(Poesias - Portugal 1942)
A MORTE E' A CURVA DA ESTRADA
A morte é a curva da estrada,
Morrer é só não ser visto.
Se escuto, eu te oiço a passada
Existir como eu existo.
A terra é feita de céu.
A mentira não tem ninho.
Nunca ninguém se perdeu.
Tudo é verdade e caminho.
La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento i tuoi passi
esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo.
Non ha nido la menzogna.
Mai nessuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggio.
A differenza degli altri poeti che ho proposto, mi è difficile identificarmi nelle idee politiche, sociali e religiose di questo autore. Tuttavia, ignorandone il contesto, il mio parere non vale nulla: mi limito a leggere i suoi versi, e quelli mi piacciono. Pessoa è enigmatico, sfuggente, discreto. Non gli basta avere uno stile, ne deve inventare altri. Nascono così i suoi eteronimi, A
lvaro de Campos, Alberto Caeiro, Bernardo Soares, Ricardo Reis, ossia i suoi alter ego: varie personalità letterarie multiple, complete, con un proprio stile e diverse dalla personalità dell'ortonimo, ossia di se stesso quando si firma come Pessoa (letteralmente: Persona). Nelle "Pagine Esoteriche" si autodefinisce
traduttore, perché l'essere poeta e scrittore non costituisce una professione, ma una vocazione. Per quanto riguarda la sua biografia, dice che
Ci sono solo due date: quella della mia nascita e quella della mia morte. Tutti i giorni fra l'una e l'altra sono miei.
Fernando António Nogueira Pessoa (Lisboa, Portugal 1888-1935)
AMO TUTTO CIO' CHE E' STATO
RispondiEliminaAmo tutto ciò che è stato,
tutto quello che non è più,
il dolore che ormai non mi duole,
l'antica e erronea fede,
l'ieri che ha lasciato dolore,
quello che ha lasciato allegria
solo perché è stato, è volato
e oggi è già un altro giorno.
Eu amo tudo o que foi,
Tudo o que já não é,
A dor que já me não dói,
A antiga e errônea fé,
O ontem que dor deixou,
O que deixou alegria
Só porque foi, e voou
E hoje é já outro dia.
Fernando Pessoa, 1931
Sono d'accordo: intanto era monarchico, ammesso che in Portogallo ai suoi tempi fosse di qualche utilità esserlo. Questa citazione suona più come una battuta:
RispondiElimina"Siediti al sole. Abdica e sii re di te stesso."
(Fernando Pessoa)
A me piace molto. Ritaglio questo pezzetto e lo aggiungo
RispondiElimina"Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso voler essere niente.
A parte ciò, ho in me tutti i Sogni del Mondo."
Pessoa.
Non sono nulla, non posso nulla,
Eliminanon perseguo nulla.
Illuso, porto il mio essere con me.
Non so di comprendere,
né so se devo essere,
niente essendo, ciò che sarò.
A parte ciò, che è niente, un vacuo vento
del sud, sotto il vasto azzurro cielo
mi desta, rabbrividendo nel verde.
Aver ragione, vincere, possedere l'amore
marcisce sul morto tronco dell'illusione.
Sognare è niente e non sapere è vano.
Dormi nell'ombra, incerto cuore.
Fernando Pessoa
L'autore ai tempi di facebook. Se ci fosse una top-ten dei poeti più citati, Pessoa se la tirerebbe con Bukowski (che adoro). Senza contare che facebook è stracolmo di avatar, alter ego, personalità multiple a se stanti...
RispondiEliminaConcordo con Marianna sulla presenza di questi due grandi, ognuno a suo modo ed anche se amo i poeti che parlano di amore e di passioni, laddove il colore e la giocosità della vita,traspare in ogni verso,ben comprendo che c'è bisogno anche del suono della sofferenza spesso raccontando della morte come un modo per esorcizzarla o elaborare un proprio lutto interiore.
EliminaPersonalmente penso che bisognerebbe insegnare il significato della morte come l'altro aspetto della vita stessa , un evento ineluttabile e misterioso,da vivere nel modo giusto e senza eccessivi traumi.
Mi piace ricordare Baldini,il giornalista sequestrato e poi ucciso che, parlando del momento in cui sarebbe morto, diceva alla famiglia ed agli amici "brindate e ballate sulla mia tomba,festeggiate con me,non voglio sapervi tristi"
Facebook è un grande erogatore di poesia e ben venga se è stato capace di portarle in tante case dove era sconosciuta oppure ha avvicinato chi se ne era allontanato.
