(A Moveable Feast - 1964)
Se
hai avuto la fortuna di vivere a Parigi da giovane, dopo, ovunque tu
passi il resto della tua vita, essa ti accompagna perché
Parigi è una festa mobile.
Come già avevano fatto generazioni di artisti di tutto il mondo, Hemingway arriva a Parigi nel 1921, con l'intenzione di berla fino all'ultima goccia. Affamato di esperienze, sensazioni, ispirazioni, vive "povero ma felice" artista fra gli artisti, e si innamora perdutamente dei bistrot, caffè e boulevards, delle mille luci, dei mille locali; frequenta pittori, scrittori, toreri, poeti, farabutti, oppiomani, tutto quello che la città ha da offrire generosamente. Quarant'anni dopo, ormai stanco e deluso, affida a questo suo ultimo, incompiuto romanzo, i ricordi nostalgici della sua entusiasmante giovinezza a Parigi.
Ernest Miller Hemingway (USA 1899-1961)
Appassionante, è sicuramente l'opera di Hemingway che preferisco, proprio perché ho Parigi nel cuore, e non finirà mai di stupirmi. Come dice lui nell'ultimo di questi racconti: per Parigi non ci sarà mai fine.
RispondiEliminaCapitale mondiale dell'arte e della cultura, meta obbligata per tutti quelli che vogliono immergersi in un modo di vivere che forse oggi sarà anche tecnologico, ma che nell'immaginario collettivo resterà sempre bohemien.
RispondiEliminaCome ho già detto non amo particolarmente l'Hemingway di Fiesta, o di Per chi suona la campana, ma questa storia lunga una ventina di racconti tocca un argomento a me carissimo: l'esodo di migliaia di artisti di tutti gli stili, generi e fama verso questa meta ambita, in cui immergersi e ubriacarsi di tutto quanto dà piacere all'anima assetata di bellezza e di stile. Col contorno dei bistrò, dei café chantant, del moulin rouge, delle soffitte a buon mercato arredate di tele coperte di stracci che sanno di trementina, pennelli, ocra gialla, terra di siena, e musica e pernod.... ma mai, dico mai, la perrier!
RispondiEliminaUltimo lavoro di Hemingway,pubblicato post mortem,uno scrittore ardente ma malinconico,sospeso perennemente tra l'ironia e la commozione,la disillusione e la nostalgia
RispondiEliminaAmbientato in una Parigi povera ma felice,raccontata con sincerità,senza finzioni e con una partecipazione personale ,una Parigi in stato di grazia,protagonista di una vita artistica e culturale irripetibile.
"Parigi val bene una messa" EnricoIV di Navarra
"....Gli uomini e le donne che frequentavano il Café des Amateurs erano ubriachi sempre, o per tutto il tempo che se lo potevano permettere; per lo più di vino, che compravano a litri o mezzi litri. C'era la pubblicità di molti aperitivi dagli strani nomi, ma pochi clienti se li potevano permettere se non come base per costruirci le loro sbornie di vino. Le donne che si ubriacavano erano chiamate poivrottes, che voleva dire sbronzone.
RispondiEliminaIl Café des Amateurs era il pozzo nero di Rue Mouffetard, quella magnifica strada di mercato, stretta e affollata, che portava in Place de la Contrescarpe. Le latrine dei vecchi casamenti, una per pianerottolo, di fianco alle scale, con i due rialzi scanalati di cemento a forma di scarpa su ciascun lato dell'apertura affinché il locataire non scivolasse, si scaricavano entro pozzi neri che di notte venivano vuotati pompandone il contenuto in autobotti trainate da cavalli. D'estate, con tutte le finestre aperte, sentivamo il rumore delle pompe e il puzzo era molto forte. Le autobotti erano verniciate di marrone e zafferano e sotto la luna, quando erano in azione nella Rue Cardinal Lemoine, i loro cilindri a ruote, tirati dai cavalli, sembravano quadri di Braque. Ma nessuno vuotava il Café des Amateurs, e il suo avviso ingiallito con le pene e le multe previste dalla legge contro la pubblica ubriachezza era ignorato e tempestato di cacche di mosca, come i suoi clienti erano fedeli e puzzolenti....."
Parigi viene rappresentata come la città dove l'arte viene presa sul serio(S.Anderson),quella che accoglie generosa, generazioni di artisti stranieri
RispondiEliminaGertrud Stein sosteneva che "ogni scrittore deve avere due Paesi,quello al quale appartengono e l'altro dove vivono realmente e si sentono liberi"
Nessun scrittore al pari di Hemingway ha saputo rendere omaggio a questa meravigliosa città ,ne ha saputo cogliere la frenesia,l'atmosfera,la tenerezza,testimone di un'epoca straordinaria, di un'atmosfera irripetibile che da protagonista indiscusso,fa trasparire in questo libro ,la sua infinita fragilità che traspare attraverso i suoi umori, gli entusiasmi, la malinconia del ricordo degli anni ormai perduti, rivissuti attraverso il filtro della nostalgia
La vita di Hemingway è da invidiare, compresa la parentesi parigina in tutte le sue opportunità meravigliose e davvero irripetibili, come giustamente dice Enrica. Eppure in questo ultimo romanzo-testamento Hemingway lascia trapelare amaramente anche una grande nostalgia per una spensierata gioventù ormai lontana, come se, arrivato alla fine dei suoi giorni, stesse ripercorrendo la sua storia senza riuscire ad esaltarne la gioia, come capiterebbe a qualunque individuo che vive il proprio tramonto con serenità.
RispondiEliminale passeggiate in boulevard du Montparnasse e in Saint Germain, luoghi di ritrovo di artisti e dove in una Parigi povera ma felice, si respirava cultura ed arte in ogni sua forma
RispondiEliminaBut you knew there would always be the spring, as you knew the river would flow again after it was frozen. When the cold rains kept on and killed the springs, it was as though a young person had died for no reason.
RispondiEliminaErnest Hemingway – People of the Seine - A Moveable Feast
Ma sapevi che ci sarebbe sempre stata la primavera, come sapevi che il fiume avrebbe ripreso a scorrere dopo essere stato congelato. Quando le piogge fredde ricominciavano ad uccidere le primavere, era come se un giovane fosse morto senza un motivo.
Vladimir Nabokov su Ernest Hemingway (1972)
RispondiElimina"Per quanto riguarda Hemingway, lo lessi la prima volta agli inizi degli anni Quaranta, qualcosa su palle, tori e campane*. L’ho detestato."
(da i 30 insulti più caustici della Storia della Letteratura)
* balls, bulls and bells