" Esistono infatti dolori che, senza svanire, si rifugiano nei meandri di una memoria meno insofferente. E si ha l'impressione che lì, senza più nutrimento, essi si estinguano da sé. Allora una malinconia feroce si insinua nel profondo, fra rottami di vita ed emozioni carbonizzate. Avanzando verso la fine di quell'estate avanzavo verso la fine di me stesso, senza curarmi dell'essere che sarei diventato al termine di quella prova. Affrontavo lealmente la mia solitudine. Non mostravo nulla dei miei sentimenti."
Ne hai fatto una descrizione curiosa, lo cercherò!
RispondiEliminaMa come si fa a soffrire per amore senza gelosia?
Gio
mi hai incuriosita e quindi l'ho segnalato alla biblioteca del mio Comune che, leggendo le recensioni, lo ha trovato molto interessante
RispondiEliminaSi soffre per amore e non per gelosia quando non ci si sente amati, quando non ci si sente ricambiati. Quando il nemico non è altrove, ma nella sproporzione dei sentimenti. Con un'unica grande soddisfazione: quando chi ama non ricambiato decide di andarsene, l'altro non può farci niente.
RispondiEliminaHai ragione, una ragione terribile.
RispondiEliminaHai ragione Ri, penso capiti a molti di noi, ed abbiamo solo questa consolazione, di potercene andare quando ci pare. Una volta ho sentito una battuta: il tuo uomo ti ha lasciata? E lascialo anche tu. Non so se c'entra con questo romanzo, che non conoscevo, ma lo cerco e lo leggo, e spero di capire meglio la parabola di una relazione.
RispondiElimina... perché le donne sono virgole, e gli uomini punti.
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