Credo nelle capacità terapeutiche della poesia, sia per chi le scrive che per chi ne usufruisce e mutuando dal diritto la definirei come " un bene di godimento diretto ed universale".
Adoro i giochi di parole per cui eccovi una prima poesia
Chi sogna di più, mi dirai
Colui che vede il mondo convenuto
O chi si perse in sogni?
Che cosa è vero? Cosa sarà di più
La bugia che c'è nella realtà
O la bugia che si trova nei sogni?
Chi è più distante dalla verità
Chi vede la verità in ombra
O chi vede il sogno illuminato?
La persona che è un buon commensale, o questa?
Quella che si sente un estraneo nella festa?
Fernando Pessoa
ed eccone subito un'altra
Non sto pensando a niente
Non sto pensando a niente,
e questa cosa centrale,
che a sua volta non è niente,
mi è gradita come l'aria notturna,
fresca in confronto all'estate calda del giorno.
Che bello, non sto pensando a niente!
Non pensare a niente
è avere l'anima propria e intera.
Non pensare a niente
è vivere intimamente
il flusso e riflusso della vita...
Non sto pensando a niente.
È come se mi fossi appoggiato male.
Un dolore nella schiena o sul fianco,
un sapore amaro nella bocca della mia anima:
perché, in fin dei conti,
non sto pensando a niente,
ma proprio a niente,
a niente...
e sottolineo questo verso
" perchè non pensare a niente è avere l'anima propria e intera"
Mi piace moltissimo. Non mi importa molto del suo retroterra, anche perchè non mi sembra influire molto sulle sue opere. Un po' come per Lucio Battisti... Non sono diventati famosi per le loro idee politiche! Bene, detto questo, ecco la mia (per ora) preferita:
RispondiElimina"Contemplo il lago silenzioso
che la brezza fa rabbrividire.
Non so se penso a tutto
o se tutto mi dimentica.
Nulla il lago mi dice
né la brezza cullandolo.
Non so se sono felice
né se desidero esserlo.
Tremuli solchi sorridono
sull'acqua addormentata.
Perché ho fatto dei sogni
la mia unica vita?"
F.Pessoa
tre righe, bellissime, che sento mie:
RispondiEliminaMA IO, SEMPRE ESTRANEO - FERNANDO PESSOA
Ma io, sempre estraneo, sempre penetrando
il più intimo essere della mia vita,
vado dentro di me cercando l’ombra.
TUTTE LE LETTERE D'AMORE - FERNANDO PESSOA
RispondiEliminaTutte le lettere d’amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d’amore se non fossero
ridicole.
Anch’io ho scritto ai miei tempi lettere d’amore,
come le altre,
ridicole.
Le lettere d’amore, se c’è l’amore,
devono essere
ridicole.
Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d’amore
sono
ridicoli.
Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d’amore
ridicole.
La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.
(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente
ridicole).
E poi metto questa, perché non mi piace affatto e quindi ogni tanto ben ci sta:
RispondiEliminaLibertà - Fernando Pessoa
Ma che piacere
non compiere un dovere,
avere un libro da leggere
e non farlo!
Che noiosa la lettura,
che pochezza la cultura!
Il sole splende senza letteratura.
Il fiume scorre, bene o male,
senza edizione originale.
E la brezza che passa,
naturale e mattiniera,
sa che ha tempo, e non ha fretta...
I libri sono carta inchiostrata.
Lo studio è una cosa ove è indistinta
la distinzione fra il niente e cosa alcuna.
Quanto è meglio, se c’è bruma,
aspettare Don Sebastiano,
venga o non venga
Grande è la poesia, la bontà e le danze...
ma le cose migliori son l’infanzia,
fiori, musica, chiardiluna, e il sole, che pecca
solo se invece di nutrire secca...
E ancor meglio di questo
è Gesù Cristo,
che non sapeva niente di finanze
né consta che avesse biblioteca.
Nel cercare una poesia non ancora pubblicata su questo blog, mi accorgo di quante poesie meno note ma pur sempre belle ,abbia scritto Pessoa,come questa che si intitola
RispondiEliminaDubiti Amore Mio?
Temi forse che la mia timidezza
che viene dall’Amore, io non so come, sia
indifferenza.. NO.. ah, non pensarlo!
Io non ho l’osare ne’ l’ardore
di certe donne, tremo di me stessa
e del mio amore, e non lo so perchè….
Ma ti amo…
Se ti amo perchè dubiti di me?
