strikes his ear;
What is the creature doing here?
It was a cove, a huge recess,
That keeps, till June, December's snow;
A lofty precipice in front,
A silent tarn below!
Far in the bosom of Helvellyn,
Remote from public road or dwelling,
Pathway, or cultivated land;
From trace of human foot or hand.
There sometimes doth a leaping fish
Send through the tarn a lonely cheer;
The crags repeat the raven's croak,
In symphony austere;
Thither the rainbow comes—the cloud—
And mists that spread the flying shroud;
And sunbeams; and the sounding blast,
That, if it could, would hurry past;
But that enormous barrier holds it fast.
Not free from boding thoughts, a while
The Shepherd stood; then makes his way
O'er rocks and stones, following the Dog
As quickly as he may;
Nor far had gone before he found
A human skeleton on the ground;
The appalled Discoverer with a sigh
Looks round, to learn the history.
From those abrupt and perilous rocks
The Man had fallen, that place of fear!
At length upon the Shepherd's mind
It breaks, and all is clear:
He instantly recalled the name,
And who he was, and whence he came;
Remembered, too, the very day
On which the Traveller passed this way.
But hear a wonder, for whose sake
This lamentable tale I tell!
A lasting monument of words
This wonder merits well.
The Dog, which still was hovering nigh,
Repeating the same timid cry,
This Dog, had been through three months' space
A dweller in that savage place.
Yes, proof was plain that, since the day
When this ill-fated Traveller died,
The Dog had watched about the spot,
Or by his master's side:
How nourished here through such long time
He knows, who gave that love sublime;
And gave that strength of feeling, great
Above all human estimate!
aggiungo la presentazione: Fidelity
Composed 1805.—Published 1807
[The young man whose death gave occasion to this poem was named Charles Gough, and had come early in the spring to Patterdale for the sake of angling. While attempting to cross over Helvellyn to Grasmere he slipped from a steep part of the rock where the ice was not thawed, and perished. His body was discovered as described in this poem. Walter Scott heard of the accident, and both he and I, without either of us knowing that the other had taken up the subject, each wrote a poem in admiration of the dog's fidelity. His contains a most beautiful stanza:
"How long did'st thou think that his silence was slumber!
When the wind waved his garment how oft did'st thou start!"
I will add that the sentiment in the last four lines of the last stanza of my verses was uttered by a shepherd with such exactness, that a traveller, who afterwards reported his account in print, was induced to question the man whether he had read them, which he had not.—I. F.]
One of the "Poems of Sentiment and Reflection."
Ecco la traduzione (fatta da me, quindi siate clementi):
RispondiEliminaFEDELTA' - WILLIAM WORDSWORTH
Il pastore ascolta un suono di latrato,
Un grido come di cane o di volpe;
Si ferma e cerca con lo sguardo
Tra la distesa di rocce:
Dapprima a distanza percepisce
Un movimento tra le felci immobili;
E poi ecco che scorge un cane,
Scorrendo con lo guardo quel verde impenetrabile.
Il cane non è di razza montanara;
I suoi movimenti sono fin troppo selvaggi e timorosi;
ma c’è qualcosa, pensa il pastore,
di strano nel suo grido:
e non si vede nessuno sul posto
Tutto intorno, né su né giù;
Non si ode nemmeno un richiamo, né un fischio;
Che ci fa dunque, questa creatura qui?
C'era una grotta, un enorme anfratto,
Capace di mantenere, fino a giugno, la neve di dicembre;
Un alto precipizio davanti,
Un tranquillo laghetto più in basso!
Lontano dal centro di Helvellyn,
Distante dalla strada pubblica, o da case,
Sentieri , o campi coltivati,
O dalle tracce di presenza umana.
A volte c'è un pesce che salta fuori dall’acqua
Lanciando dal laghetto un applauso solitario;
Le falesie ripetono il gracchiare del corvo,
Austero nella sinfonia;
Là arriva l'arcobaleno – e nuvole -
E nebbie che diffondono un velo fluttuante;
E raggi di sole, ed esplosioni rumorose,
Che, se potessero, passerebbero velocemente;
Ma quell’enorme barriera li trattiene con forza.
Provando un senso di timore, per un attimo
Il pastore rimane fermo, poi si fa strada
Sopra rocce e pietre, seguendo il cane
Più in fretta che può;
Non era andato molto lontano che trova
Lo scheletro di un uomo adagiato a terra;
Inorridito per la scoperta, con un sospiro
Si guarda intorno, alla ricerca di una spiegazione.
Da quelle rocce ripide e pericolose
L'uomo era precipitato, che luogo pauroso!
Poi la mente del pastore
Si illumina, ed è tutto chiaro:
In un attimo si ricorda il nome,
E chi era, e da dove proveniva;
Ricorda persino il giorno esatto
in cui il viaggiatore aveva percorso questo cammino.
Ma ascolta la meraviglia, per amore della quale
Questo pietoso racconto sto narrando!
Un monumento imperituro di parole
Questa meraviglia merita giustamente.
Il cane, che ancora indugiava lì vicino,
Ripetendo lo stesso timido grido,
Questo cane aveva abitato per tre mesi
in quel posto selvaggio.
Sì, era evidente che dal giorno
Della morte di questo sfortunato viaggiatore,
Il cane aveva vigilato sul posto,
A fianco del suo padrone:
Come si sia nutrito qui per così tanto tempo
Lo sa solo lui, che ha offerto quell’amore supremo;
E ha dato quella forza di sentimento, superiore
Ad ogni umana valutazione.
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RispondiEliminaConsiderata una delle composizioni più belle di sempre, Lucy Gray fa parte delle Lyrical Ballads.
RispondiEliminaLUCY GRAY (OR, SOLITUDE) - WILLIAM WORDSWORTH 1799
Oft I had heard of Lucy Gray,
And when I crossed the Wild,
I chanced to see at break of day
The solitary Child.
No Mate, no comrade Lucy knew;
She dwelt on a wide Moor,
The sweetest Thing that ever grew
Beside a human door!
You yet may spy the Fawn at play,
The Hare upon the Green;
But the sweet face of Lucy Gray
Will never more be seen.
"To-night will be a stormy night,
You to The town must go,
And take a lantern, Child, to light
Your Mother thro' the snow."
"That, Father! will I gladly do:
'Tis scarcely afternoon--
The Minster-clock has just struck two,
And yonder is the Moon!"
At this the Father raised his hook
And snapped a faggot-band;
He plied his work; and Lucy took
The lantern in her hand.
Not blither is the mountain roe,
With many a wanton stroke
Her feet disperse the powd'ry snow,
That rises up like smoke.
The storm came on before its time,
She wandered up and down;
And many a hill did Lucy climb:
But never reached the Town.
The wretched Parents all that night
Went shouting far and wide;
But there was neither sound nor sight
To serve them for a guide.
At day-break on a hill they stood
That overlooked the Moor;
And thence they saw the Bridge of Wood,
A furlong from their door.
And now they homeward turned, and cried
"In Heaven we all shall meet;"
When in the snow the Mother spied
The print of Lucy's feet.
Then downward from the steep hill's edge
They tracked the footmarks small;
And through the broken hawthorn-hedge,
And by the long stone-wall;
And then an open field they crossed,
The marks were still the same;
They tracked them on, nor ever lost;
And to the Bridge they came.
They followed from the snowy bank
The footmarks, one by one,
Into the middle of the plank,
And further there were none.
Yet some maintain that to this day
She is a living Child,
That you may see sweet Lucy Gray
Upon the lonesome Wild.
O'er rough and smooth she trips along,
And never looks behind;
And sings a solitary song
That whistles in the wind.
LUCY GRAY (ovvero, La Solitudine) - WILLIAM WORDSWORTH 1799
EliminaAvevo spesso sentito parlare di Lucy Gray,
e quando attraversai la landa deserta
mi capitò di vedere, all'alba
la ragazza solitaria.
Lucy non aveva compagni né amici;
abitava in una brughiera selvaggia,
ed era la cosa più soave cresciuta
in una dimora umana.
E' ancora possibile scorgere il cerbiatto
che gioca, la lepre sul prato;
ma il dolce viso di Lucy Gray
non lo vedremo mai più.
"Questa notte sarà una notte di bufera,
devi andare in città,
prendi, bimba, una lanterna per far luce
a tua madre sotto la neve."
"Certo, Padre, lo farò volentieri;
è quasi pomeriggio--
l'orologio della chiesa ha appena suonato le due,
e la luna è laggiù."
Quindi il padre alzò il falcetto
e staccò una corda per legare fascine;
si concentrò sul lavoro, e Lucy
prese la lanterna in mano.
Il capriolo sulla montagna non potrebbe
essere più gioioso, e i suoi piedi spensierati
disperdono la neve farinosa
che si solleva come fumo.
La bufera giunse anzitempo;
Lei vagava su e giù,
risalì Lucy più di una collina,
ma non arrivò mai in città.
