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domenica 13 novembre 2011

Il battello Bianco - Cingiz Ajtmatov



Esiste forse fiume di te più largo, Enesaj,
C'è forse terra della tua più cara, Enesaj
C'è dolore più fondo di te, Enesaj,
O libertà più libera di te, Enesaj.
Non c'è fiume più latgo, Enesaj,
Non c'è terra più cara, Enesaj,
Non dolore più fondo, Enesaj,
Né libertà più libera, Enesaj.

La storia di un bambino, di suo nonno e di Madre-Cerva-Ramose-Corna sullo sfondo del Kirghisi. Un romanzo impressionante, per l'ambientazione, per la cesellatura dei personaggi, per la poesia che senza accorgermene è diventata amarezza. Talmente coinvolgente che all'ultima pagina io tengo per mano il bambino e vado con lui. Enesaj significa madre-fiume.

5 commenti:

  1. Letto a scuola, e forse è stato uno sbaglio, perché non avevo l'età per apprezzare la bellezza di questo libro, ricordandone solo l'amarissimo epilogo. L'ho riletto da grande, trovandomelo in giro per casa: non avevo niente da leggere. Non me ne pentirò mai, anzi penso a quanti libri non siamo stati in grado di apprezzare perché costretti a leggerli quando non ne avevamo voglia. Comunque sia, è un libro per adulti, e bellissimo davvero! Biba

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  2. Sto ritrovando nel tuo blog dei libri magnifici, e questo lo è assolutamente. L'avevo letto anni fa, ma recentemente, leggendo Il peso della farfalla di Erri de Luca, mi è tornato prepotentemente alla memoria, e in preda alla nostalgia l'ho recuperato e letto in un pomeriggio. Il paesaggio è straordinario, il bambino è talmente adottabile da far risultare dolorosissima la decisione che prende. Ho pianto.

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  3. E' solo un bimbo, che sogna di veder tornare la barca di suo padre, un piccolo bimbo che impara dal nonno un sacco di cose belle sulle foreste e gli animali che ci abitano, ma che purtroppo impara anche cos'è la delusione, e il tradimento. Un romanzo amaro, con pagine bellissime.

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  4. Non l'ho letto, ma lo vado a cercare. Ci sono vari tipi di romanzi di formazione, e questo mi sembra promettente.

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  5. Ecco, l'ho letto, ieri sera. Mi ha dato i brividi, subito per la stupenda ambientazione in un posto a me sconosciuto; poi per la presa di coscienza del ragazzino; infine per l'epilogo, il più tragico mai letto, coinvolgente ed assolutamente indimenticabile.

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