Ah Faust, se le parole
possono portare in sè l’anima,
se l’amore questo amore come io lo sento,
lo si può dire senza tentennamenti,
se quello che sento nell’animo a vederti
nell’avvertire i tuoi passi, nel pensare
a te, amore, a te; se gli sguardi, i baci
possono palesare l’amore, tutto l’amore:
devi credere che le mie parole, i miei baci,
il mio sguardo hanno quell’amore.
Se non riesco a gridare:
amore, amore, ardentemente e smisuratamente,
con la voce in fuoco,
è perchè dentro di me nasce un pudore
di dirlo troppo forte. (ma non credere
che sia perchè ti amo poco, che invece
è l’amarti molto, così come ti amo)
Se non lo faccio, non dubitare, no..
E più non so dire; non l’ho imparato,
perchè l’amore non parla, non può
raccontare se stesso, chè non sarebbe
amore, o almeno questo amore che sento.
Non so, non so dirtelo… Non dubitare!
Forse fredda sembro agli occhi tuoi;
ma non dubitare che soffra molto, molto
perchè tu dubiti.
F.Pessoa
La dedico a tutti gli innamorati
Se qualcuno
RispondiEliminaSe qualcuno un giorno bussa alla tua porta,
dicendo che è un mio emissario,
non credergli, anche se sono io;
ché il mio orgoglio vanitoso non ammette
neanche che si bussi
alla porta irreale del cielo.
Ma se, ovviamente, senza che tu senta
bussare, vai ad aprire la porta
e trovi qualcuno come in attesa
di bussare, medita un poco. Quello è
il mio emissario e me e ciò che
di disperato il mio orgoglio ammette.
Apri a chi non bussa alla tua porta.
Sempre il magico Pessoa Ferdinando
La Poesia
EliminaNella mia mente è scolpita una poesia
che esprimerà la mia anima intera
La sento vaga come il suono e il vento
eppure scolpita in piena chiarezza.
Non ha strofa, verso né parola
non è neppure come la sogno.
E' un mero sentimento, indefinito,
una felice bruma intorno al pensiero.
Giorno e notte nel mio mistero
la sogno, la leggo e riprovo a sillabarla,
e sempre la parola precisa è sul bordo di me stesso
come per librarsi nella sua vaga compiutezza.
So che non sarà mai scritta.
So che non so che cosa sia.
Ma sono contento di sognarla,
e una falsa felicità, benché falsa, è felicità.
Ciao, mi chiamo Paola e vorrei chiedere se faccio bene a regalare due ebook alle mie figlie di 17 e 12 anni per Natale. Cosa ne pensate?
RispondiEliminaPersonalmente amo il profumo della carta,mi piace guardare le copertine,maneggiare i libri con cura e penso che sarebbe giusto trasmettere ciò ai propri figli ,tuttavia bisogna tener conto della necessità di stare al passo con i tempi. infatti ,anch'io ricorro alla lettura di piccoli brani o di poesie, servendomi del Computer,ma mi stanco presto.
EliminaSe pensi che le tue figlie leggerebbero di più,certamente fai benissimo,perchè la lettura è un grande arricchimento.Gli e-book risolvono alcuni limti dei computer infatti gli smart-phone o cellulari intelligenti hanno tra le molte funzioni anche quella di essere lettori di e-book,come l'iPhone di Apple che può contenere centinaia di e-book e consentirne la lettura in modo semplice e comodo. Un'altra soluzione potrebbe essere l'e-ink o inchiostro elettronico. Il più noto e-book reader con inchiostro elettronico è il Kindle di Amazon che arriverà presto in Italia. Lo schermo non è retro-illuminato come lo schermo di un computer o di un cellulare, ma è composto da microcapsule di vero e proprio inchiostro che vengono attivate elettronicamente. Quando si gira una pagina, questa viene letteralmente "stampata" sullo schermo ed è visibile solo se c'è luce, proprio come la stampa su carta. A differenza della carta, tuttavia, sullo stesso schermo possono essere stampate infinite pagine. E' come se si avesse un unico magico foglio di carta su cui possono essere stampate le pagine anche di migliaia di libri.