Gli sfortunati genitori tutta la notte
andarono ovunque gridando,
ma non c'erano suoni o rumori
che potessero guidarli.
All'alba giunsero ad una collina
che sovrastava la brughiera,
e da lì videro il ponte di legno
a duecento metri da casa.
Tornarono allora verso casa, e piangevano:
"Ci incontreremo tutti in Paradiso"
quando nella neve la madre scorse
l'orma lasciata dal piede di Lucy.
Quindi, giù dalla cima del colle,
seguirono le piccole impronte,
Attraverso i varchi nella siepe di biancospino
e accanto al lungo muro di pietra;
e attraversarono poi un campo aperto,
le impronte erano sempre le stesse;
continuarono a seguirle, senza perderle,
e giunsero al ponte.
Dall'argine coperto di neve seguirono
le orme, una ad una,
sino a metà della passerella,
ma oltre quel punto sparivano.
Eppure qualcuno sostiene che d'allora
la bambina vive:
che puoi vedere la dolce Lucy Gray
lungo la valle triste e selvaggia.
Va saltellando su terreni lisci o accidentati
senza mai voltarsi indietro;
e canta una canzone solitaria
che se ne va come un sibilo nel vento.
Lucy Gray fa parte delle poesie dedicate all'infanzia, o meglio, a bambini deceduti. Morire in giovanissima età era purtroppo frequente, quasi un fatto normale. Ma questo nulla toglie al dolore, e alla tenerezza.
EliminaHi there, I log on to your blogs regularly. Your story-telling style is witty, keep doing what you're doing!
EliminaWow! At last І got a ωeblog frоm where I be сaρable of rеally get uѕeful information гegаrding my study and knoωleԁge.
RispondiEliminaCome Blake, Wordsworth era indignato contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Il ragazzino descritto nella poesia è invecchiato precocemente, avvilito nell'anima e destinato purtroppo a diventare un adulto limitato e passivo.
RispondiEliminaBOY OF INDUSTRY - WILLIAM WORDSWORTH
(From The Parsonage, Book Eight, The Excursion)
His raiment, whitened o'er with cotton-flakes
Or locks of wool, announces whence he comes.
Creeping his gait and cowering, his lip pale,
His respiration quick and audible;
And scarcely could you fancy that a gleam
Could break from out those languid eyes, or a blush
Mantle upon his cheek. Is this the form,
Is that the countenance, and such the port,
Of no mean Being? One who should be clothed
With dignity befitting his proud hope;
Who, in his very childhood, should appear
Sublime from present purity and joy!
The limbs increase; but liberty of mind
Is gone for ever; and this organic frame,
So joyful in its motions, is become
Dull, to the joy of her own motions dead;
And even the touch, so exquisitely poured
Through the whole body, with a languid will
Performs its functions; rarely competent
To impress a vivid feeling on the mind
Of what there is delightful in the breeze,
The gentle visitations of the sun,
Or lapse of liquid element--by hand,
Or foot, or lip, in summer's warmth--perceived.
Can hope look forward to a manhood raised
On such foundations?"
IL RAGAZZO DELL'INDUSTRIA - WILLIAM WORDSWORTH
Il suo abito, imbiancato dai fiocchi di cotone
O i bioccoli di lana, denuncia da dove viene;
Egli trascina il passo, tremante, le labbra pallide,
Il respiro affannoso e percepibile;
E sembra che mai quegli occhi stanchi possano scintillare
O quelle guance prendere colorito.
E’ questo il contegno, l’aspetto, il portamento
Di un essere non vile? Che dovrebbe essere vestito
Con la dignità adatta alla sua orgogliosa speranza,
Che proprio nell’infanzia dovrebbe apparire
Sublime per la purezza e gioia!
Il corpo si sviluppa; ma la libertà dello spirito
E’persa per sempre, e la sua corporatura
Così gioiosa nei suoi movimenti, è diventata
Ottusa, per il trionfo dei suoi movimenti morti;
E anche il tatto, così squisitamente riversato
Attraverso tutto il corpo, con una languida volontà
Svolge le sue funzioni; raramente competente
Per imprimere un sentimento vivido nella mente
Di che cosa vi sia di delizioso nella brezza,
Le carezze gentili del sole,
O decadenza di elemento liquido – con la mano,
O il piede, o labbra, nel calore dell'estate – percepita.
Come si può sperare in un’umanità cresciuta
Su tali fondamenta?
No words! Thanks a lot for your courtesy
EliminaRules of life, the love that you have to do something with someone other than your significant other relationship know that you got hurt too.
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RispondiEliminaoggi Wordsworth ha raggiunto 15.000 visualizzazioni!
RispondiEliminaWilliam e Dorothy Wordsworth arrivarono nel 1803 a Roslin, in Scozia (ora più nota come Rosslyn grazie al Codice da Vinci di Dan Brown).
RispondiEliminaAll’epoca la Cappella giaceva abbandonata e in rovina, tuttavia entrambi rimasero meravigliati dall’imprevista bellezza degli interni. Dorothy scrisse nel suo diario: “La pietra del tetto e dei muri è scolpita con fiori e foglie, così delicatamente cesellati che avrei potuto restare ad ammirarli per ore. Alcuni di questi fiori, e foglie, erano dipinti perfettamente di verde, e il prodotto naturale e quello artificiale erano così intrecciati che, in un primo momento, non fu facile distinguere le piante vive dalle altre, essendo tutte della medesima gradazione di verde.”
Suo fratello William affrontò il medesimo argomento nel 1831, con questo sonetto:
COMPOSED IN ROSLIN CHAPEL DURING A STORM - WW
(from Yarrow Revisited, and Other poems composed during a Tour in Scotland)
The wind is now thy organist;--a clank
(We know not whence) ministers for a bell
To mark some change of service. As the swell
Of music reached its height, and even when sank
The notes, in prelude, ROSLIN! to a blank
Of silence, how it thrilled thy sumptuous roof,
Pillars, and arches,--not in vain time-proof,
Though Christian rites be wanting! From what bank
Came those live herbs? by what hand were they sown
Where dew falls not, where rain-drops seem unknown?
Yet in the Temple they a friendly niche
Share with their sculptured fellows, that, green-grown,
Copy their beauty more and more, and preach,
Though mute, of all things blending into one.
Il vento è ora l’organista. Un metallico suono di campana
(non sappiamo da dove proviene) sembra invitare
gli officianti a qualche cambiamento di servizio.
Così come l’innalzarsi della musica raggiunse il suo apice,
così pure il precipitare delle note del preludio,
o Roslin, nel silenzio più profondo
fece vibrare d’emozione il tuo tetto sontuoso,
e i pilastri, e gli archi, costruiti non invano
per l’eternità, seppure privati dei riti cristiani.
Da quale posto arrivarono queste vive erbe?
Da quale mano furono seminate qui, dove la rugiada
non cade, e le gocce di pioggia sembrano sconosciute?
Eppure nel tempio esse condividono una nicchia
amichevole con i loro compagni scolpiti, che
cresciuti verdeggianti, imitano la loro bellezza
ancora e ancora, e predicano sia pure in silenzio,
che tutte le cose si fondono in una sola.
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Eliminadanke Ihnen so sehr für dieses exzellente Forschung - KayUwe
RispondiEliminaregalo di Natale:
RispondiEliminaCHRISTMAS MINSTRELSY - WILLIAM WORDSWORTH
The minstrels played their Christmas tune
To-night beneath my cottage eaves;
While smitten by a lofty moon,
The encircling laurels thick with leaves,
Gave back a rich and dazzling sheen,
That overpowered their natural green.
Through hill and valley every breeze
Had sunk to rest with folded wings:
Keen was the air, but could not freeze
Nor check the music of the strings;
So stout and hardy were the band
That scraped the chords with strenuous hand.
And who but listened?--till was paid
Respect to every inmate's claim,
The greeting given, the music played
In honor of each household name,
Duly pronounced with lusty call,
And a merry Christmas wished to all.
O Brother! I revere the choice
That took thee from thy native hills;
And it is given thee to rejoice:
Though public care full often tills
(Heaven only witness of the toil)
A barren and ungrateful soil.
Yet would that thou, with me and mine,
Hadst heard this never-failing rite;
And seen on other faces shine
A true revival of the light
Which nature, and these rustic powers,
In simple childhood, spread through ours!
For pleasure hath not ceased to wait
On these expected annual rounds,
Whether the rich man's sumptuous gate
Call forth the unelaborate sounds,
Or they are offered at the door
That guard the lowliest of the poor.
How touching, when at midnight sweep
Snow-muffled winds, and all is dark,
To hear--and sink again in sleep!
Or at an earlier call, to mark,
By blazing fire, the still suspense
Of self-complacent innocence;
The mutual nod--the grave disguise
Of hearts with gladness brimming o'er,
And some unhidden tears that rise
For names once heard, and heard no more;
Tears brightened by the serenade
For infant in the cradle laid!
