(The man-eating leopard of Rudraprayag - 1948)
Nella gola regnava un silenzio assoluto. Il sole cocente degli ultimi giorni aveva tanto inaridito le foglie morte da rivelare qualsiasi movimento attorno a me. Questo era molto rassicurante, perché era ormai scesa l'oscurità e, mentre prima mi servivo degli occhi a scopo difensivo, dovevo ora servirmi unicamente degli orecchi. Col pollice sul bottone della torcia e l'indice sul grilletto, ero pronto a sparare in qualsiasi direzione avessi udito il più piccolo rumore.
Diario di caccia. Ovviamente io tengo per il leopardo, anche se all'inizio è difficile. Ma poi, pagina dopo pagina, emerge tutta la grandezza dell'animale, l'intelligenza, la strategia. Altro libro stringato, essenziale, privo di sentimentalismi. L'unica differenza tra cacciatore e preda è che ad armi pari vincerebbe la preda 100 volte su 100. E con questo ho detto tutto. Bel libro, corredato di foto dell'epoca.