Non ho nulla contro gli e-book, ma personalmente non rinuncerò mai all'odore dei libri, come non potrei mai rinunciare a tenerne uno o due in borsa, come faccio da decine di anni. Mi piace entrare nelle librerie, mi piace sbirciare i libri che altri stanno leggendo. I libri sono la prima e forse unica cosa che guardo quando entro in una casa. A volte, quando leggo poesie o romanzi in lingua originale, ne tengo aperti due o tre contemporaneamente. Mi piace spostare i miei libri, riordinarli, riprenderli e maneggiarli. Non li presterei mai a nessuno. Questi riti non me li darà mai un e-book! Ma io sono io, e sono comunque sicura che le tue figlie apprezzeranno un regalo tecnologico... che presto sostituirà tutti i testi scolastici! Ciao
EliminaLeve, breve, suave,
RispondiEliminaUm canto de ave
Sobe no ar com que principia
O dia.
Escuto e passou...
Parece que foi sò porque escutei
Que parou.
Lieve, breve, soave,
un canto d'uccello
sale nell'aria con cui principia
il giorno.
Ascolto ed è svanito...
Sembra che solo perché l'ascoltai
s'è fermato.
FERNANDO PESSOA.
Ammetto, ho impiegato parecchio a trovare una strofa, un brano da copiare e che mi piacesse condividere. Ci sono cose di lui che mi piacciono davvero molto, e altre un po' meno. Lo trovo freddo, distaccato, di rado emotivamente coinvolto. E mai trascinante!
Tuttavia, tuttavia,
RispondiEliminariuscisti
a prendermi un po’ il cuore.
È un cuore triste
e non
si intende con tutto
né ha modi
per farsi amare
o per immaginarlo.
Salvo quando
il tuo sguardo
ostinatamente dolce
mi faceva saltare
il cuore in petto.
Ove andavo io?
Già lo scordavo.
Sì, il mio cuore fu tuo
in quel giorno o in un altro...
Neanche vi fosse altra terra o cielo
qualcosa sarebbe accaduto.
Fernando Pessoa
L'ho vista sul web e l'ho riconosciuta come mia, perchè ad ognuno di noi, a volte, capita di incontrare una persona e per un attimo appartenergli.
Ringrazio Giorgia per la segnalazione:
RispondiEliminaALTROVE - FERNANDO PESSOA
Andiamo via, creatura mia,
via verso l'Altrove.
Lì ci sono giorni sempre miti
e campi sempre belli.
La luna splende su chi
là vaga contento e libero
ha intessuto la sua luce con le tenebre
dell'immortalità.
Lì si cominciano a vedere le cose,
le favole narrate sono dolci come quelle non raccontate,
là le canzoni reali-sognate sono cantate
da labbra che si possono contemplare.
Il tempo lì è un momento d'allegria,
la vita una sete soddisfatta,
l'amore come quello di un bacio
quando quel bacio è il primo.
Non abbiamo bisogno di una nave, creatura mia,
ma delle nostre speranze finché saranno ancora belle,
non di rematori, ma di sfrenate fantasie.
Oh, andiamo a cercar l'Altrove
Ah, um Soneto... - Álvaro de Campos (eteronimo di Pessoa)
RispondiEliminaMeu coração é um almirante louco
que abandonou a profissão do mar
e que a vai relembrando pouco a pouco
em casa a passear, a passear ...
No movimento (eu mesmo me desloco
nesta cadeira, só de o imaginar)
o mar abandonado fica em foco
nos músculos cansados de parar.
Há saudades nas pernas e nos braços.
Há saudades no cérebro por fora.
Há grandes raivas feitas de cansaços.
Mas — esta é boa! — era do coração
que eu falava... e onde diabo estou eu agora
com almirante em vez de sensação? ...
Ah, un sonetto - Álvaro de Campos (eteronimo di Fernando Pessoa)
Il mio cuore è un ammiraglio pazzo
che ha abbandonato il mestiere del mare
e lo va ricordando a poco a poco
mentre cammina dentro casa avanti e indietro...
Nella sua agitazione (io stesso mi muovo
su questa sedia, al solo immaginarlo)
il mare abbandonato resta a fuoco
nei muscoli stanchi di star fermi.
Ci sono nostalgie nelle gambe e nelle braccia.
Ci sono nostalgie nel cervello che traboccano fuori.
Ci sono grandi rabbie fatte di stanchezze.
Ma - questa è bella! - parlavo del cuore...
e dove diavolo mi trovo adesso
con un ammiraglio al posto della sensazione?...
Mille grazie a Baku & Friends!
Personalità complessa e singolare, Pessoa spesso si firma come Álvaro de Campos, come in questa brevissima composizione basata tutta sul tema dell'inquietudine che il viaggio procura.