Ah! not for emerald fields alone,
With ambient streams more pure and bright
Than fabled Cytherea's zone
Glittering before the Thunderer's sight,
Is to my heart of hearts endeared,
The ground where we were born and reared!
Hail, ancient manners! sure defence,
Where they survive, of wholesome laws:
Remnants of love whose modest sense
Thus into narrow room withdraws;
Hail, usages of pristine mould,
And ye that guard them, Mountains old!
Bear with me, Brother! quench the thought
That slights this passion or condemns;
If thee fond fancy ever brought
From the proud margin of the Thames,
And Lambeth's venerable towers,
To humble streams and greener bowers.
Yes, they can make, who fail to find
Short leisure even in busiest days,
Moments to cast a look behind,
And profit by those kindly rays
That through the clouds do sometimes steal,
And all the far-off past reveal.
Hence, while the imperial city's din
Beats frequent on thy satiate ear,
A pleased attention I may win
To agitations less severe,
That neither overwhelm nor cloy,
But fill the hollow vale with joy!
I MUSICANTI DI NATALE – WILLIAM WORDSWORTH
EliminaAl Reverendo Dr. Wordsworth (trad, Edoardo Zuccato)
Suonavano nenie natalizie
stanotte sotto casa mia
mentre la luna maestosa
colpiva l’alloro rigoglioso
facendolo brillare di bagliori
più ricchi del verde naturale.
Aveva chiuso le ali la brezza
e riposava su valli e colline;
tagliente l’aria, ma non gelava
né fermava quei musicanti:
era tenace e forte la banda
che con mano ferma suonava.
Ascoltavano tutti, e ad ognuno
fu reso l’omaggio dovuto:
risuonò la musica e poi i saluti
alla famiglia: uno alla volta
ci chiamarono con calore,
e poi a tutti “buon Natale”.
Onoro la scelta, fratello mio,
che ti staccò dai colli nativi;
e adesso tu puoi gioire
anche se spesso i pubblici uffici
(solo il Cielo sa la fatica)
sono terre aride e ingrate.
Eppure vorrei che tu, con noi tutti,
avessi udito questo rituale
e avessi visto sui volti brillare
di nuovo la luce che nell’infanzia
la Natura e la sapienza rustica
accendevano sempre sul nostro.
Perché in queste ricorrenze
non è mai mancato il piacere,
sia alla porta sontuosa del ricco
in cerca di suoni spontanei,
sia che questi si offrano all’uscio
che ripara l’ultimo dei poveri.
E’ commovente sentirli nel cuore
della notte, con un vento sordo di neve
e poi ricadere profondi nel sonno.
O se giungono prima, osservare
al camino la trepida attesa
dell’innocenza compiaciuta,
gli ammiccamenti la maschera seria
dei cuori che scoppiano d’allegria,
e lacrime che accompagnano nomi
da lungo tempo impronunciati,
lacrime limpide, adesso, nel canto
per un bimbo nella culla.
Non è solo per i campi verdissimi
e i ruscelli più scintillanti
e puri del cinto di Venere
agli occhi di Giove
che nel profondo ho cara la terra
dove nascemmo e crescemmo.
Salute a voi, Costumi antichi!
Sicura difesa di leggi sane,
reliquie d’amore la cui modestia
si raccoglie in piccole stanze.
Salute a voi, originarie Usanze,
e a voi, vecchi monti, che le curate.
Fratello, seguimi, lascia i pensieri
sprezzanti per questa passione
se la calda fantasia mai ti portò
dalle sponde superbe del Tamigi
e dalle torri onorate di Lambeth
verso ruscelli e luoghi più verdi.
Sì, tutto ciò può dare sollievo
anche in giorni frenetici a quelli
che non trovano il tempo di guardare
indietro cogliendo i raggi benigni
che tra le nuvole filtrano a volte
svelando il passato più oscuro.
Mentre i suoni della Città imperiale
ti percuotono l’orecchio sazio
avrò forse la tua attenzione
per argomenti meno solenni,
non stucchevoli né angoscianti
ma che di gioia colmano la valle.
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Eliminaciao ho bisogno di un aiuto, io sto facendo una tesina sull'architettura organica di Frank Wright e per inglese ho inserito Wordsworth e la sua visione della natura potresti consigliarmi una poesia da inserire che c'entri anche con l'architettura??
RispondiEliminagrazie
EliminaRosarita09/05/14 06:53
Ciao, credo che l'unica adatta sia la Tintern Abbey anche se molto lunga, ma aggiungi anche il brano del diario della sorella Dorothy relativo alla stessa visita. Trovi tutto più indietro, anche la foto dell'abbazia, e del depliant.
ciao! ho trovato questa poesia di wordsworth ma vorrei sapere la traduzione ( non la trovo da nessuna parte) sapreste aiutarmi? Grazie
RispondiElimina"YES, IT WAS THE MOUNTAIN ECHO"
YES, it was the mountain Echo,
Solitary, clear, profound,
Answering to the shouting Cuckoo,
Giving to her sound for sound!
Unsolicited reply
To a babbling wanderer sent;
Like her ordinary cry,
Like--but oh, how different!
Hears not also mortal Life?
Hear not we, unthinking Creatures! 10
Slaves of folly, love, or strife--
Voices of two different natures?
Have not 'we' too?--yes, we have
Answers, and we know not whence;
Echoes from beyond the grave,
Recognised intelligence!
Such rebounds our inward ear
Catches sometimes from afar--
Listen, ponder, hold them dear;
For of God,--of God they are.
ci provo io:
EliminaL'ECO DELLA MONTAGNA - WILLIAM WORDSWORTH
Sì, era l'eco della montagna,
Solitaria, chiara, profonda,
A rispondere al richiamo del cuculo,
che le rimandava tono su tono!
Risposta non richiesta
inviata ad un vagabondo balbuziente;
Come il suo grido comune,
Come...ma oh, quanto diverso!
Non ascolta forse anche la vita mortale?
Non ascoltiamo noi, stupide creature!
Schiavi di follia, amore, o conflitti -
Voci di due nature diverse?
Non abbiamo forse troppo? Certo che abbiamo
Le risposte, ma non sappiamo dove;
Echi dalla tomba,
Intelligenza riconosciuta!
Così ripiomba nel nostro orecchio
Le catture a volte da lontano -
Ascolta, rifletti, custodiscile;
Fallo per Dio, sono di Dio.
siete bravi! mi potreste procurare Laodamia? grazie
RispondiEliminaLAODAMIA - WILLIAM WORDSWORTH (1/3)
RispondiElimina"With sacrifice before the rising morn
Vows have I made by fruitless hope inspired;
And from the infernal Gods, 'mid shades forlorn
Of night, my slaughtered Lord have I required:
Celestial pity I again implore;—
Restore him to my sight—great Jove, restore!"
So speaking, and by fervent love endowed
With faith, the Suppliant heavenward lifts her hands;
While, like the sun emerging from a cloud,
Her countenance brightens—and her eye expands;
Her bosom heaves and spreads, her stature grows;
As she expects the issue in repose.
O terror! what hath she perceived?—O joy!
What doth she look on?—whom doth she behold?
Her Hero slain upon the beach of Troy?
His vital presence? his corporeal mould?
It is—if sense deceive her not—'tis He!
And a God leads him, wingèd Mercury!
Mild Hermes spake—and touched her with his wand
That calms all fear; "Such grace hath crowned thy prayer,
Laodamía! that at Jove's command
Thy husband walks the paths of upper air:
He comes to tarry with thee three hours' space;
Accept the gift, behold him face to face!"
Forth sprang the impassioned Queen her Lord to clasp;
Again that consummation she essayed;
But unsubstantial Form eludes her grasp
As often as that eager grasp was made.
The Phantom parts—but parts to re-unite,
And re-assume his place before her sight.
"Protesiláus, lo! thy guide is gone!
Confirm, I pray, the vision with thy voice:
This is our palace,—yonder is thy throne;
Speak, and the floor thou tread'st on will rejoice.
Not to appal me have the gods bestowed
This precious boon; and blest a sad abode."
"Great Jove, Laodamía! doth not leave
His gifts imperfect:—Spectre though I be,
I am not sent to scare thee or deceive;
But in reward of thy fidelity.
And something also did my worth obtain;
For fearless virtue bringeth boundless gain.
"Thou knowest, the Delphic oracle foretold
That the first Greek who touched the Trojan strand
Should die; but me the threat could not withhold:
A generous cause a victim did demand;
And forth I leapt upon the sandy plain;
A self-devoted chief—by Hector slain."
"Supreme of Heroes—bravest, noblest, best!
Thy matchless courage I bewail no more,
Which then, when tens of thousands were deprest
By doubt, propelled thee to the fatal shore;
Thou found'st—and I forgive thee—here thou art—
A nobler counsellor than my poor heart.
"But thou, though capable of sternest deed,
Wert kind as resolute, and good as brave;
And he, whose power restores thee, hath decreed
Thou should'st elude the malice of the grave:
Redundant are thy locks, thy lips as fair
As when their breath enriched Thessalian air.
LAODAMIA - WILLIAM WORDSWORTH (2/3)
Elimina"No spectre greets me,—no vain Shadow this;
Come, blooming Hero, place thee by my side!
Give, on this well-known couch, one nuptial kiss
To me, this day a second time thy bride!"
Jove frowned in heaven: the conscious Parcæ threw
Upon those roseate lips a Stygian hue.
"This visage tells thee that my doom is past:
Nor should the change be mourned, even if the joys
Of sense were able to return as fast
And surely as they vanish. Earth destroys
Those raptures duly—-Erebus disdains:
Calm pleasures there abide—majestic pains.
"Be taught, O faithful Consort, to control
Rebellious passion: for the Gods approve
The depth, and not the tumult, of the soul;
A fervent, not ungovernable love.
Thy transports moderate; and meekly mourn
When I depart, for brief is my sojourn—"
"Ah wherefore?—Did not Hercules by force
Wrest from the guardian monster of the tomb
Alcestis, a reanimated corse,
Given back to dwell on earth in vernal bloom?
Medea's spells dispersed the weight of years,
And Æson stood a youth 'mid youthful peers.
"The Gods to us are merciful—and they
Yet further may relent: for mightier far
Than strength of nerve and sinew, or the sway
Of magic potent over sun and star,
Is love, though oft to agony distrest,
And though his favourite seat be feeble woman's breast.
"But if thou goest, I follow—" "Peace!" he said,—
She looked upon him and was calmed and cheered;
The ghastly colour from his lips had fled;
In his deportment, shape, and mien, appeared
Elysian beauty, melancholy grace,
Brought from a pensive though a happy place.
He spake of love, such love as Spirits feel
In worlds whose course is equable and pure;
No fears to beat away—no strife to heal—
The past unsighed for, and the future sure;
Spake of heroic arts in graver mood
Revived, with finer harmony pursued;
Of all that is most beauteous—imaged there
In happier beauty; more pellucid streams,
An ampler ether, a diviner air,
And fields invested with purpureal gleams;
Climes which the sun, who sheds the brightest day
Earth knows, is all unworthy to survey.
Yet there the Soul shall enter which hath earned
That privilege by virtue.—"Ill," said he,
"The end of man's existence I discerned,
Who from ignoble games and revelry
Could draw, when we had parted, vain delight,
While tears were thy best pastime, day and night;
"And while my youthful peers before my eyes
(Each hero following his peculiar bent)
Prepared themselves for glorious enterprise
By martial sports,—or, seated in the tent,
Chieftains and kings in council were detained;
What time the fleet at Aulis lay enchained.
LAODAMIA - WILLIAM WORDSWORTH (3/3)
Elimina"The wished-for wind was given:—I then revolved
The oracle, upon the silent sea;
And, if no worthier led the way, resolved
That, of a thousand vessels, mine should be
The foremost prow in pressing to the strand,—
Mine the first blood that tinged the Trojan sand.
"Yet bitter, oft-times bitter, was the pang
When of thy loss I thought, belovèd Wife!
On thee too fondly did my memory hang,
And on the joys we shared in mortal life,—
The paths which we had trod—these fountains, flowers:
My new-planned cities, and unfinished towers.
"But should suspense permit the Foe to cry,
'Behold they tremble!—haughty their array,
Yet of their numbers no one dares to die?'
In soul I swept the indignity away:
Old frailties then recurred:—but lofty thought,
In act embodied, my deliverance wrought.
"And Thou, though strong in love, art all too weak
In reason, in self-government too slow;
I counsel thee by fortitude to seek
Our blest re-union in the shades below.
The invisible world with thee hath sympathised;
Be thy affections raised and solemnised.
"Learn, by a mortal yearning, to ascend—
Seeking a higher object. Love was given,
Encouraged, sanctioned, chiefly for that end;
For this the passion to excess was driven—
That self might be annulled: her bondage prove
The fetters of a dream opposed to love.—
Aloud she shrieked! for Hermes re-appears!
Round the dear Shade she would have clung—'tis vain:
The hours are past—too brief had they been years;
And him no mortal effort can detain:
Swift, toward the realms that know not earthly day,
He through the portal takes his silent way,
And on the palace-floor a lifeless corse She lay.
Thus, all in vain exhorted and reproved,
She perished; and, as for a wilful crime,
By the just Gods whom no weak pity moved,
Was doomed to wear out her appointed time,
Apart from happy Ghosts, that gather flowers
Of blissful quiet 'mid unfading bowers.
—Yet tears to human suffering are due;
And mortal hopes defeated and o'erthrown
Are mourned by man, and not by man alone,
As fondly he believes.—Upon the side
Of Hellespont (such faith was entertained)
A knot of spiry trees for ages grew
From out the tomb of him for whom she died;
And ever, when such stature they had gained
That Ilium's walls were subject to their view,
The trees' tall summits withered at the sight;
A constant interchange of growth and blight!
Laodamia was the wife of Protesilaus, a Thessalian king, who sailed with the Greeks against Troy. He was the first to land on the Trojan shore, and in accordance with the Delphic oracle, was slain by Hector. His wife showed such constancy in her grief that the gods allowed Protesilaus to revisit her under the guidance of Hermes. When her husband was recalled to the Lower World, she died of her misery. Pliny in his Natural History says that opposite Ilium and close to the Hellespont there was to that day on Protesilaus' tomb, trees, which ever as soon as they had grown high enough to have Ilium in view, withered away and again shot up. "The incident of the trees growing and withering," says Wordsworth, "put the subject into my thoughts, and I wrote with the hope of giving it a loftier tone than, so far as I know, has been given to it by any of the Ancients who have treated of it. It cost me more trouble than almost anything of equal length I have ever written." In the first form of the poem, Laodamia was dismissed to Elysium.
EliminaI could not resist commenting. Exceptionally well written!
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RispondiEliminasei il maggio esperto di Wordsworth sul web, grazie per le traduzioni e per i commenti
RispondiEliminaExcellent way of describing, and good piece of writing to obtain information regarding my presentation subject, which i am going to present in college.
RispondiEliminaROB ROY'S GRAVE - WILLIAM WORDSWORTH 1/3
RispondiEliminaA Famous man is Robin Hood,
The English ballad-singer's joy!
And Scotland has a thief as good,
An outlaw of as daring mood;
She has her brave ROB ROY!
Then clear the weeds from off his Grave,
And let us chant a passing stave,
In honour of that Hero brave!
Heaven gave Rob Roy a dauntless heart
And wondrous length and strength of arm:
Nor craved he more to quell his foes,
Or keep his friends from harm.
Yet was Rob Roy as wise as brave;
Forgive me if the phrase be strong;--
A Poet worthy of Rob Roy
Must scorn a timid song.
Say, then, that he was 'wise' as brave;
As wise in thought as bold in deed:
For in the principles of things
'He' sought his moral creed.
Said generous Rob, 'What need of books?
Burn all the statutes and their shelves:
They stir us up against our kind;
And worse, against ourselves.
'We have a passion--make a law,
Too false to guide us or control!
And for the law itself we fight
In bitterness of soul.
'And, puzzled, blinded thus, we lose
Distinctions that are plain and few:
These find I graven on my heart:
'That' tells me what to do.
'The creatures see of flood and field,
And those that travel on the wind!
With them no strife can last; they live
In peace, and peace of mind.
'For why?--because the good old rule
Sufficeth them, the simple plan,
That they should take, who have the power,
And they should keep who can.
ROB ROY'S GRAVE - WILLIAM WORDSWORTH 2/3
Elimina'A lesson that is quickly learned,
A signal this which all can see!
Thus nothing here provokes the strong
To wanton cruelty.
'All freakishness of mind is checked;
He tamed, who foolishly aspires;
While to the measure of his might
Each fashions his desires.
'All kinds, and creatures, stand and fall
By strength of prowess or of wit:
'Tis God's appointment who must sway,
And who is to submit.
'Since, then, the rule of right is plain,
And longest life is but a day;
To have my ends, maintain my rights,
I'll take the shortest way.'
And thus among these rocks he lived,
Through summer heat and winter snow:
The Eagle, he was lord above,
And Rob was lord below.
So was it--'would', at least, have been
But through untowardness of fate;
For Polity was then too strong--
He came an age too late;
Or shall we say an age too soon?
For, were the bold Man living 'now',
How might he flourish in his pride,
With buds on every bough!
Then rents and factors, rights of chase,
Sheriffs, and lairds and their domains,
Would all have seemed but paltry things,
Not worth a moment's pains.