RispondiEliminaNunca, por mais que viaje - Álvaro de Campos
Nunca, por mais que viaje, por mais que conheça
O sair de um lugar, o chegar a um lugar, conhecido ou desconhecido,
Perco, ao partir, ao chegar, e na linha móbil que os une,
A sensação de arrepio, o medo do novo, a náusea —
Aquela náusea que é o sentimento que sabe que o corpo tem a alma,
Trinta dias de viagem, três dias de viagem, três horas de viagem —
Sempre a opressão se infiltra no fundo do meu coração.
+++++++++++
Mai, per quanto viaggi - Álvaro de Campos (eteronimo di Pessoa)
traduzione di Antonio Tabucchi
Mai, per quanto viaggi, per quanto conosca
l'uscire da un luogo, l'arrivare a un luogo, noto o ignoto,
perdo, alla partenza, all'arrivo, e nella linea mobile che li unisce,
la sensazione di brivido, la paura del nuovo, la nausea -
quella nausea che è il sentimento che sa che il corpo ha l'anima.
Trenta giorni di viaggio, tre giorni di viaggio, tre ore di viaggio -
sempre l'oppressione si infiltra in fondo al mio cuore.
«Nella casa di fronte a me e ai miei sogni» – Fernando Pessoa
RispondiEliminadi tittideluca
Nella casa di fronte a me e ai miei sogni,
che felicità c’è sempre!
Vi abitano persone sconosciute che ho già visto ma non ho visto.
Sono felici, perché loro non sono io.
I bambini, che giocano sugli alti terrazzini,
vivono tra vasi di fiori,
eternamente, senza dubbio.
Le voci che salgono dall’intimità domestica
cantano sempre, senza dubbio.
Sì, devono cantare.
Quando è festa qua fuori, è festa là dentro.
E così deve essere laddove tutto si adatta -
l’uomo alla Natura, perché la città è Natura.
Che grande felicità non essere io!
Ma non penseranno così anche gli altri?
Quali altri? Non ci sono altri.
Quanto pensano gli altri è una casa con la finestra chiusa,
o se si apre,
è perché i bambini possano giocare sul terrazzo inferriato,
tra i vasi di fiori che non ho mai visto quali fossero.
Gli altri non sentono mai.
Chi sente siamo noi,
sì, tutti noi,
perfino io, che ora non sento più nulla.
Nulla? Non so…
Un nulla che fa male…
16 giugno 1934
(Traduzione di Antonio Tabucchi)
da “Poesie di Álvaro de Campos”, Adelphi Edizioni, 1993
***
«Na casa defronte de mim e dos meus sonhos»
Na casa defronte de mim e dos meus sonhos,
Que felicidade há sempre!
Moram ali pessoas que desconheço, que já vi mas não vi.
São felizes, porque não são eu.
As crianças, que brincam às sacadas altas,
Vivem entre vasos de flores,
Sem dúvida, eternamente.
As vozes, que sobem do interior do doméstico,
Cantam sempre, sem dúvida.
Sim, devem cantar.
Quando há festa cá fora, há festa lá dentro.
Assim tem que ser onde tudo se ajusta —
O homem à Natureza, porque a cidade é Natureza.
Que grande felicidade não ser eu!
Mas os outros não sentirão assim também?
Quais outros? Não há outros.
O que os outros sentem é uma casa com a janela fechada,
Ou, quando se abre,
É para as crianças brincarem na varanda de grades,
Entre os vasos de flores que nunca vi quais eram.
Os outros nunca sentem.
Quem sente somos nós,
Sim, todos nós,
Até eu, que neste momento já não estou sentindo nada.
Nada? Não sei…
Um nada que dói…
Fernando Pessoa
de “Álvaro de Campos, Poesia”, Assírio & Alvim, Lisboa, 2002
"Ci sono persone sporche che detestano la loro sporcizia ma non se ne allontanano per quell'attrazione dell'abisso grazie al quale chi è terrorizzato non si allontana dal pericolo. Esistono persone sporche di destino, come me, che non si allontanano dalla trivialità quotidiana per il medesimo fascino che provano per la propria impotenza. Sono uccelli ammaliati dall'assenza di un serpente; mosche che volano cieche sui rami fino ad arrivare alla portata della lingua vischiosa del camaleonte. Così porto a spasso lentamente la mia consapevole inconsapevolezza sul mio ramo d'albero dell'abitudine. Così porto a spasso il mio destino che avanza senza che io avanzi; e il mio tempo che procede senza che io proceda. E niente mi salva dalla monotonia, se non questi brevi commenti che tesso intorno a lei."
RispondiEliminaIl libro dell'inquietudine - Fernando Pessoa
Grazie a Libreria Post Office