Rob Roy had never lingered here,
To these few meagre Vales confined;
But thought how wide the world, the times
How fairly to his mind!
And to his Sword he would have said,
Do Thou my sovereign will enact
From land to land through half the earth!
Judge thou of law and fact!
ROB ROY'S GRAVE - WILLIAM WORDSWORTH 3/3
Elimina''Tis fit that we should do our part,
Becoming, that mankind should learn
That we are not to be surpassed
In fatherly concern.
'Of old things all are over old,
Of good things none are good enough:--
We'll show that we can help to frame
A world of other stuff.
'I, too, will have my kings that take
From me the sign of life and death:
Kingdoms shall shift about, like clouds,
Obedient to my breath.'
And, if the word had been fulfilled,
As 'might' have been, then, thought of joy!
France would have had her present Boast,
And we our own Rob Roy!
Oh! say not so; compare them not;
I would not wrong thee, Champion brave!
Would wrong thee nowhere; least of all
Here standing by thy grave.
For Thou, although with some wild thoughts,
Wild Chieftain of a savage Clan!
Hadst this to boast of; thou didst love
The 'liberty' of man.
And, had it been thy lot to live
With us who now behold the light,
Thou would'st have nobly stirred thyself,
And battled for the Right.
For thou wert still the poor man's stay,
The poor man's heart, the poor man's hand;
And all the oppressed, who wanted strength,
Had thine at their command.
Bear witness many a pensive sigh
Of thoughtful Herdsman when he strays
Alone upon Loch Veol's heights,
And by Loch Lomond's braes!
And, far and near, through vale and hill,
Are faces that attest the same;
The proud heart flashing through the eyes,
At sound of ROB ROY'S name.
The history of Rob Roy is sufficiently known: his grave is near the head of Loch Ketterine, in one of those small pinfold-like burial-grounds, of neglected and desolate appearance,which the traveller meets in The Highlands of Scotland. Wordsworth wrote a poem called "Rob Roy's Grave" during a visit to Scotland. The 1803 tour was documented by his sister Dorothy in Recollections of a Tour Made in Scotland. The editor of the book changed the place of burial to the present location.
Elimina(La storia di Rob Roy è sufficientemente conosciuta : la sua tomba si trova in cima al Loch Ketterine , in uno di quelle piccoli sepolcreti recintati, di aspetto trascurato e desolato, che il viaggiatore incontra nelle Highlands della Scozia. Wordsworth ha scritto questa poesia, dedicata alla tomba di Rob Roy, nel corso di una visita in Scozia. Il viaggio, del 1803, è stato documentato da sua sorella Dorothy in "Ricordi di un viaggio in Scozia". L'editore del libro ha cambiato il luogo di sepoltura nella posizione attuale .
LUCY
RispondiEliminaby: William Wordsworth (1770-1850)
I.
STRANGE fits of passion have I known:
And I will dare to tell,
But in the lover's ear alone,
What once to me befell.
When she I loved look'd every day
Fresh as a rose in June,
I to her cottage bent my way,
Beneath an evening moon.
Upon the moon I fix'd my eye,
All over the wide lea;
With quickening pace my horse drew nigh
Those paths so dear to me.
And now we reach'd the orchard-plot;
And, as we climb'd the hill,
The sinking moon to Lucy's cot
Came near and nearer still.
In one of those sweet dreams I slept,
Kind Nature's gentlest boon!
And all the while my eyes I kept
On the descending moon.
My horse moved on; hoof after hoof
He raised, and never stopp'd:
When down behind the cottage roof,
At once, the bright moon dropp'd.
What fond and wayward thoughts will slide
Into a lover's head!
'O mercy!' to myself I cried,
'If Lucy should be dead!'
II.
SHE dwelt among the untrodden ways
Beside the springs of Dove,
A Maid whom there were none to praise
And very few to love:
A violet by a mossy stone
Half hidden from the eye!
Fair as a star, when only one
Is shining in the sky.
She lived unknown, and few could know
When Lucy ceased to be;
But she is in her grave, and oh,
The difference to me!
III.
I TRAVELL'D among unknown men,
In lands beyond the sea;
Nor, England! did I know till then
What love I bore to thee.
'Tis past, that melancholy dream!
Nor will I quit thy shore
A second time; for still I seem
To love thee more and more.
Among the mountains did I feel
The joy of my desire;
And she I cherish'd turn'd her wheel
Beside an English fire.
Thy mornings show'd, thy nights conceal'd,
The bowers where Lucy play'd;
And thine too is the last green field
That Lucy's eyes survey'd.
IV.
THREE years she grew in sun and shower;
Then Nature said, 'A lovelier flower
On earth was never sown;
This child I to myself will take;
She shall be mine, and I will make
A lady of my own.
'Myself will to my darling be
Both law and impulse; and with me
The girl, in rock and plain,
In earth and heaven, in glade and bower,
Shall feel an overseeing power
To kindle or restrain.
'She shall be sportive as the fawn
That wild with glee across the lawn
Or up the mountain springs;
And hers shall be the breathing balm,
And hers the silence and the calm
Of mute insensate things.
'The floating clouds their state shall lend
To her; for her the willow bend;
Nor shall she fail to see
Even in the motions of the storm
Grace that shall mould the maiden's form
By silent sympathy.
'The stars of midnight shall be dear
To her; and she shall lean her ear
In many a secret place
Where rivulets dance their wayward round,
And beauty born of murmuring sound
Shall pass into her face.
'And vital feelings of delight
Shall rear her form to stately height,
Her virgin bosom swell;
Such thoughts to Lucy I will give
While she and I together live
Here in this happy dell.'
Thus Nature spake -- The work was done --
How soon my Lucy's race was run!
She died, and left to me
This heath, this calm and quiet scene;
The memory of what has been,
And never more will be.
V.
A SLUMBER did my spirit seal;
I had no human fears:
She seem'd a thing that could not feel
The touch of earthly years.
No motion has she now, no force;
She neither hears nor sees;
Roll'd round in earth's diurnal course,
With rocks, and stones, and trees.
per favore potete aiutarmi mi serve la traduzione di wordsworth di questa poesia
RispondiEliminaLondon, 1802
Milton! thou shouldst be living at this hour;
England hath need of thee: she is a fen
Of stagnant waters: altar, sword, and pen,
Fireside, the heroic wealth of hall and bower,
Have forfeited their ancient English dower
Of inward happiness. We are selfish men;
Oh! raise us up, return to us again;
And give us manners, virtue, freedom, power.
Thy soul was like a Star, and dwelt apart;
Thou hadst a voice whose sound was like the sea:
Pure as the naked heavens, majestic, free,
So didst thou travel on life's common way,
In cheerful godliness; and yet thy heart
The lowliest duties on herself did lay.
Provo a tradurla. Scusa per il ritardo (ma i commenti anonimi finiscono nelle spam, e me ne accorgo solo ogni tanto)
EliminaLONDRA, 1802 - WILLIAM WORDSWORTH
Milton! Se tu fossi vivo in questo momento;
L'Inghilterra ha bisogno di te: è una palude
Di acque stagnanti: altare, spada e penna,
In casa, la magnificenza di stanze e pergolati,
Hanno fatto perdere l'antica dote inglese
Di intima felicità. Siamo uomini egoisti;
Oh! risorgere, tornare ad essere quello che eravamo;
E ridare a noi stessi l'educazione, la virtù, la libertà, il potere.
La tua anima era come una Stella, e rimase in disparte;
Tu avevi una voce il cui suono era come il mare:
Puro come i cieli limpidi, maestoso, libero,
Così tu percorrevi la via comune della vita,
In allegra pietà; ma ancora il tuo cuore
si addossava i compiti più umili.
Lines Written in Early Spring - BY WILLIAM WORDSWORTH
RispondiEliminaI heard a thousand blended notes,
While in a grove I sate reclined,
In that sweet mood when pleasant thoughts
Bring sad thoughts to the mind.
To her fair works did Nature link
The human soul that through me ran;
And much it grieved my heart to think
What man has made of man.
Through primrose tufts, in that green bower,
The periwinkle trailed its wreaths;
And ’tis my faith that every flower
Enjoys the air it breathes.
The birds around me hopped and played,
Their thoughts I cannot measure:—
But the least motion which they made
It seemed a thrill of pleasure.
The budding twigs spread out their fan,
To catch the breezy air;
And I must think, do all I can,
That there was pleasure there.
If this belief from heaven be sent,
If such be Nature’s holy plan,
Have I not reason to lament
What man has made of man?
VERSI SCRITTI ALLO SBOCCIARE DELLA PRIMAVERA - WILLIAM WORDSWORTH
EliminaUdivo una miriade di suoni confusi,
Mentre me ne stavo sdraiato in un boschetto,
In un dolce stato in cui gradevoli pensieri
Generano nella mente tristi pensieri.
Alle sue mirabili opere la natura avvinceva
L’anima umana che mi permeava tutto,
E molto s’affliggeva il mio cuore a pensare
Quel che l’uomo ha fatto dell’uomo.
Frammezzo a ciuffi di primule, in quel fragrante pergolato
S’arrampicava la pervinca con le sue ghirlande,
E qualcosa mi diceva che ogni fiore
Si beava dell’aria che respirava.
Gli uccelli a me d’intorno saltellavano per gioco,
E pur non sapendo leggere nei loro pensieri,
Il loro minimo sussulto
Mi sembrava un guizzo di piacere.
I rami in boccio aprivano i loro ventagli,
Per irretire i soffi della brezza,
E per quanto dubiti son sicuro
Che là regnava il piacere.
Se questi pensieri non so allontanare,
Se tale è il senso della mia convinzione,
Non ho forse ragione di dolermi
Di ciò che l’uomo ha fatto dell’uomo ?
da Lyrical Ballads, W. Wordsworth & S.T. Coleridge
Oscar Mondadori
NOT LOVE, NOT WAR, NOR THE TUMULTUOUS SWELL - WILLIAM WORDSWORTH
RispondiEliminaNot Love, not War, nor the tumultuous swell,
Of civil conflict, nor the wrecks of change,
Nor Duty struggling with afflictions strange--
Not these 'alone' inspire the tuneful shell;
But where untroubled peace and concord dwell,
There also is the Muse not loth to range,
Watching the twilight smoke of cot or grange,
Skyward ascending from a woody dell.
Meek aspirations please her, lone endeavour,
And sage content, and placid melancholy;
She loves to gaze upon a crystal river--
Diaphanous because it travels slowly;
Soft is the music that would charm for ever;
The flower of sweetest smell is shy and lowly.
The Tables Turned - BY WILLIAM WORDSWORTH
RispondiEliminaUp! up! my Friend, and quit your books;
Or surely you'll grow double:
Up! up! my Friend, and clear your looks;
Why all this toil and trouble?
The sun above the mountain's head,
A freshening lustre mellow
Through all the long green fields has spread,
His first sweet evening yellow.
Books! 'tis a dull and endless strife:
Come, hear the woodland linnet,
How sweet his music! on my life,
There's more of wisdom in it.
And hark! how blithe the throstle sings!
He, too, is no mean preacher:
Come forth into the light of things,
Let Nature be your teacher.
She has a world of ready wealth,
Our minds and hearts to bless—
Spontaneous wisdom breathed by health,
Truth breathed by cheerfulness.
One impulse from a vernal wood
May teach you more of man,
Of moral evil and of good,
Than all the sages can.
Sweet is the lore which Nature brings;
Our meddling intellect
Mis-shapes the beauteous forms of things:—
We murder to dissect.
Enough of Science and of Art;
Close up those barren leaves;
Come forth, and bring with you a heart
That watches and receives.
IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA - WILLIAM WORDSWORTH
EliminaAlzati, alzati, amico e rimettiti in sesto!
Perché quest’agitazione, quest’inquietudine?
Alzati, alzati, amico, e chiudi i tuoi libri,
O certo ti piegherai in due!
Il sole, dolce e rinfrescante lucore,
Ha inondato dall’alto del monte
I campi verdeggianti
Col primo, profumato oro del crepuscolo.
I libri, lotta dura e senza fine!
Vieni ad ascoltare il cardellino del bosco
E la sua musica soave: in fede mia
C’è più saggezza in questa.
E, odi, che allegria il canto del tordo,
Non è davvero un mediocre oratore!
Esci alla luce delle cose,
Fa della natura la tua nutrice.
Essa dispone d’un mondo di ricchezze
Con cui benedire i cuori e le menti:
Spontanea saggezza e verità
Spiranti dalla salute e dalla contentezza.
Un’emozione in un bosco a primavera
Può insegnarti di più sull’uomo
Di più sul bene e sul male,
Di quanto possano tutti i sapienti.
Dolce è la scienza che insegna la Natura:
Il nostro invadente intelletto
Deforma la bellezza delle cose
- Con l’analisi noi uccidiamo.
Basta con le arti e le scienze,
Chiudi queste pagine avvizzite,
Esci fuori e porta con te un cuore
Che osserva e percepisce.
da Lyrical Ballads, W. Wordsworth & S.T. Coleridge
Oscar Mondadori
POEMS ON THE NAMING OF PLACES - WILLIAM WORDSWORTH
RispondiEliminaIt was an April morning: fresh and clear
The Rivulet, delighting in its strength,
Ran with a young man's speed; and yet the voice
Of waters which the winter had supplied
Was softened down into a vernal tone.
The spirit of enjoyment and desire,
And hopes and wishes, from all living things
Went circling, like a multitude of sounds.
The budding groves seemed eager to urge on
The steps of June; as if their various hues
Were only hindrances that stood between
Them and their object: but, meanwhile, prevailed
Such an entire contentment in the air
That every naked ash, and tardy tree
Yet leafless, showed as if the countenance
With which it looked on this delightful day
Were native to the summer.--Up the brook
I roamed in the confusion of my heart,
Alive to all things and forgetting all.
At length I to a sudden turning came
In this continuous glen, where down a rock
The Stream, so ardent in its course before,
Sent forth such sallies of glad sound, that all
Which I till then had heard, appeared the voice
Of common pleasure: beast and bird, the lamb,
The shepherd's dog, the linnet and the thrush
Vied with this waterfall, and made a song,
Which, while I listened, seemed like the wild growth
Or like some natural produce of the air,
That could not cease to be. Green leaves were here;
But 'twas the foliage of the rocks--the birch,
The yew, the holly, and the bright green thorn,
With hanging islands of resplendent furze:
And, on a summit, distant a short space,
By any who should look beyond the dell,
A single mountain-cottage might be seen.
I gazed and gazed, and to myself I said,
"Our thoughts at least are ours; and this wild nook,
My EMMA, I will dedicate to thee."
----Soon did the spot become my other home,
My dwelling, and my out-of-doors abode.
And, of the Shepherds who have seen me there,
To whom I sometimes in our idle talk
Have told this fancy, two or three, perhaps,
Years after we are gone and in our graves,
When they have cause to speak of this wild place,
May call it by the name of EMMA'S DELL.
1800.
LINES WRITTEN NEAR RICHMOND, UPON THE THAMES, AT EVENING - WILLIAM WORDSWORTH
RispondiEliminaHow rich the wave, in front, imprest
With evening-twilight's summer hues,
While, facing thus the crimson west,
The boat her silent path pursues!
And see how dark the backward stream!
A little moment past, so smiling!
And still, perhaps, with faithless gleam,
Some other loiterer beguiling.
Such views the youthful bard allure,
But, heedless of the following gloom,
He deems their colours shall endure
'Till peace go with him to the tomb.
--And let him nurse his fond deceit,
And what if he must die in sorrow!
Who would not cherish dreams so sweet,
Though grief and pain may come to-morrow?
Glide gently, thus for ever glide,
O Thames! that other bards may see,
As lovely visions by thy side
As now, fair river! come to me.
Oh glide, fair stream! for ever so;
Thy quiet soul on all bestowing,
'Till all our minds for ever flow,
As thy deep waters now are flowing.
Vain thought! yet be as now thou art,
That in thy waters may be seen
The image of a poet's heart,
How bright, how solemn, how serene!
Such heart did once the poet bless,
Who pouring here a later ditty,
Could find no refuge from distress,
But in the milder grief of pity.
Remembrance! as we glide along,
For him suspend the dashing oar,
And pray that never child of Song
May know his freezing sorrows more.
How calm! how still! the only sound,
The dripping of the oar suspended!
--The evening darkness gathers round
By virtue's holiest powers attended.
VERSI COMPOSTI A SERA, NEI PRESSI DI RICHMOND, SUL TAMIGI - WILLIAM WORDSWORTH
EliminaChe incanto le onde a prua, col riflesso
Dei colori del crepuscolo estivo,
Mentre puntando verso l’occidente purpureo,
La barca prosegue la sua corsa silenziosa!
Guarda com’è scura, dietro, la scia,
Che poco fa pareva sorriderci
Ed ora è forse l’illusione sgargiante e infedele
D’altri navigatori erranti!
Simili spettacoli attirano il giovane bardo,
Che immemore dell’imminente tenebra
crede che i loro colori durino eterni,
Finché la pace scenda con lui nell’avello.
Lasciate che culli il suo diletto inganno,
Che importa se morrà nel dolore?
Chi non invocherebbe sogni così dolci,
Anche se l’indomani recherà pene e sofferenze?
Scorri dolcemente, scorri così per sempre,
Tamigi! Sì che altri bardi possan rimirare
Dalle tue rive mirabili spettacoli
Quali quelli che io, bel fiume, ammiro!
Scorri sempre così, bel rivo!
Ovunque elargendo il tuo animo di pace,
Finché le nostre menti acquisiscano per sempre
Il flusso delle tue acque profonde.
Fatua idea! Pure sii come sei ora,
Sì che nelle tue acque possa specchiarsi
L’immagine del cuore d’un poeta,
Sì splendente, solenne, serena!
Un cuore come quello che un tempo benedisse il poeta
Che qui modulando un estremo canto
Non seppe trovar pace al suo tormento
Se non nella più tenue pena della pietà.
Rimembranza, mentre noi scivoliamo via,
Ferma per lui il tuffo del remo,
E prega che mai più un alunno della Poesia
Conosca tanto gelidi affanni!
Che calma, che fissità! Unico suono
Il gocciolare del remo sospeso!
- La tenebra serale s’addensa d’intorno,
Scortata dalle più sante potenze della virtù.
da Lyrical Ballads, W. Wordsworth & S.T. Coleridge
Oscar Mondadori
Steambots, Viaducts and Railways
RispondiEliminaMotions and Means, on land and sea at war
With old poetic feeling, not for this,
Shall ye, by Poets even, be judged amiss!
Nor shall your presence, howsoe'er it mar
The loveliness of Nature, prove a bar
To the Mind's gaining that prophetic sense
Of future change, that point of vision, whence
May be discovered what in soul ye are.
In spite of all that beauty may disown
In your harsh features, Nature doth embrace
Her lawful offspring in Man's art; and Time,
Pleased with your triumphs o'er his Brother Space,
Accepts from your bold hands the proffered crown
Of hope, and smiles on you with cheer sublime.
Steamboats, Viaducts and Railways - William Wordsworth
Eliminaprovo a tradurre:
RispondiEliminaBarche a vapore, Viadotti e Ferrovie - William Wordsworth
Proposte e contenuti, su terra e mare in tempo di guerra
con vecchio sentimento poetico, non per questo, voi
potreste essere giudicati male pure dai poeti!
Né la vostra presenza, potrebbe in ogni modo guastare
la bellezza della natura, o impedire alla mente
di raggiungere quel senso profetico
di cambiamento futuro, quel punto di vista da cui
possa essere svelato quello che nell'anima siete voi stessi.
A dispetto di tutto ciò che la bellezza può rinnegare
nelle vostre severe fattezze, possa la natura includere
la sua legittima prole nell'arte dell’Uomo; e il Tempo,
Compiaciuto dei vostri trionfi su suo fratello lo Spazio,
Possa accettare dalle vostre audaci mani quella corona fornita
Di speranza, e vi sorrida trionfalmente sublime.
Questo sonetto ci ricorda quanto non sia semplice il pensiero di Wordsworth. Non tutto il romanticismo è antagonista della tecnologia. Qui si parla di opere industriali: un inno alla macchina a vapore e ai nuovi modi di viaggio e di trasporto. E' sorprendente il modo in cui vengono collegate opere di fatto meccaniche con idee come "anima", "visione " e "sublime ". Forse, questo rende accettabile l'era industriale, senza dimenticare che siamo nel 1833!
RispondiEliminaBuongiorno. Sono alla ricerca di una traduzione per il sonetto di Wordsworth "On Sonnett."
RispondiElimina"Nuns fret not at their convent’s narrow room;
And hermits are contented with their cells;
And students with their pensive citadels;
Maids at the wheel, the weaver at his loom,
Sit blithe and happy; bees that soar for bloom,
High as the highest Peak of Furness-fells,
Will murmur by the hour in foxglove bells:
In truth the prison, into which we doom
Ourselves, no prison is: and hence for me,
In sundry moods, ’t was pastime to be bound
Within the Sonnet’s scanty plot of ground;
Pleased if some Souls (for such there needs must be)
Who have felt the weight of too much liberty,
Should find brief solace there, as I have found."
Se possibile, grazie. Altrimenti, grazie comunque!
Complimenti per il notevole servizio fatto nel diffondere la grande poesia inglese!
Per il momento, non ho trovato nei miei libri alcuna traduzione, solo l'originale nei Miscellaneous Sonnets, Collected Poems of W.W. E'stato pubblicato nel 1807. Provo a tradurlo, poi lo pubblico! Ciao
EliminaHo fatto del mio meglio! Ciao
EliminaSonetto - William Wordsworth
Le suore non hanno paura nelle camerette del loro convento,
e gli eremiti sono soddisfatti nelle loro celle,
e gli studenti nei loro college;
le servette al filatoio, il tessitore al suo telaio,
siedono allegri e felici; le api che si librano verso la fioritura,
in alto come il picco più alto dei monti del Furness,
ronzeranno per ore tra le campanule della digitale:
in realtà quella prigione a cui siamo votati
noi stessi non è una prigione: e perciò per me,
con vari stati d'animo, fu un passatempo l’essere sconfinato
nel modesto campo del sonetto;
compiaciuto se alcune anime (perché ce n’è davvero bisogno)
che hanno sentito il peso di troppa libertà,
riusciranno a trovarci un veloce sollievo, come ho trovato io.
Grazie mille! Era bello in inglese e ora, comprendendolo appieno in italiano, è tanto più godibile!
EliminaResolution and Independence - WILLIAM WORDSWORTH 1/2
RispondiEliminaThere was a roaring in the wind all night;
The rain came heavily and fell in floods;
But now the sun is rising calm and bright;
The birds are singing in the distant woods;
Over his own sweet voice the Stock-dove broods;
The Jay makes answer as the Magpie chatters;
And all the air is filled with pleasant noise of waters.
All things that love the sun are out of doors;
The sky rejoices in the morning's birth;
The grass is bright with rain-drops;—on the moors
The hare is running races in her mirth;
And with her feet she from the plashy earth
Raises a mist, that, glittering in the sun,
Runs with her all the way, wherever she doth run.
I was a Traveller then upon the moor;
I saw the hare that raced about with joy;
I heard the woods and distant waters roar;
Or heard them not, as happy as a boy:
The pleasant season did my heart employ:
My old remembrances went from me wholly;
And all the ways of men, so vain and melancholy.
But, as it sometimes chanceth, from the might
Of joys in minds that can no further go,
As high as we have mounted in delight
In our dejection do we sink as low;
To me that morning did it happen so;
And fears and fancies thick upon me came;
Dim sadness—and blind thoughts, I knew not, nor could name.
I heard the sky-lark warbling in the sky;
And I bethought me of the playful hare:
Even such a happy Child of earth am I;
Even as these blissful creatures do I fare;
Far from the world I walk, and from all care;
But there may come another day to me—
Solitude, pain of heart, distress, and poverty.
My whole life I have lived in pleasant thought,
As if life's business were a summer mood;
As if all needful things would come unsought
To genial faith, still rich in genial good;
But how can He expect that others should
Build for him, sow for him, and at his call
Love him, who for himself will take no heed at all?
I thought of Chatterton, the marvellous Boy,
The sleepless Soul that perished in his pride;
Of Him who walked in glory and in joy
Following his plough, along the mountain-side:
By our own spirits are we deified:
We Poets in our youth begin in gladness;
But thereof come in the end despondency and madness.
Now, whether it were by peculiar grace,
A leading from above, a something given,
Yet it befell that, in this lonely place,
When I with these untoward thoughts had striven,
Beside a pool bare to the eye of heaven
I saw a Man before me unawares:
The oldest man he seemed that ever wore grey hairs.
As a huge stone is sometimes seen to lie
Couched on the bald top of an eminence;
Wonder to all who do the same espy,
By what means it could thither come, and whence;
So that it seems a thing endued with sense:
Like a sea-beast crawled forth, that on a shelf
Of rock or sand reposeth, there to sun itself;
Such seemed this Man, not all alive nor dead,
Nor all asleep—in his extreme old age:
His body was bent double, feet and head
Coming together in life's pilgrimage;
As if some dire constraint of pain, or rage
Of sickness felt by him in times long past,
A more than human weight upon his frame had cast.
RISOLUZIONE e INDIPENDENZA - WILLIAM WORDSWORTH 1/2
Elimina(traduzione di Angelo Righetti)
Forte ha soffiato il vento tutta notte,
pioggia a rovesci, una pioggia che allaga,
ma ora sorge il sole quieto e splendente,
gli uccelli cantano nei boschi lontani,
il suo dolce canto rimugina la colombella,
al chiacchiericcio della gazza risponde la ghiandaia,
e uno scroscio d’acqua ricolma l’aria tutta.
Ogni creatura che ama il sole esce all’aperto,
si rallegra il cielo perché spunta il giorno,
l’erba riluce di gocce di pioggia, fa le corse
sulla brughiera la lepre felice,
e con le zampe nella terra molle
solleva un velo che luccica al sole,
e la segue nella corsa dappertutto.
Ero allora in cammino per la brughiera,
e vidi la lepre correre qua e là felice -
sentivo il romorìo di boschi e acque lontane,
o forse non sentivo, felice come un bambino,
perché la mite stagione mi prendeva il cuore.
I miei ricordi mi lasciavano,
insieme ai vezzi umani, malinconici e vani.
Ma come avviene talora - per la gioia immensa
della mente che oltre non sa andare -
come la felicità ci ha sollevato,
così lo sconforto ci fa sprofondare:
così andò a me quel mattino,
e su me si addensarono sogni e paure, tristezza
cupa, pensieri confusi, ignoti e senza nome.
Sentivo l’allodola il cielo cantare,
e mi sovvenne la lepre festosa;
anch’io felice creatura terrena,
con queste creature beate trascorro,
e fuggo lontano dal mondo e dagli affanni,
ma forse domani mi porterà fitte al cuore,
solitudine, angoscia, miseria, dolore.
Tutta la vita ho vissuto di bei pensieri,
come se il mestiere di vivere fosse un’aura estiva,
e il necessario arrivasse spontaneamente
alla fede naturale ancor ricca di naturale bontà.
Ma come può pretendere che altri edifichi,
semini per lui, o voglia amare
uno che a sé attenzione non sa prestare?
Pensai a Chatterton, ragazzo meraviglioso,
anima insonne morta d’orgoglio -
e all’altro che con l’aureola felice
teneva dietro all’aratro sui clivi montani:
dal nostro spirito fatti divini,
noi poeti da giovani cominciamo in esaltazione,
ma da questa viene infine sconforto e alienazione.
Ora, fosse grazia particolare,
o un dono arrivato dal cielo,
m’accadde in questo luogo solitario,
mentre si esaltava o abbatteva la mia fantasia,
e lottavo con questi pensieri incoerenti -
di trovarmi davanti un uomo senz’avvedermene, all’aspetto
più vecchio di quanti mai abbiano capelli grigi.
Appena lo scorsi mi fermai
su quella landa desolata:
presso lo stagno, ma sull’altra sponda,
se ne stava solo; un minuto credo
di averlo osservato - se ne stava immoto.
Allora andai all’altra sponda dello stagno
mentre se ne stava bene in vista davanti a me.
Come talora si vede un masso enorme
piantato sulla cima brulla di un’altura,
e chi lo scorge si domanda meravigliato
perché come e da dove sia lassù arrivato,
e la cosa non sembra del tutto insensata -
quasi mostro marino strisciato lassù
e su scoglio o sabbia riposi al sole -
Tale l’aspetto dell’uomo, né vivo né morto,
né proprio assopito - vecchio decrepito
dal corpo ingobbito - le sue estremità
quasi si toccavano nell’andare, come se
la tensione o lo spasmo di un male, o l’infuriare
di una malattia patita in tempi remoti
avessero imposto al suo corpo un peso sovrumano.
Resolution and Independence - WILLIAM WORDSWORTH 2/2
RispondiEliminaHimself he propped, limbs, body, and pale face,
Upon a long grey staff of shaven wood:
And, still as I drew near with gentle pace,
Upon the margin of that moorish flood
Motionless as a cloud the old Man stood,
That heareth not the loud winds when they call,
And moveth all together, if it move at all.
At length, himself unsettling, he the pond
Stirred with his staff, and fixedly did look
Upon the muddy water, which he conned,
As if he had been reading in a book:
And now a stranger's privilege I took;
And, drawing to his side, to him did say,
"This morning gives us promise of a glorious day."
A gentle answer did the old Man make,
In courteous speech which forth he slowly drew:
And him with further words I thus bespake,
"What occupation do you there pursue?
This is a lonesome place for one like you."
Ere he replied, a flash of mild surprise
Broke from the sable orbs of his yet-vivid eyes.
His words came feebly, from a feeble chest,
But each in solemn order followed each,
With something of a lofty utterance drest—
Choice word and measured phrase, above the reach
Of ordinary men; a stately speech;
Such as grave Livers do in Scotland use,
Religious men, who give to God and man their dues.
He told, that to these waters he had come
To gather leeches, being old and poor:
Employment hazardous and wearisome!
And he had many hardships to endure:
From pond to pond he roamed, from moor to moor;
Housing, with God's good help, by choice or chance;
And in this way he gained an honest maintenance.
The old Man still stood talking by my side;
But now his voice to me was like a stream
Scarce heard; nor word from word could I divide;
And the whole body of the Man did seem
Like one whom I had met with in a dream;
Or like a man from some far region sent,
To give me human strength, by apt admonishment.
My former thoughts returned: the fear that kills;
And hope that is unwilling to be fed;
Cold, pain, and labour, and all fleshly ills;
And mighty Poets in their misery dead.
—Perplexed, and longing to be comforted,
My question eagerly did I renew,
"How is it that you live, and what is it you do?"
He with a smile did then his words repeat;
And said that, gathering leeches, far and wide
He travelled; stirring thus about his feet
The waters of the pools where they abide.
"Once I could meet with them on every side;
But they have dwindled long by slow decay;
Yet still I persevere, and find them where I may."
While he was talking thus, the lonely place,
The old Man's shape, and speech—all troubled me:
In my mind's eye I seemed to see him pace
About the weary moors continually,
Wandering about alone and silently.
While I these thoughts within myself pursued,
He, having made a pause, the same discourse renewed.
And soon with this he other matter blended,
Cheerfully uttered, with demeanour kind,
But stately in the main; and, when he ended,
I could have laughed myself to scorn to find
In that decrepit Man so firm a mind.
"God," said I, "be my help and stay secure;
I'll think of the Leech-gatherer on the lonely moor!"
RISOLUZIONE e INDIPENDENZA - WILLIAM WORDSWORTH 2/2
Elimina(traduzione di Angelo Righetti)
Appoggiava il corpo, le membra e il volto
a una verga grigia di legno scortecciato;
e mentre mi avvicinavo con passo leggero
allo stagno o laghetto della brughiera
il vecchio stava immobile come nube
sorda all’urlo del vento che chiama,
non sfrangiata, sebbene in movimento.
Finalmente, turbando il suo equilibrio, lo stagno
agitò con la verga, rimirando
l’acqua fangosa che studiava
quasi leggesse un libro;
ora, più disinvolto che potei,
portandomi al suo fianco gli dissi:
“Oggi promette una splendida giornata”.
Il vecchio rispose gentile,
con parole cortesi e scandite;
io gli rivolsi la parola ancora:
“Che sorta di lavoro fate mai?
Questo è un posto solitario per voi”.
Mi rispose, sorpreso e compiaciuto,
gli occhi di brace mentre rispondeva.
Le parole gli uscivano flebili dal petto,
una dopo l’altra in sequenza solenne,
rivestite d’una espressione elevata.
Parole elette, frasi misurate, oltre la portata
di gente comune, un discorso maestoso,
consueto agli abitanti della Scozia austeri,
che danno a Dio e agli uomini il dovuto.
Mi disse che allo stagno era venuto
a cercar mignatte, perché era vecchio e povero -
lavoro aleatorio e uggioso,
tra gli stenti sopportato, di stagno
in stagno ramingando, di brughiera in brughiera,
mettendosi al riparo, con l’aiuto di Dio, dove capitava
o sceglieva, e così si guadagnava onestamente da vivere.
Il vecchio al mio fianco seguitava a parlare,
ora la sua voce era per me un ruscello
che si sente appena, non distinguevo le singole parole,
e il sembiante dell’uomo era nel complesso
quello di uno incontrato in sogno,
o di uomo da lontana plaga mandato,
a darmi forza virile e forti ammonimenti.
Mi tornarono i pensieri di prima, la paura assassina,
la speranza che non vuol essere alimentata,
freddo, male, fatica, e le miserie della carne,
e il pensiero di grandi poeti morti disperati.
Ed ora, immemore delle parole del vecchio,
gli ripetei la mia domanda petulante:
“Come potete campare, che lavoro fate?”
Ripeté le sue parole sorridendo,
e disse che a cercar mignatte dappertutto
se n’andava, agitando in quel modo
le acque degli stagni dove esse stanno.
“Ovunque ne trovavo un tempo,
ma ora ce n’è sempre meno, sempre meno -
pure, insisto ancora, e dove capita ne trovo.”
Mentre così parlava, il luogo solitario,
la figura e le parole del vecchio mi turbarono -
coll’occhio della mente mi pareva di vederlo
camminare per cupe brughiere perennemente,
qua e là vagando solo e silenzioso.
Mentre rincorrevo questi miei pensieri,
dopo un po’ il vecchio ripeté le stesse parole.
E presto a queste mischiò altri argomenti,
espressi con allegria, gentile nei modi,
ma con piglio solenne; quand’ebbe finito,
mi venne da ridere di me fino a canzonarmi, al vedere
in quel vecchio decrepito così salde risoluzioni.
“Dio m’aiuti e rinsaldi”, dissi: “Mi ricorderò
del vecchio che andava per mignatte sulla brughiera solitaria”.